CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 29 marzo 2019

Troia



La notte scorsa l'anemomentro ha segnato 34 nodi e Habibti e le altre barche in porto sono state sballottate a lungo dall'onda fastidiosa che si forma nel Marina. Ciò non ha impedito ad un paio dei numerosi gatti che circolano qui intorno di saltare a bordo della barca ormeggiata accanto alla nostra la cui poppa è molto vicina alla banchina. Sono rimasto ad osservarli per un bel momento. Prima hanno gironzolato qua e la' e poi, con la barca che si muoveva da una parte all'altra sotto le loro zampe,  hanno studiato a lungo il modo per ritornare a terra senza correre il rischio di finire in acqua. A parte i gatti, che considero sempre una presenza tranquillizzante, il porto è infestato dalle meduse. La corrente le spinge contro il pontile e ve ne sono talmente tante che in un'occasione una di esse ha addirittura ostruito per un momento la presa d'acqua del wc. Dovendo attendere il passaggio della perturbazione che durerà ancora almeno un paio di giorni, affittiamo un'auto con la quale intendiamo visitare un po' la zona. Oggi è la volta di Troia, la città cantata da Omero nell'Iliade. Ma prima ci fermiamo al Bazar di Canakkale che, essendo venerdì, pare essere un'attrazione da non perdere. In effetti si tratta di un grande mercato in parte all'aperto, in parte protetto da un'ampia tettoia nel quale si trova un po' di tutto a prezzi molto convenienti. La parte che ci è piaciuta di più è stata quella delle bancarelle di prodotti alimentari. Un delirio di colori: frutta, verdure, olive, formaggi e tanto altro. Dobbiamo trattenerci per non esagerare negli acquisti. Riusciamo comunque ad uscire dal mercato con un sacchetto pieno di formaggi, uno di olive, un paio di bottiglie d'olio, un chilo di fragole, vari sacchetti di erbe aromatiche, funghi, oltre ad un paio di magliette di cotone comprate ad un prezzo stracciato. Lungo la superstrada che conduce a Troia ci fermiamo in uno spiazzo che si affaccia sui Dardanelli per prendere qualche fotografia. Il vento è talmente forte che si fa fatica ad aprire la portiera dell'auto. Il mare nello Stretto è tutto increspato. Vediamo transitare solo poche grandi navi. Nemmeno l'ombra delle barchette di pescatori che avevamo incrociato l'altro giorno risalendo e che, a causa della forte corrente, più che aver gettato l'ancora in mare sembrava l'avessero fatto in un fiume in piena. Dal sito di Troia non mi attendo molto. Ho letto da più parti che gli scavi non sono particolarmente impressionanti, soprattutto se paragonati a quelli di altri siti dell'antichità. Tuttavia mi intriga vedere questo luogo, soprattutto per cercare di coglierne l'atmosfera storico-letteraria. Non mi soffermo piu' di tanto sulle spiegazioni riportate sui pannelli che si incontrano seguendo il percorso guidato e relative agli scavi che hanno portato alla luce reperti che vanno dal 3000 a.C. (Troia I) fino al 1200 a.C. (Troia VII), ma cerco invece di immaginare dove potesse essere schierato l'esercito degli Achei, quale panorama potessero vedere gli occhi di Agamennone o quelli di Priamo. Mi chiedo come abbia potuto la flotta greca nascondersi a Tenedos, l'attuale Bozcaada, e risalire poi così velocemente, nonostante la corrente, per consentire ai soldati di entrare finalmente nella città grazie allo stratagemma ideato da Ulisse. Camminando tra le rovine la mia fantasia si perde tra queste storie, tra queste leggende. Verso sera, rientrati a Canakkale, prima di tornare in barca, compriamo alcuni dolcetti con pasta di mandorle e pistacchi. Un ottimo, anche se ipercalorico, dessert. Fuori soffiano ancora 30  nodi.

(Giornale di bordo)  

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