CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 1 maggio 2021

Gokagac Koyu - Cokertme

 
Ed eccoci in maggio. Non ci sembra vero che sia già da più di un mese che siamo in Turchia. Il tempo, quando si sta bene, scorre troppo veloce. Al risveglio, come prima cosa, invio un messaggio di auguri ad Annie, la mia figlia più piccola che oggi compie 22 anni. Stavamo giustappunto dicendo di come il tempo scorra veloce. Anche ricorrenze come questa stanno lì a ricordartelo. Nella baia non c'è un alito di vento e una leggera foschia riduce la visibilità. Alle 9 partiamo per Cokertme. Una ventina di miglia, attraverso  il golfo di Gokova, che percorriamo a motore. In mare, nonostante il lockdown totale, avvistiamo qualche pescatore e un paio di barche a vela in prossimità della costa meridionale. Il fondale in questa parte del golfo ha profondità oltre i duecento metri, tuttavia per lunghi tratti lo strumento della profondità ne segnala non più di 3 o 4, a volte anche di meno. La logica farebbe pensare ai soliti cavi sottomarini. La baia di Cokertme, nonostante il lockdown, non è più semi deserta come qualche settimana fa. La maggior parte delle barche sono alla ruota, ma noi preferiamo portare due cime a terra un po' in disparte. Scesi a terra, facciamo un po' di scorta di vino e birra. Ufficialmente la vendita di alcolici durante il lockdown sarebbe vietata, ma qui per nostra fortuna tutti sembrano ignorare questa assurda disposizione. Anche la balneazione sarebbe vietata, ma sulla spiaggia sono sparsi qua e là alcuni gruppi di persone distese al sole. Tutto ciò fino a quando fanno la loro apparizione due agenti della Gendarmeria che obbligano i presenti ad andarsene. Tutti tranne noi che, essendo stranieri, siamo esenti da questa regola. Una volta terminati i controlli e fatta svuotare la spiaggia i due agenti se ne vanno e a questo punto il camieriere del ristorante di fronte al quale eravamo seduti ci dice che se vogliamo pranzare ci possiamo accomodare ad uno dei tavoli un po' in disparte. Tutti gli altri tavoli non solo non sono apparecchiati, ma hanno le sedie appoggiate in modo che nessuno possa sedersi. Siamo così i soli avventori della giornata e pur se dispiaciuti per coloro che sono stati mandati via ci gustiamo un ottimo polpo alla griglia e delle triglie fritte. Trascorriamo il resto del pomeriggio in barca. Non lontano da noi sono alla fonda due barche a vela ormeggiate a pacchetto dalle quali proviene della musica tenuta ad un volume esagerato. Gli occupanti devono avere alzato un po' troppo il gomito in quanto, verso sera, con il tender restano impigliati in una delle nostre due cime a terra, che solo un cieco o un ubriaco poteva non vedere. Passata l'euforia, con il buio sulle due barche ritorna la calma e ci godiamo il resto della serata.
 
(Giornale di bordo)           

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