CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







venerdì 13 maggio 2022

Gokkaya Limani - Finike


Lasciamo Gokkaya Limani alle 8.30. Anche la barca accanto alla nostra, un Bavaria 40 con il pozzetto centrale, è transitata sotto il cavo che attraversa il canale che separa la terraferma da un isolotto antistante. La seguiremo poco dopo. L'altezza è più che sufficiente per una barca delle dimensioni di Habibti, ma procediamo comunque con estrema cautela sapendo bene che Murphy è sempre in agguato. Dirigendoci verso est incontriamo, all'altezza di Tasbidi Burun, un porto di recente costruzione. Non è segnato sulla carta nautica né su quella del plotter. Lo riporta solo la Navionics che ho scaricato sull'I-pad. A parte l'imponente massicciata della diga foranea non c'è nulla. Al suo interno troviamo una barca a vela con la bandiera svedese alla fonda. Il porto ci ricorda tantissimo quello che trovammo ad Avsa Adasi, nel Mar di Marmara. Una sorta di porto fantasma, ma dall'eccelente qualità costruttiva. Ci chiediamo solo quale sia stato il senso di costruirlo qui, essendo i due porti di Cayagzi e Finike entrambi a poche miglia di distanza. Tutta la zona circostante è caratterizzata da bassi fondali. Arriviamo a Finike verso mezzogiorno. Prima di chiamare per radio gli ormeggiatori del Marina facciamo il pieno di gasolio. Terminata questa operazione gli ormeggiatori ci indirizzano verso il pontile A al posto numero 17. Ormeggiamo accanto ad una vecchia barca a vela in ferro dall'aria un po' trasandata. Mentre stiamo ancora sistemiamo le cime si presenta Uve, un gioviale signore tedesco con i capelli bianchi raccolti a codino e proprietario di un Moody 37 ormeggiato poco più in là. Ci da qualche utile indicazione sul Marina e sulla città. La buona notizia è che nel Marina non vi sono compagnie di charter. Il che significa un po' di tranquillità. C'è invece un'ampia comunità di pensionati che lasciano qui ormeggiate le loro barche, su cui trascorrono la maggior parte dell'anno. Sono per lo più tedeschi, ma c'è anche qualche inglese. Conosciamo anche Simon, un australiano che vive a bordo del suo 53 piedi autocostruito con il quale è arrivato qui da Brisbane un paio di anni fa. Completate le formalità al Marina comincio a portarmi avanti con i lavori per sistemare la barca in vista della nostra partenza. Lavo per bene la coperta, le cime e il tender. La sera facciamo una passeggiata lungo i pontili. Vi troviamo altri tre Hallberg Rassy: un 352 con il teak piuttosto malandato e due 53 piedi di cui uno tenuto molto bene. Una gran bella barca. Appena il sole tramonta la temperatura scende di diversi gradi. D'altra parte Finike è circondata da alte montagne su alcune delle quali, nonostante la stagione avanzata, c'è ancora la neve. Facciamo una doccia nei bagni impeccabili del Marina e ceniamo in barca. Siamo arrivati sani e salvi a destinazione.
 
(Giornale di bordo) 

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