La Cala di Stagnali, se non soffia vento forte da ovest, è un luogo davvero protetto e molto particolare. Soprattutto è una baia decisamente meno affollata di altre più note e di più facile accesso. Il fondale è buon tenitore e la notte le luci dell’abitato di La Maddalena sullo sfondo rendono l’atmosfera molto gradevole. Si ha la sensazione di essere alla fonda in un grande lago. Infatti non c’è nessun lato della cala che si affaccia sul mare aperto. Durante la notte ha piovuto un poco e al risveglio il ponte e la tuga di Habibti sono belli zuppi d’acqua. Ormai fa chiaro non prima delle 7.30 e quindi ben venga, nei prossimi giorni, il ritorno all’ora solare. Siamo partiti verso le 8. Nel canale che separa l’arcipelago della Maddalena dalla “terra ferma”, come i sardi sono soliti definire la loro isola, abbiamo incontrato un vento fresco da ovest, che si è attenuato dopo essere entrati nel golfo di Arzachena. Abbiamo ormeggiato al pontile “La Sciumara” a Cannigione. Andrea a bordo di un gommone ci ha accompagnati al nostro pontile. Qui abbiamo conosciuto Ettore, il nostro vicino di barca, originario di Torino ma trasferitosi a vivere qui da tempo. Durante la stagione estiva fa del charter giornaliero. Molto meno impegnativo e decisamente più redditizio rispetto ai charter settimanali, ci dice. È veramente un tipo simpatico e a bordo della sua barca che quest’anno compie cinquant’anni sta rassettando tender, tendalino e vele. Questa sera partirà per Torino per una ventina di giorni prima di tornare nuovamente qui per trascorrervi l’inverno. Uno dei suoi figli compie 18 anni e quindi non può non esserci per il suo compleanno. Cannigione fuori stagione è davvero molto gradevole e soprattutto si trova in un angolo ben ridossato dalla sventagliata prevista nei prossimi giorni. Anche per questo decidiamo di fermarci qui per un po’. Affittiamo un’auto che ci servirà per fare un po’ di turismo “terricolo” in questa bella parte di Sardegna. Nel pomeriggio andiamo ad Olbia. A bordo non abbiamo più libri da leggere e poi dobbiamo assolutamente rimpinguare la cambusa. Rientriamo su Habibti che è già buio. Ettore è già partito, mentre sulla nostra destra c’è un charter con due coppie di ragazzi francesi non particolarmente simpatici. Una delle ragazze risponde a mala pena al nostro saluto, mentre gli altri non ci rivolgono nemmeno uno sguardo. Questo atteggiamento mi fa venire in mente “Le temps ne fait rien à l’affaire”, una bella e in questo caso più che appropriata canzone di George Brassens il cui ritornello fa: “quand on est con on est con”. Per cena riscaldo dei calamari al sugo di pomodoro comprati oggi in gastronomia a Olbia. Un buon piatto con poca fatica. Quando ci mettiamo a letto ha da poco iniziato a piovere.
(Giornale di bordo)
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