CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







sabato 7 maggio 2022

Kastellorizo

In mattinata ormeggiano in banchina due barche a vela, una inglese, l'altra tedesca. Entrano nella baia mentre ci stiamo gustando una limonata fresca seduti ad uno dei tavoli di Meltemi, il bar del porto dove la notte scorsa hanno suonato musica greca fino alle tre del mattino. Verso le 11 cominciano ad arrivare una serie di battelli provenienti da Kas, l'antistante cittadina sulla costa turca che dista poco più di sei miglia. Scendono a terra decine di turisti che trascorreranno la giornata sull'isola per poi ripartire nel tardo pomeriggio. Con Tania iniziamo il nostro pellegrinaggio nei luoghi in cui sono state girate le varie scene di Mediterraneo, il film di Salvatores vincitore di un premio Oscar nei primi anni '90. Uno dei nostri film preferiti. Visitiamo il luogo dello sbarco, nella vicina Mandraki, la piazzetta di fronte alla chiesa accanto alla quale il gruppo di militari italiani fu "attaccato dai polli greci", il portico dove sono state girate  le scene della serata con Aziz il turco e quella del pranzo con il tenente Carmelo La Rosa, atterrato sull'isola con il suo ricognitore diretto a Creta, la "casa azura" di Vassilissa. Nella piccola baia di Mandraki, dove i fondali sono davvero bassi, è alla fonda un ketch francese. Risalendo la ripida scalinata che dalla baia porta al Castello incontriamo un gruppo di italiani originari di Brescia. Sono arrivati con uno dei traghetti di questa mattina. Rispetto al 2005, anno del mio ultimo passaggio a Kastellorizo, molte case sono state restaurate, ma l'anima dell'isola è rimasta immutata, almeno in questo periodo dell'anno. Pranziamo da "Alexandra" un ristorante sulla banchina del porto che ci pare un po' più sofisticato rispetto alle due taverne di Lazzaro e Niko. Il carpaccio di pesce è buono, ma per il resto si rivela una mezza delusione. Nel pomeriggio la barca dei ragazzi francesi accanto a noi salpa per Rodi. Verso sera appare sotto la chiglia di Habibti la solita enorme tartaruga caretta. Nel porto ve ne sono tantissime ed ognuna, ci spiegano, ha il proprio territorio di caccia. Vediamo anche un pesce leone, conosciuto pure come pesce scorpione per i suoi aculei velenosi. Niko mi spiega che si tratta di un pesce che proviene dal Mar Rosso e che è apparso da queste parti solo recentemente. Che la temperatura dell'acqua in Mediterraneo si stia alzando putroppo è un dato di fatto. Mentre in pozzetto stiamo bevendo un bicchiere di retzina, Niko ci porta alcune ostriche che ha pescato nel pomeriggio. Lo raggiungiamo poco più tardi sedendoci al tavolo di Andrea e Giulio, i due ragazzi italiani incontrati ieri sera. Niko si aggrega a noi e trascorriamo una piacevolissima serata tra una chiacchera e un gioco di prestigio, di cui Niko è un maestro. Da orgasmo papillare i minuscoli gamberetti crudi che ci fa assaggiare. Si è fatto tardi e in giro non c'è più nessuno. Le sole risate che si sentono nell'aria sono le nostre. Cinque persone che poche ore prima non si conoscevano si comportano come se si conoscessero da sempre. Anche questo fa parte della ineguagliabile magia del viaggiare per mare.

(Giornale di bordo)

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