Nella notte il vento e' aumentato ulteriormente. Le raffiche, che colpiscono Habibti al traverso, toccano i 30 nodi. Nonostante abbia aggiunto una cima da prua alla banchina, lo spazio ristretto non la fa lavorare al meglio e molta tensione resta comunque sulla linea d'ancoraggio. Verso le 3 sento un rumore inusuale. Probabilmente l'ancora ha mollato un pochino. Mi alzo a controllare ed effettivamente Habibti si e' avvicinata alla banchina. I due grandi parabordi tondi proteggono per bene lo specchio di poppa, impedendogli di toccare la gettata in cemento. Recupero immediatamente un po' di catena e la distanza ritorna ad essere quella iniziale. Me ne torno a letto e mi riaddormento, anche se so che una parte dei miei sensi resta comunque sempre all'erta. Il resto della notte passa tranquilla. La mattina successiva ci svegliamo presto in quanto vogliamo arrivare al monastero di San Giovanni il Teologo al momento della sua apertura al pubblico. Puntuali, alle 8,30 siamo davanti al suo portone d’ingresso. Dall'esterno il monastero si presenta come una imponente costruzione di pietra dall'aspetto molto simile ad una fortificazione. Domina tutta la "chora" e si vede chiaramente da lontano. Esso venne fondato nel 1088 dal monaco bizantino Cristodulo sotto la protezione dell'imperatore Alessio I Comneno. San Cristodulo rimase a Patmos fino al 1118 quando venne costretto ad abbandonarla per le continue incursioni dei pirati arabi. Il monastero si sviluppo' ulteriormente ad opera dei suoi seguaci nei secoli successivi ed oggi costituisce per tutto il cristianesimo uno dei piu' importanti pellegrinaggi, oltre ad essere considerato il piu' importante monastero nel mare Egeo. Al momento siamo i soli visitatori e cio' ci da l'opportunita' di cogliere a pieno quell'atmosfera particolare che spesso caratterizza i luoghi di culto. Il profumo di incenso che si spande nell'aria contribuisce ad incrementare una piacevole sensazione di tranquillità. L’interno del monastero e' articolato in diversi cortili e chiostri. Nella corte centrale, con tre grandi arcate costruite nel XVII secolo come contrafforte per gli edifici laterali, si trova il "Katholikon", formato dalla chiesa principale, dalla cappella di San Cristodulo e da quella della Vergine, tutte decorate da bellissimi affreschi. Esso ospita anche un ricco museo, che conserva antiche pergamene, abiti e oggetti sacri. Una visita, quella al monastero, che non può non essere fatta se si è a Patmos. Ridiscendendo verso Skala ci fermiamo alla "Grotta dell'Apocalisse", dove secondo la tradizione l'evangelista Giovanni avrebbe scritto quel testo sacro, conosciuto anche come la "Rivelazione" e facente parte del Nuovo Testamento. Lo scritto era rivolto ai cristiani dell'Asia Minore per incoraggiarli a resistere alle persecuzioni delle autorita' romane e prometteva l’avvento del cosiddetto “regno escatologico” e cioe' della "speranza" in una nuova vita al cospetto di Dio. Un’interpretazione che tuttavia non e' del tutto confermata dagli ultimi studi in materia, anche se ciò non sembra incidere minimamente sul significato che questo luogo continua a rappresentare per i fedeli che vi si recano in pellegrinaggio. Terminata la visita, prima di tornare in barca, facciamo un salto alla locale clinica sanitaria. L’infiammazione alla caviglia di Tania continua infatti a darle fastidio. La dottoressa è molto gentile, ma non può fare altro che farle una nuova fasciatura e darle qualche altro antidolorifico. Mentre giungiamo in porto, il caicco turco ormeggiato poco distante da noi se ne sta andando, liberando in questo modo gran parte della banchina. Nella manovra, complice il vento che lo spinge lateralmente, con la sua lunga passerella in legno e acciaio sradica completamente la retrostante colonnina per l'acqua e elettricità. Una volta andatosene, visto che il vento forte dovrebbe persistere per un altro paio di giorni, ormeggiamo all'inglese, in modo da prendere il vento di prua e non più al traverso. Mentre stiamo pranzando in pozzetto ci passano accanto, salutandoci, prima un gruppo di italiani venuti a Patmos in pellegrinaggio, poi due signori toscani che da cinque anni navigano da queste parti e che sono soliti lasciare la barca al Patmos Marina, nella parte meridionale dell'isola. Sarebbe interessante andare a dargli un’occhiata. Ed è così che, dopo aver superato le località di Grigos, Diakofti e alcune baie ben ridossate, lo raggiungiamo nel pomeriggio. Più che di un vero e proprio Marina si tratta di un cantiere dove lasciare le barche a terra nella stagione invernale. Esso si trova alla fine della strada asfaltata che conduce nella parte meridionale dell'isola, vicino a Stavros Bay, in un'area ben protetta dai venti provenienti da tutti i quadranti. Pur essendo un po' rustico, mi pare ben sorvegliato dal punto di vista della sicurezza. Anche i prezzi mi hanno detto essere interessanti e l'assistenza tecnica affidabile. Ritornando verso Skala faccio attenzione ad utilizzare l’acceleratore con estrema parsimonia. Stiamo terminando la benzina e non vorrei rischiare di restare a secco proprio negli ultimi chilometri. Alle 17,30, come avevamo precedentemente convenuto, ci presentiamo davanti a “May Dream”, il Westerly 36 di Dale e Linda per prendere insieme un aperitivo. Portiamo con noi una bottiglia di prosecco, ma, da buon scozzese, Dale opta per un buon bicchiere di ottimo whiskey che allunga con un goccio d'acqua per esaltarne il sapore. Linda e Tania invece preferiscono orientarsi su un più leggero “gin tonic”. Dale e Linda si rivelano una coppia estremamente gradevole. Ci raccontano della decisione di trasferirsi a vivere per molti mesi all'anno in barca. Sono giunti fin qui con il loro Westerly da Nairn, in Scozia. Dale e' un ingegnere elettronico che ha lavorato per molti anni nell'aviazione militare britannica. Dopo avergli accennato del problema che Habibti ha all’elica di prua, mi propone di dargli un'occhiata insieme l’indomani. Nel frattempo arrivano in porto alcuni charter, alcuni dei quali si distinguono per la loro maleducazione. Meglio sorvolare! Invitiamo Dale e Linda a cena su Habibti. Preparo degli spaghetti alla puttanesca, una delle mie ricette favorite che solitamente riscuote un discreto successo. Poi consegnamo all’equipaggio di “May Dream” la polo blu di Habibti. Un regalo che facciamo volentieri a questa bella coppia scozzese affinché possa portare con se' il nostro affettuoso ricordo.
(Giornale di bordo)
(Giornale di bordo)
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