E poi arrivano anche le giornate NO. Quelle durante le quali se c’è qualcosa che può andare storto di sicuro lo farà. Come insegnava Murphy. Ci siamo svegliati presto, come al solito, dopo una nottata tranquilla a Porto Palma. In giornata e per le prossime 48 ore è previsto vento da ovest. Guardiamo la carta, consultiamo un paio di siti e decidiamo di spostarci a Golfo Pevero. Un’ampia baia sulla costa orientale, poco a sud di Porto Cervo. Lasciamo il gavitello e apriamo il solo genoa. Nel canale prima di arrivare all’isola delle Bisce ci sono una ventina di nodi e Habibti corre sui 6 di velocità. Per attraversare a vela il passaggio tra l’isola delle Bisce e la terraferma devo cambiare bordo. Faccio una strambata e il fiocco, accidenti a lui, si incattivisce sul pulpito di prua. Il tempo di rimettere la barca sul bordo precedente e noto che la base del genoa, per la verità già un po’ stanco, si è scucita per un paio di metri. Niente di grave. La vela fortunatamente è intatta, ma è comunque una seccatura. Superiamo la secca di fronte a Porto Cervo ed entriamo nell’ampio golfo Pevero. Diamo fondo nella sua parte finale sul lato sud-ovest in 5 metri d’acqua tenendoci a debita distanza da un paio di gavitelli. Il golfo, sulla carta, è ottimamente ridossato dai venti occidentali. Tuttavia, nonostante il vento soffi da ovest sempre sui 20 nodi nel golfo continua ad entrare un’onda lunga da nord-est. Risultato: Habibti oscilla da un lato e dall’altro in modo decisamente fastidioso. Penso che di lì a poco l’onda vecchia si attenui sopraffatta dal vento nuovo. Aspettiamo qualche ora e invece niente. Così, poiché per spostarci comincia ad essere un po’ tardi, do fondo nuovamente all’ancora e prendo uno dei gavitelli legandovi una cima a poppa, in modo da tenere la prua di Habibti in direzione delle onde. La situazione migliora, ma la scelta non è risolutiva. Intanto la chiusura del mezzo marinaio con il quale avevo preso e tenuto il gavitello in modo da permettere a Tania di farvi passare la cima, forse perché sottoposto a troppa tensione si blocca e mi ci vuole un buon quarto d’ora a forza di WD40 e colpi di martello per sbloccarlo. Poi è la volta degli occhiali che poso un attimo su una delle sedute in pozzetto. Me ne dimentico e ci metto un piede sopra piegando una delle stanghette. Ci manca solo che questa sera il gas finisca mentre si sta cucinando e il gioco è fatto. Vabbè domani ricuciremo la vela e se il moto ondoso continua così ci sposteremo da un’altra parte. Per oggi meglio non prendere altre iniziative. Quando non è cosa non è cosa.
(Giornale di bordo)

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