CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







giovedì 29 settembre 2022

Kos

All'alba facciamo una lunga camminata fino al capo nordorientale di Kos. Una decina di chilometri tra andata e ritorno. Alle 8.30 siamo nuovamente in barca e, dopo una doccia e colazione, verso le 10 affittiamo un motorino con il quale andremo alla scoperta dell'isola. A Kos, negli anni, mi sono già fermato diverse volte. Una quindicina di anni fa anche Nausicaa, la mia precedente barca, era rimasta ormeggiata qui per alcuni mesi. Tuttavia non avevo mai approfittato di queste soste per dedicarmi a conoscere un po' meglio il resto dell'isola. Il motorino è uno scooter con un motore di 150 di cilindrata con una buona ripresa. Per prima cosa andiamo in un negozio di biciclette poco fuori città dove compriamo una pompa a mano. Uno strumento che a bordo ha sempre la sua utilità nel caso dovessimo gonfiare un parabordo o aggiungere un po' di pressione al vaso d'espansione. Quindi raggiungiamo Fokas Beach, dove si trova un complesso residenziale posto sull'estremità orientale dell'isola. Qui la strada asfaltata finisce e siamo obbligati a ritornare sui nostri passi. Girovaghiamo un poco alla ricerca di una strada secondaria che ci porti sul crinale della catena montuosa che separa il lato settentrionale dell'isola, piuttosto pianeggiante, da quello meridionale, caratterizzato da ripidi pendii a picco sul mare. Finalmente ne troviamo una che dopo alcuni chilometri diventa sterrata. Raggiungiamo così uno dei punti più elevati dell'isola dal quale si gode una vista spettacolare. Le pendici delle montagne che abbiamo appena attraversato sono ricoperte di conifere che emanano un forte profumo di resina. Ci godiamo un po' di refrigerio alla loro ombra. Sul crinale ci sono alcuni stazzi delimitati da recinti dentro ai quali pascolano greggi di pecore e capre. Tranne questi ultimi tutt'intorno non vediamo anima viva. Seguiamo una strada sterrata che dopo una quindicina di chilometri si immette in una stretta strada asfaltata immersa nella foresta che ci conduce fino all'abitato di Zia. Qui, lungo una ripida e dissestata salita, raggiungiamo una taverna con una terrazza panoramica su tutta la parte settentrionale dell'isola. I pochi altri avventori sono arrivati fin qui a piedi o a bordo di fuoristrada. Nel pomeriggio, lungo una strada a tornanti, ridiscendiamo verso il mare. Qui ci fermiamo da Hatziemmanouil, una winery dove effettuiamo una parca degustazione e compriamo qualche bottiglia. Verso sera ci dirigiamo verso Kefalos, il villaggio all'estremità sud occidentale dell'isola. Un paesino con un piccolo porto occupato per lo più da pescherecci nel quale vediamo ormeggiata un'unica barca a vela. Sulla strada del ritorno, dopo il tramonto, siamo obbligati ad indossare le giacche che avevamo portato con noi. L'aria è decisamente fresca. Restituiamo il motorino che è già buio. E' tutto impolverato e mi giustifico dicendo che è a causa di un breve tratto di strada sterrata che abbiamo dovuto percorrere per raggiungere una spiaggia. Di confessare che avevamo percorso le dissestate strade di montagna di Kos non me la sono sentita. Dobbiamo avere tutti e due un'aria piuttosto sfatta. Infatti, passando a piedi davanti ad uno dei ristoranti sul lungo mare rientrando al Marina il proprietario, appoggiato alla veranda del locale, ci dice: "Hi guys!! You had a very long day, isn't it?". Il che la dice tutta sul nostro aspetto. Dopo una doccia ristoratrice trascorriamo la serata su Habibti gustandoci una bottiglia di vino bianco fresco e delle tartine con delle uova di lompo. La degna fine di una bellissima e stancante giornata.

(Giornale di bordo)

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