CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







mercoledì 15 settembre 2021

Gerbekçe - Sedir Adasi - Bueyuekkargi


La sola barca a vela che ha trascorso la notte nella baia insieme a noi se ne è andata di prima mattina. E' ancora presto quando decidiamo di salpare anche noi, proprio mentre fa la sua apparizione un enorme yacht a motore. Dopo la buriana di ieri sera, oggi c'è una totale calma di vento. Superiamo la baia di Ciftlik dove vediamo diverse barche ormeggiate ai pontili di fronte ai ristoranti. Dal mare si nota una grande costruzione, probabilmente un  hotel, che deturpa il paesaggio circostante. Superiamo Hayirsiz e Kadirga Burun. Su quest'ultimo capo si trova un faro che segnala l'ingresso da ovest dell'ampia baia al cui fondo si trova la cittadina di Marmaris. Incrociamo un gommone della Gendarmeria che ci passa accanto senza degnarci di uno sguardo. Poco dopo, dalla piccola baia di Kadirga Limani esce un catamarano con una bandiera russa sulla sartia di sinistra che ci supera a motore. Avvicinandoci a Marmaris, oltre al traffico di barche, aumenta anche l'inquinamento. Sull'acqua galleggia di tutto: bottiglie di plastica e di vetro, cassette della frutta, pezzi di polistirolo e di tanto in tanto delle chiazze marroni di rifiuti organici. Per completare il quadro, tutte le pendici delle montagne circostanti sono state completamente distrutte dagli incendi che anche qui sono divampati lo scorso agosto. Migliaia di ettari di bosco distrutti. Attraversiamo il passaggio di Sarak Bogazi e accediamo nella parte più protetta della baia. E' pressochè mezzogiorno e di trascorrere la notte a Marmaris, ricordando il baccano notturno che proviene dai locali limitrofi al Marina, non ci entusiasma. Decidiamo così di raggiungere Marmaris solo la mattina seguente, in modo da avere l'intera giornata a disposizione per fare le varie commissioni che abbiamo in programma. Diamo fondo in 25 metri d'acqua filando due cime a terra a ridosso della piccola isola di Sedir Adasi. Nella notte il vento dovrebbe girare da nord e in questo modo il ridosso dovrebbe risultare perfetto. Invece, nel pomeriggio il vento rinforza da ovest prendendo Habibti al traverso e mettendo sotto sforzo la linea d'ancoraggio. Per diminuire la trazione laterale aggiungo un'altra cima che fisso alla galloccia di prua e che porto a terra. Nel tardo pomeriggio vedo accumularsi sopra di noi delle minacciose nuvole nere e così, analogamente a quanto  fatto la sera precedente, ci mettiamo alla fonda nella baia antistante in prossimità della riva. Anche qui la profondità è considerevole, ma il fondo di sabbia e fango è buon tenitore. Dopo lo scroscio pomeridiano la serata trascorre tranquilla. Di fronte a noi, sulla terra ferma, notiamo un largo tendone bianco che ha l'aria di essere un ristorante. Non vediamo nessun movimento e quindi deduciamo che esso sia chiuso. Tutto resta tranquillo fino alle due di notte quando veniamo svegliati da un rumore assordante di "boom boom music" e da un continuo andirivieni di gommoni che ci passano accanto a tutta velocità con a bordo gente in evidente stato di ubriachezza. Fortunatamente, oltre alla luce di fonda in testa d'albero, ne avevo aggiunto un'altra lampeggiante sul boma. Il locale che avevamo scambiato per un ristorante, in realtà è una discoteca che comincia ad affollarsi a quell'ora di notte e che terrà la musica a palla fino alle sei e mezza del mattino. E meno male che avevamo deciso di non andare a Marmaris per trascorrere una notte tranquilla.
 
(Giornale di bordo)

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