Verso mezzogiorno lasciamo Stromboli. Anche oggi
poco vento. A motore superiamo Strombolicchio e costeggiamo tutto il lato
occidentale dell'isola lungo il versante ripido ed inaccessibile dove si snoda
la "sciara del fuoco". Alle 12.25 lasciamo sulla nostra sinistra Ginostra,
poche case isolate che sono rimaste tali da anni. Bella e solitaria. La
traversata da Stromboli a Panarea è breve, solo 10 miglia. Ormeggiamo Habibti
ad un gavitello del campo boe gestito dal simpatico e disponibile Enzino. Anche
qui, sceso a terra, mi appresto ad un "revival". A Panarea, sempre
nei primi anni '80, ci avevo trascorso un'intero mese d'agosto con un gruppo di
amici. Eravamo tutti poco più che ventenni. Ci eravamo portati al seguito un
gommone con relativo fuoribordo da 25 cavalli, trasportando il tutto a forza di
braccia. Si era affittata una casa, quella di "Marianna la pazza",
non ricordo più attraverso quali canali. Nella cucina, oltre ai fornelli,
c'erano solo un tavolo ed alcune sedie che all'occorrenza portavamo fuori sul
terrazzo. Nelle camere solo i letti senza armadi e comodini. C'era anche un
piccolo giardino con una pianta di fichi. Durante i primi 15 giorni di
permanenza tutte le sere si andava a cena da "Paolino", una trattoria
poco distante che preparava degli spaghetti alla puttanesca spettacolari. Per i
restanti 15 giorni, avendo pressoché terminato i soldi, ricordo solo una dieta
forzata a base di uova al tegamino e pasta aglio, olio e peperoncino. Per la
frutta ci venne in aiuto la pianta di fichi del giardino. Fu una vacanza memorabile.
La Panarea che ho ritrovato e' un'altra isola. Inevitabile dopo oltre
trent'anni. Intanto le case sono ormai tutte restaurate, in modo fin troppo
perfetto. Le Ape Piaggio con i loro puzzolenti motori a due tempi sono state
per lo più sostituite (e certo e' un bene) da moderne auto elettriche che
tuttavia rischiano di investirti dietro ad ogni angolo. Il mitico
"Cincotta" dove era obbligatoria una sosta quotidiana per prendere la
granita al limone o al caffè accompagnata da una "brioche" si è
trasformato in un "sushi bar" con "lounge music" e prezzi
astronomici. La casa di Marianna è stata anch'essa restaurata, molto bene per
la verità. Fortunatamente il vecchio fico è sempre al suo posto. Non c'è più
invece il meccanico Bruno, quello da cui compravamo la benzina per il
fuoribordo. La sorella mi ha detto che ci ha lasciato nel 1993. Non poteva
mancare la cena da "Paolino", invecchiato anche lui ma sempre
ospitale. Purtroppo gli spaghetti alla puttanesca non li fa più. Li ha
sostituiti con ricette "più aggiornate", come ci dice. La cucina è
sempre buona, ma la disorganizzazione regna sovrana. "Non potete
immaginare", ci dice un dipendente che si alterna tra fare il cuoco e il
cameriere. Abbiamo comunque trascorso una serata piacevole, in più con teatrino
gratis. Il colmo è giunto al momento del conto dal quale risultavano due
coperti e tre primi..... solo che noi eravamo in quattro! Che dire? Con un po'
di nostalgia ho salutato per sempre la Panarea della mia gioventù.
(Giornale di bordo)
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