CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







martedì 20 aprile 2021

Sogut

 
Il cavo del rollaranda dello Janneau 53 ormeggiato vicino a noi continua imperterrito a sbattere all'interno dell'albero. Noi oggi ce ne andremo, ma penso che rottura di scatole ciò rappresenta per coloro che hanno la barca permanentemente ormeggiata al pontile. Ci accoglie una bella giornata di sole e a sentire le previsioni l'attuale alta pressione permarrà anche nei prossimi giorni. Ne approfitto allora per pulire a fondo la coperta di Habibti che, con la pioggia di sabbia dei giorni scorsi, si è sporcata nuovamente. Mi ci vogliono un paio d'ore per fare un buon lavoro, lucidando anche i candelieri e le altre parti in acciaio inox. Una volta finito sono tutto sudato e mi ci vuole una doccia rinfrescante nei bagni del Marina: spartani ma puliti. Al momento di lasciare l'ormeggio accendo la strumentazione, ma il plotter si mette di nuovo a fare le bizze. Si accende ma non prende il segnale GPS. Lo spengo e riaccendo un paio di volte e poi finalmente riprende a funzionare. Tania mi dice di aver constatato che questo inconveniente a volte accade quando accendiamo il plotter prima di aver acceso il motore. Non vedo quale connessione possa esservi tra le due cose, ma decido comunque di rispettare questa sequenza, non foss'altro che per scaramanzia. L'elettronica a bordo presenta sempre aspetti imprevedibili. Risolto l'inconveniente, Ali viene a togliere la cima del corpo morto e, una volta nella baia antistante il pontile, diamo fondo non lontani da "Alisee". Faruk ci aspetta a bordo per pranzo. Ad un centinaio di metri da noi c'è alla fonda un Amel Maramu di colore blu con un tender legato a poppa. E' di Behcet, un musicista turco settentacinquenne che vive in barca e con cui faremo amicizia nei prossimi giorni. Tania mette in un sacchetto gli ingredienti per preparare il sugo alla puttanesca,  un pacco di spaghetti De Cecco e una bottiglia di vino bianco fresco, poi telefoniamo a Faruk che gentilmente ci viene a prendere con il gommone. Cucino e pranziamo a bordo di "Alisee". Gli spaghetti sono molto apprezzati, in particolare da Jan che però ci rimane un po' male quando vede che ne ho fatti solo 500 grammi. Tania ed io solitamente ne utilizziamo 80 grammi a testa, ma oggi non abbiamo calcolato che tra le cinque persone che erano a tavola c'era anche un aitante  venticinquenne abituato a ben altre porzioni. Dopo pranzo ci spostiamo sull'ampia prua di "Alisee" sedendoci su dei comodissimi puff. Hosnya ci offre caffè e dolci turchi mentre Faruk, che è una miniera inesauribile di storie ed avventure, ci intrattiene piacevolmente fino al tramonto. All'esterno della baia il vento soffia piuttosto forte tanto che in mare aperto le onde fomano delle evidenti creste bianche, tuttavia nella baia esso giunge smorzato grazie alle colline boscose che la circondano. Su una di queste si sente spesso il paupulo sgraziato di alcuni pavoni che intravediamo da lontano nel giardino scosceso di una villa che giunge fino al mare. Mentre il sole si appresta a scomparire dietro il crinale Jan ci riacompagna su Habibti. Quella di oggi è stata una giornata trascorsa in totale tranquillità e in buona compagnia. Una di quelle che scorrono piacevoli e che ti fanno apprezzare anche gli aspetti più semplici della vita sul mare.
 
(Giornale di bordo) 

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