Alle 11 lasciamo Capri e 45 minuti dopo siamo al
traverso di Punta Campanella. Anche oggi procediamo a motore in quanto il vento
è praticamente assente. Alle isole dei Galli c'è qualche barca alla fonda. Positano
la conosco bene, ma per la prima volta ci arriviamo via mare. Il che rende il
luogo ancora più suggestivo. Ormeggiamo ad una delle boe del Pontile Lucibello,
un po' sbatacchiati dalle onde provocate dalle varie barche a motore che ci
passano accanto ivi comprese quelle che fanno la spola tra le barche alla fonda
e la terra ferma. Non è il massimo, ma la situazione è accettabile. Ti ripaga
la cartolina che si ha davanti agli occhi. Pranziamo in pozzetto all'ombra del
tendalino. Il caldo si fa sentire. Dopo una pennichella e dopo esserci spostati
su un'altra boa per l'arrivo di un mastodonte a motore che preferiamo lasciare
a debita distanza, verso sera scendiamo a terra. Ci porta uno dei summenzionati
barchini che ci hanno tormentato per tutto il pomeriggio. Facciamo un po' di
cambusa concedendoci anche il lusso di farcela portare fino al pontile.
Torniamo in barca e all'ora di cena nuovamente a terra dove ceniamo al nostro
ristorante preferito: la “Cambusa”, che si conferma all'altezza delle
aspettative. Poi quattro passi per i vicoli, con un po' di fiatone a causa dei
gradini, delle salite, ma soprattutto dello scarso allenamento. Anche qui c'è
parecchia gente, soprattutto turisti americani, ma non è la folla di Capri. Un
ambiente sì turistico, ma non fastidioso come quello dell'isola di Tiberio.
(Giornale di bordo)
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