In questo periodo nel corso della giornata la temperatura è ancora piuttosto calda, ma appena dopo il tramonto l’aria rinfresca immediatamente. Anche per questo si e' sempre dormito bene sotto il piumino. La notte scorsa invece abbiamo sofferto il caldo, oltre gli attacchi di malefiche zanzare. Questa mattina abbiamo lasciato Porto Augusta poco dopo le 9. La meta odierna e' il porto di Skala, a Patmos. Non c’è vento e quindi percorriamo le 10 miglia che ci separano dalla nostra destinazione a motore. L’idea iniziale era di trascorrere una notte nella baia meridionale di Nisos Maratho, ormeggiandoci ad una delle boe posizionate dai due ristoranti che si trovano sulla spiaggia. Ma nei prossimi giorni è previsto vento forte da nord-ovest e quindi, benché il tratto di mare che dovremmo percorrere sia abbastanza ridossato, preferiamo raggiungere Patmos e dedicarci alla visita dell’isola, che ricordo essere molto bella essendoci gia' stato circa 25 anni fa. Alle 11,15 ormeggiamo alla banchina comunale accanto ad un charter di tedeschi. La ragazza incaricata di riscuotere il pagamento dell’ormeggio è molto carina e gentile. Il costo è di 10 euro al giorno con elettricita' e acqua compresi. Se pensiamo che Patmos è una delle isole più gettonate e turistiche della Grecia, il prezzo è davvero ridicolo. Dietro di noi, dalla parte opposta della strada, vi è un autonoleggio che affitta anche dei motorini. Prendiamo uno scooter 125 di cilindrata per 15 euro al giorno. Pagheremo alla riconsegna, a seconda di quanti giorni decideremo di utilizzarlo. Non mi chiedono di lasciare ne' un documento in garanzia ne' i dati della carta di credito. E' bello vedere che esiste ancora qualcuno che si basa sulla fiducia nel prossimo. Montati in sella, andiamo subito in un ferramenta a comprare un perno per sostituire quello andato perduto di una delle draglie apribili che vi sono a poppa. La coppiglia che lo teneva fissato si e' aperta con il risultato che, ad Agathonisi, la draglia mi era rimasta in mano. Tornati in barca per montare il pezzo appena acquistato notiamo che il charter di tedeschi che avevamo accanto se ne è andato. Lo ha fatto senza pagare, approfittando della chiusura all’ora di pranzo del botteghino dove si paga l'ormeggio. E meno male che avevo sentito l'equipaggio dire alla ragazza incaricata che avrebbero pagato più tardi avendo intenzione di trascorrere la notte in porto. Ma si può essere così’ meschini? Tanto più’ per 10 euro da dividere in sei, quanti erano a bordo. Nel pomeriggio decidiamo di salire fino alla “chora”, posta in cima ad una collina a qualche chilometro da Skala. Percorriamo la paqnoramica strada a tornanti con delle profumatissime piante di eucalipto ai suoi lati. La “chora” è famosa soprattutto per il monastero di San Giovanni il Teologo che tuttavia troviamo chiuso. L’orario di visita è dalle 8,30 alle 17,00, pertanto vi torneremo domani. Ne approfittiamo per inoltrarci negli stretti vicoli tra le case ricoperte di calce bianca, con porte e finestre delineate da bordature di diversi colori e con le bouganville che si inerpicano sui muri. In un negozio di monili compriamo un piccolo braccialetto con un turchese e una piccola barca a vela in argento che Tania aggiunge alla sua "preziosa" collezione. Nel negozio vi sono alcuni gioielli in oro e argento con incastonate delle pietre preziose di ottima fattura, ma dai prezzi astronomici. Ritornati a Skala facciamo un po' di spesa in un supermercato e una volta in barca, in previsione del forte vento di traversia previsto questa notte, aggiungo una cima dalla prua di Habibti alla banchina. Lo stesso fa “Sandokan”, il nostro introverso giovane vicino dalla faccia simpatica e dai lunghi capelli neri, fermati da un codino e sulla cui barca sventola un enorme “Jolly Roger” e, in pozzetto, troneggia un altrettanto enorme tigre in peluche che lui usa da cuscino. Un caicco turco, che trasporta un'equipe televisiva brasiliana che sta girando un documentario, ormeggia non lontano da noi. Poco piu' tardi arrivano anche Rune, Dale e Linda. La sera, come previsto, il vento aumenta notevolmente e noi ceniamo a bordo: penne con i calamari (quelli avanzati la sera precedente), olive e pomodorini con una bottiglia di Donna Giovanna, l'ultima di quelle comprate a Vibo Marina un paio di anni fa.
(Giornale di bordo)
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