CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 23 settembre 2022

Çubucak - Kuyulu Buku

 
Sveglia all'alba. Nuotato e fatto yoga. Attendiamo che si alzi un po' di vento per spostarci nella limitrofa Kuyulu Buku. Tutti i caicchi che ieri la affollavano se ne sono andati. Inoltre, essendo oggi giorno di cambio degli equipaggi anche per i charter, supponiamo che questa sera non dovrebbero esserci nemmeno troppe barche a vela in giro. Verso le 10 diamo fondo nella baia portando due cime a terra e legandole, come spesso abbiamo fatto fin'ora, a due grossi alberi. Trascorriamo la mattinata alternando qualche bagno ad un po' di lettura. Verso mezzogiorno compare nella baia il barcone di Carrefour che segnala il suo arrivo con due colpi di sirena. Lo raggiungo con il tender per comprare un po' di ghiaccio. Ritornato in barca, Tania mi dice che dei tipi sulla spiaggia le hanno fatto capire che dobbiamo togliere le nostre cime dagli alberi a cui sono legate. Dicono di essere delle guardie forestali, anche se sono tutti vestiti in borghese. Quelli della barca vicino a noi, le cui cime in effetti sono legate ad un grosso masso, ci dicono che negli ultimi tempi le autorità stanno facendo applicare una vecchia legge che fino ad ora non è mai stata rispettata. La ratio è quella di proteggere i tronchi che potrebbero essere danneggiati dalle cime quando il vento le mette in tensione. Il principio è assolutamente condivisibile. Il fatto è che i primi a non rispettarlo sono proprio le imbarcazioni più grandi, in particolare i caicchi, che a causa del loro peso sono quelli che rischiano di fare danni maggiori. In ogni caso c'è poco da discutere, togliamo le cime e diamo fondo restando alla ruota poco lontano. Pranziamo con due uova al tegamino ed un'insalata. L'ancoraggio è ben ridossato, tanto che non si percepisce minimamente il vento che come gli altri giorni rinforza nel pomeriggio. In compenso, nel tentativo di sbarazzarmi di un insetto dalla forma di una vespa gigante, non trovo di meglio che farmi pungere su un dito, con il risultato che oltre al dolore lancinante trascorro il resto del pomeriggio a spalmarvi sopra una crema a base di cortisone. La giusta punizione per i miei istinti omicidi. Nel pomeriggio ricevo per mail la risposta ad un quesito che avevo posto all'Hallberg Rassy su come procedere alla pulizia del serbatoio del gasolio. Un'operazione che continuo a rimandare di anno in anno ma che è giunto il momento di fare assolutamente. Scopro che è molto più semplice di quanto credessi. Immaginavo, infatti, di dover svuotare completamente il serbatoio per pulire il fondo da eventuali residui di acqua e di morchia. Invece, quelli del cantiere mi spiegano che esiste una valvola connessa ad un tubo che pesca direttamente dal fondo del serbatioio che è sufficiente aprire. Una volta aperta occorre aspirare con un'apposita pompa il gasolio travasandolo in un contenitore finchè questo non esce perfettamente pulito. Il consiglio è di effettuare questa operazione all'inizio di ogni stagione. Cosa che fino ad ora io non ho mai fatto, limitandomi ad aggiungere ad ogni pieno del Fastoil e dell'Ecobact. Dopo la puntura dell'insetto, la giornata procede un po' di traverso. Nel richiudere lo sprayhood, che sono solito abbassare per fare circolare meglio l'aria in pozzetto, sforzo la cerniera scucendo un pezzo della linguetta in tessuto che la protegge dai raggi solari. Una sciocchezza, ma dovrò chiedere ad Ozgur di farla ricucire a macchina una volta lasciata la barca a Bodrum. Con quest'ultimo inconveniente si conclude la giornata.  cavolata termino la giornata. Trascorreremo il resto della serata sottocoperta. All'esterno comincia a fare un po' troppo freddo.
 
(Giornale di bordo)

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