La sveglia suona alle 4.30. I nostri amici di “ECCuMe”
sono anch'essi già in movimento. E' ancora buio quando alle 5 lasciamo
l'ormeggio. Appena sorge il sole apriamo la randa anche se avanziamo a motore.
Il vento infatti è molto scarso. Lentamente la costa calabra si allontana.
Santa Maria di Leuca, dove siamo diretti, dista 71 miglia. E' importante
procedere almeno a 5 nodi di velocità se vogliamo arrivare a destinazione prima
del buio. L'ultima volta che avevo attraversato il Golfo di Taranto era stato
di notte. Era il periodo degli sbarchi dall'Albania e fummo fermati da una
motovedetta della Guardia di Finanza. Alcuni giorni fa una barca a vela che
trasportava degli immigranti clandestini si è schiantata sulla diga foranea del
porto di Gallipoli e forse è per questo che ogni notte una motovedetta dei
Carabinieri lascia il porto di Crotone per farvi rientro solo al mattino. La
giornata scorre tranquilla. Nel pomeriggio il vento, sempre pochissimo, gira in
poppa e noi per evitare il solito sbattimento della randa decidiamo di
ammainarla. Intanto comincia a delinearsi all'orizzonte la bassa costa
pugliese. Davanti all'ingresso del porto ci sono degli enormi gavitelli che
segnalano la presenza di reti da pesca. In alcuni casi ce ne sono diversi
legati insieme con delle cime ad una distanza di un paio di metri l'uno
dall'altro. Mi chiedo se, arrivando di notte, essendo difficile individuarli,
uno li urtasse cosa accadrebbe. Nel migliore dei casi una bella botta sullo
scafo, ma, se si fosse sfortunati, anche il rischio di rimanere impigliati con
la deriva. Il Marina è accogliente e con un prezzo abbordabile nel quale è
compresa una bottiglia di rosso del Salento (che ci beviamo a cena) e una
scatola di caffè. Di scendere a terra
questa sera non se ne parla. Siamo stanchi e quindi posticipiamo al mattino
seguente la passeggiata in paese.
(Giornale di bordo)
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