CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







domenica 17 marzo 2019

Monte Dirfi (Eubea)



Il cielo e' terso e il sole riscalda l'aria fredda della notte. Un'anticipazione della imminente primavera. Con l'auto affittata vorremmo scoprire un poco l'interno dell'isola. Christos, l'agente dell'autonoleggio, ci ha consigliato una gita verso il Monte Dirfi, quello che ieri avevamo visto da lontano navigando verso nord. Lasciamo Khalkis verso le 10 e prendiamo la strada che conduce a Nea Artaki. Nel primo tratto costeggia un'ampia baia, un ottimo posto dove potremmo trascorrere la notte una volta superato il ponte. A Nea Artaki svoltiamo in direzione di Steni. Il paesaggio diventa bucolico. Uliveti e prati in fiore ovunque. Steni e' l'ultimo villaggio che si incontra prima che la strada cominci ad inerpicarsi sulla catena montuosa che attraversa l'isola da nord a sud. Questa e' cosparsa di aceri e castagni e poi, man mano che l'altitudine aumenta, appaiono le conifere. Ci fermiamo in un grazioso bar con una terrazza con i tavolini al sole. E' domenica e si respira l'atmosfera del giorno festivo. Tra gli avventori c'e' anche il pope del villaggio, un omone imponente a cui la lunga barba bianca da un indiscusso senso di autorita'. Ci facciamo preparare un paio di panini  per il pic-nic che vorremmo fare sulla neve. Nel frattempo ci beviamo una birra e ci gustiamo l'atmosfera rilassata che ci circonda, cosi' diversa da quella alla quale purtroppo siamo quotidianamente abituati. Un poco piu' avanti rispetto al bar, scopriamo esservi una serie di ristoranti che propongono carne alla griglia. Il profumo intenso fa venire l'acquolina in bocca, ma ormai abbiamo gia' con noi quanto serve per il pranzo. Ci sono anche numerose bancarelle che vendono prodotti tipici, tra cui miele di montagna e mastica, un liquore prodotto da una resina con un leggero sapore di cedro. Man mano che risaliamo lungo la strada a tornanti il panorama si apre fino a scorgere il mare in lontananza. Sui bordi comincia ad apparire la neve fino a quando, raggiunto un colle, ci si presenta uno spettacolo mozzafiato. Sulla nostra destra un ampio circolo glaciale racchiuso da alte pareti di roccia e sulla sinistra la vetta del Monte Dirfi ricoperta di neve. Il blu terso del cielo, il bianco abbagliante della neve e il verde intenso dei pini e delle piante di rododendro creano un contrasto cromatico d'eccezione. Parcheggiamo l'auto e dopo esserci incamminati lungo una carrareccia innevata raggiungiamo in una decina di minuti uno spiazzo assolato e riparato dal vento dove consumiamo il nostro pic-nic. E' incredibile trovarsi in un posto simile sapendo che a soli trenta chilometri e' ormeggiata Habibti. Dal colle riusciamo a vedere Skyros e alcune isole delle Sporadi settentrionali che dovremmo raggiungere nei prossimi giorni. Il mare oggi e' una tavola. Poiche' abbiamo tempo a disposizione decidiamo di scendere lungo il versante opposto rispetto a quello dal quale siamo saliti. Qui la strada e' molto piu' ripida. Dopo alcuni chilometri attraversiamo il villaggio di Lamari e poi quello di Paralia Hiliadou: il primo abbarbicato sullo scosceso pendio, il secondo poco lontano da una delle spiagge che si trovano sul versante orientale dell'isola. Chi abita qui si trova decisamente fuori dal mondo. Probabilmente in inverno, dopo le abbondanti nevicate, questi villaggi rimangono isolati fino a quando i mezzi spazzaneve non riaprono l'unica strada che li raggiunge. E di neve ne deve cadere parecchia, in quanto ai lati di quest'ultima sono stati posti dei pali alti un paio di metri di colore giallo che ne delimitano il tracciato. Nel tardo pomeriggio facciamo rientro a Khalkis e riconsegniamo l'auto. Poi passiamo all'ufficio della "police authority" sperando di sentirci dire che il ponte questa sera aprira'. Invece veniamo respinti con la solita litania che ormai ben conosciamo: il ponte apre solo se vi e' la richiesta di almeno due barche, "this is the rule". Nemmeno quando suggerisco che sono disposto a pagare la tariffa per due barche riesco a spuntarla. "Only two boats, this is the rule!" ribadisce fermo il funzionario di polizia. Alla fine desistiamo sperando che domani la provvidenza ci venga in aiuto. Ci dirigiamo allora verso "Iannis", un ristorante non lontano dal fatidico ponte e che ci e' stato consigliato da piu' di una persona. Purtroppo lo troviamo chiuso. Optiamo allora per un ristorantino un po' decentrato che si affaccia sul vecchio porto dei pescatori godendoci una bella passeggiata fino alla barca dopo cena. Con il buio la temperatura e' nuovamente scesa ed e' un vero piacere spegnere la luce al caldo accogliente del nostro morbido piumone.

(Giornale di bordo)

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