CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







lunedì 28 ottobre 2024

Punta Ala

 


Dopo l’ennesimo temporale notturno, questa mattina ci siamo svegliati con un bel cielo sereno. In più, le previsioni danno bel tempo per tutta la settimana. Chissà se riusciremo finalmente a lasciare il Marina e trascorrere qualche giorno all’isola d’Elba? La batteria, mi dicono, è stata spedita. Speriamo che riescano a montarla domani. Purtroppo in Italia, ma non solo, nel mondo della nautica l’imprevedibilità la fa sempre da padrone. In mattinata ho montato le scotte della randa e dei carrelli. Poi si è andati nuovamente a Follonica. La buonissima ricotta comprata l’altro giorno è terminata e quindi siamo passati da Ranieri a comprarne una fresca. La scoperta di questo caseificio è stata davvero una bella sorpresa. Poi si è fatto un salto in un negozio di nautica nell’area industriale. Devo risolvere la piccola infiltrazione d’acqua dal passa uomo della cabina di prua. Poca cosa e solo quando piove forte, ma andando verso l’inverno è cosa da fare. Un salto alla Coop per rifornire un poco la cambusa e poi nuovamente in barca. Si è pranzato verso le 15.30 in pozzetto sotto un bel sole, più primaverile che autunnale. Ho chiamato Johnatan che ho trovato ad Atene in barca. Mi ha detto che dopo diversi anni ha lasciato Kalamata ed è alla ricerca di un posto dove lasciare il suo Hallberg Rassy 46 a svernare. Per pranzo ho cucinato due milanesi che abbiamo accompagnato con un tabbule (per la gioia di Tania) e con del raki con ghiaccio. Appena il sole tramonta l’aria rinfresca e purtroppo arrivano anche le zanzare, che siamo riusciti a debellare grazie a due zampironi elettrici e ad una candela di citronella. Non fa per nulla freddo e abbiamo trascorso la serata leggendo e guardando un poco Rai Play.

(Giornale di bordo)

domenica 27 ottobre 2024

Punta Ala


Nella notte nuovamente pioggia. Svegliati alle 7.30 con il ripristino dell’ora solare. Per prima cosa ho asciugato l’acqua in sentina, che fortunatamente era dolce e poca. Speriamo che, come già accaduto una volta, la piccola perdita si fermi. Per tutta la mattinata ho lavorato in coperta, prima per pulire a dovere il vano dove si trovano le due bombole del camping gas e poi tutto il ponte in teak, che ne aveva proprio bisogno. A lavoro terminato la nostra Habibti ha cambiato aspetto. Si è pranzato con degli stuzzichini preparati amorevolmente da Tania seduti a prua sotto un sole pallido ma che riscaldava a dovere. Ci siamo davvero goduti il momento. Poi ho fissato con dei chiodini il pezzo di moquette comprato ieri a Follonica sull’asse che utilizziamo come passerella quando siamo in porto. In questo modo non sfrega più direttamente sul legno a poppa. Ho provato anche la nuova passerella in teak fatta da Eugenio. Terminato questi lavoretti si è fatta una lunga passeggiata nel Marina rientrando in barca che era già buio. La sera abbiamo bevuto acqua, limone e salvia bollente. Tania non si sentiva un granché bene. Probabilmente ha preso un poco freddo durante la nostra camminata. Poi abbiamo visto un programma televisivo su Rai Play. Ha ricominciato a piovere un’altra volta e quindi nulla di meglio che mettersi a letto sotto il piumone.

(Giornale di bordo)

sabato 26 ottobre 2024

Punta Ala


Durante la notte ci sono stati un paio di temporali, ma in giornata è ritornato, seppure un po’ timido, il sole. Per tutta la mattinata ho lavorato alla mia relazione terminando quanto devo consegnare lunedì, verso le 14. Essendo sabato c’è un po’ più di gente in giro, ma non troppa. Con Sandro e Flavia, che hanno fatto un salto in porto, si è deciso di andare a cena “da Grazia”, un ristorante lungo la strada per andare a Castiglione della Pescaia. Nel pomeriggio abbiamo fatto un salto da Brico a Follonica per comprare un paio di piccole tenaglie, dei chiodini e un po’ di moquette con la quale foderare una parte della passerella in legno che usiamo in porto per salire su Habibti. Ne abbiamo anche approfittato per comprare della ricotta fresca da Ranieri, un caseificio che ci ha indicato Flavia. Purtroppo controllando la sentina vi ho trovato un po’ di acqua dolce. Dopo un periodo durante il quale non era più apparsa eccola nuovamente qui. Spero di avere più fortuna dell’ultima volta per identificare da dove proviene la perdita. Infatti l’ultima volta, prima che la perdita sparisse per un po’, è restato un mistero. Prendiamo la cosa con filosofia e incrociamo le dita. Certo, se ci fosse stato ancora con noi Guido tutto sarebbe stato più semplice. 

(Giornale di bordo)

venerdì 25 ottobre 2024

Punta Ala


In mattinata ho riparato il Jabasco della toilette sostituendolo con uno nuovo in quanto quello vecchio perdeva un po’ d’acqua durante il pompaggio. Oggi è davvero una giornata molto piovosa e umida. Così abbiamo fatto un salto a Follonica alla Coop a fare la spesa e poi, nel pomeriggio, ho lavorato sulla mia relazione. Per cena si sono cucinati dei calamari al vino rosso. Veramente ottimi. In questo periodo la nostra barchetta svolge essenzialmente la funzione di casa galleggiante e a bordo si sta veramente bene. I ritmi del rebetiko ci tengono compagnia in serata e ci riportano con la memoria alla amata Grecia.

(Giornale di bordo)

giovedì 24 ottobre 2024

Punta Ala


In mattinata ho lavorato sulla relazione sui BRICS che mi è stata richiesta prima di andare formalmente in pensione. Lavorare in barca è una bella sensazione e il tempo è passato velocemente. Il falegname del cantiere mi ha portato la nuova passerella che Stefano, nel pomeriggio, ha provveduto a completare con un paio di accorgimenti per maneggiarla e fissarla meglio alle draglie quando si è in navigazione. Siamo rimasti a chiacchierare per un paio d’ore in pozzetto. Verso le 18 si è cenato: insalata e ravioli ripieni di mozzarella e basilico con salsa al pomodoro. Per oggi era stata annunciata un’allerta meteo, invece ha piovuto un poco, ma meno del previsto. La serata ce la siamo goduta in quadrato. Tania si è addormentata che erano le 20 e io ho guardato un paio di filmati su You Tube. È bello vivere così, senza fretta. L’idea è quella di restare qui ancora alcuni giorni sperando di riuscire ad uscire in mare a partire da martedì-mercoledì della settimana prossima, una volta arrivata la nuova batteria. 

(Giornale di bordo)

mercoledì 23 ottobre 2024

Punta Ala


Ilario, l’elettrauto arriva puntuale alle 9. È un signore ottantunenne, conosciutissimo a Punta Ala per la sua grandissima esperienza e professionalità. Cosa che constatiamo anche noi immediatamente. Scopriamo con piacere che è anche una persona gradevolissima e molto interessante. Ci dice di essere presissimo da un grosso lavoro al Pontone, ma che Sandro ha tanto insistito affinché passasse da noi in mattinata per montare il nuovo alternatore. L’operazione si rivela non essere facilissima a causa  della scarsa accessibilità al vano motore in quel punto. Lo stesso Ilario mi suggerisce di risolvere quel problema facendo fare da un falegname un’ulteriore apertura laterale nella cabina di poppa in aggiunta a quella già esistente che dà accesso esclusivamente alle prese a mare e all’invertitore. Valuterò senz’altro il suggerimento, considerato che al momento non potrei accedere al motorino d’avviamento senza dover prima togliere l’alternatore. Cosa che mi impedirebbe di poter mettere in moto il motore con il classico sistema del cacciavite in caso di avaria dello starter. Con un po’ di fatica, ma alla fine l’alternatore viene montato e funziona perfettamente. Ora non resta che sostituire la batteria difettosa. Altre riparazioni, come ad esempio il radar che non riceve più il segnale, sono al momento meno urgenti. Salutato Ilario, in una Punta Ala deserta, incontriamo Alessandro, il nostro caro amico ormeggiatore. Insieme commentiamo come adesso stia per iniziare il periodo dell’anno più gradevole per starsene in porto o uscire in mare senza l’affollamento che ormai sempre più caratterizza i mesi estivi. L’unico neo è che in questo periodo stanno effettuando i lavori di ristrutturazione del piazzale antistante i negozi e durante le ore della giornata si sentono un poco i mezzi meccanici al lavoro. Per pranzo cucino una frittata di cipolle, ma a metà cottura il gas finisce. Cambio la bombola, ma la combinazione uova-cipolle rosse di Cannara fa sì che la restante acqua delle cipolle abbia trasformato il colore della frittata dal normale giallo in…. verde. Il sapore è buono, ma l’aspetto è davvero orrendo. In ogni caso non ce la sentiamo di buttare via tutto e così piano piano la terminiamo. Non ci saremmo stupiti, visto che la frittata ha lo stesso colore di ET, di vederlo comparire sul boccaporto e chiederci di essere invitato a pranzo. In serata facciamo un salto a Castiglione della Pescaia a fare un paio di acquisti al supermercato e la sera la trascorriamo in quadrato, io a scrivere e Tania addormentata sul divano.

(Giornale di bordo)

martedì 22 ottobre 2024

Punta Ala


Mi sveglia alle 5 un forte acquazzone. Il tempo per i prossimi giorni è previsto instabile e piovoso. Al caldo del piumone comincio a ragionare su come impostare la giornata che si appresta ad iniziare. Stefano passerà sul presto a montare lo sprayhood nuovo e poi, alle 9, dovrebbe essere qui anche l’elettricista. Entrambi arrivano puntuali. Stefano, come al solito, è preciso e affidabile. L’elettricista invece, una volta verificato con l’apposito strumento che una delle quattro batterie è da cambiare, preferisce chiamare il tecnico della Mastervolt per proseguire il lavoro. Con quest’ultimo, dopo varie prove scopriamo che il caricabatterie fortunatamente funziona. Semplicemente, al momento della sostituzione dello stacca batterie, chi ha fatto il lavoro non aveva collegato il cavo dell’alimentatore. Davvero una leggerezza, ma in ogni caso meglio così. Ordino al tecnico la nuova batteria pregandolo di montarmela il più presto possibile. Verso la fine della mattinata arrivano a bordo del loro HR 36 Sandro e Flavia che carinamente ci invitano a cena a casa loro. Sandro mi aiuta anche a trovare un buon elettrauto che mi possa cambiare l’alternatore. Alternatore che ho già a bordo come ricambio. Un altro piccolo passo in avanti per rimettere Habibti in ordine, seppur con un po’ di sforzo, è fatto. La serata a casa di Sandro e Flavia è davvero molto gradevole. Anche Piero, il loro figlio più giovane, è molto simpatico e il vino che produce è squisito. Così come il pesce spada cucinato da Sandro. Sperando che Habibti sia nuovamente in piena efficienza nei prossimi giorni, con Sandro decidiamo di trascorrere insieme il fine settimana dei Santi a Porto Azzurro. Domani telefonerò al porto per prenotare.

(Giornale di bordo)

lunedì 21 ottobre 2024

Punta Ala


Dopo aver trascorso le ultime settimane a sistemare i pacchi del trasloco da Riad eccoci finalmente su Habibti. Il programma sarebbe quello di raggiungere Sandro e Flavia domani a Porto Azzurro. Tuttavia, una volta a bordo, abbiamo l’amara sorpresa di avere il Mastervolt che non carica. Luca, l’elettricista del cantiere, dopo aver cambiato lo stacca batterie dei servizi mi aveva assicurato che era tutto in ordine. Invece, ahimè, non è così. In cantiere mi promettono che domattina risolveranno il problema. Per oggi dobbiamo accontentarci di non connetterci in banchina e di ricaricare le batterie accendendo il motore. Al momento di mettere in moto, tuttavia, scatta l’allarme che segnala un voltaggio troppo elevato. Indice che anche l’alternatore è probabile che abbia un problema. Ci viene così il dubbio  e che la diminuzione del liquido delle batterie che avevamo riscontrato in occasione del nostro passaggio a settembre possa dipendere proprio dal fatto che l’alternatore invii alle batterie un sovraccarico di corrente. Domani vedremo. Per il momento trascorriamo la serata in quadrato, assaliti all’ora del tramonto da nugoli di zanzare. Nonostante tutto siamo felici di essere nuovamente a bordo di Habibti che, per necessità, in questo periodo abbiamo un po’ trascurato.

(Giornale di bordo)

martedì 17 settembre 2024

Punta Ala


Al risveglio si ripresenta il problema della sera precedente. I led del frigo e dell’autoclave sono nuovamente spenti. Controllo le batterie dei servizi e rilevo che, purtroppo, manca parecchia acqua distillata. Ne aggiungo fino a riportare il liquido al livello corretto. Faccio un salto in cantiere e chiedo di mandare a bordo un elettricista per controllare se le batterie si siano danneggiate. Alle 9, puntuale, arriva Stefano. Dopo un’attenta analisi scartiamo l’idea di estendere la copertura del pozzetto con una struttura smontabile. Troppo complicato a farsi, oltre al fatto che la gestione dei winch in navigazione sarebbe stata molto più complessa. Nel mentre si discute al riguardo, arriva Luca, l’elettricista. Le batterie sono un po’ giù e decidiamo di lasciarle in carica per vedere se si riprendono. Ma il problema del passaggio intermittente di corrente al pannello di controllo posto accanto al tavolo da carteggio sembra derivare dalla leva dell’interruttore generale che occorre cambiare. Nel frattempo Stefano rinforza con dei rivetti la struttura in acciaio del tendalino e poi monta il nuovo tendalino sul quale installiamo i pannelli solari. Infine, insieme prendiamo le misure delle due grucce in acciaio che serviranno per agganciare il tender a poppa. Stefano si conferma essere un professionista molto serio, oltre che una persona davvero squisita. Con lui trascorriamo il resto della mattinata a chiacchierare in pozzetto. Il resto della giornata trascorre velocemente. Nel pomeriggio inizia a piovere e così decidiamo di restarcene sottocoperta al calduccio.

(Giornale di bordo)

lunedì 16 settembre 2024

Punta Ala


Dopo qualche giorno in montagna eccoci nuovamente qui. Arriviamo in porto sul tardi e piuttosto stanchi per il viaggio. Purtroppo su Habibti constatiamo che c’è un piccolo problema tecnico. Per poter accendere il frigo e l’autoclave devo agire più volte sulla leva dell’interruttore generale. Domattina, prima che arrivi Stefano a montare il tendalino, darò una spruzzata di WD 40 nell’alloggiamento della leva. Ma ora non ci voglio proprio pensare. La cena in pozzetto è gradevole e lo è altrettanto la passeggiata in porto che facciamo prima di andare a dormire.

(Giornale di bordo)

mercoledì 11 settembre 2024

Punta Ala


Siamo arrivati a Punta Ala nel tardo pomeriggio dopo essere passati da Stefano a Follonica a lasciargli il nuovo sprayhood per una piccola modifica. Ci diamo appuntamento per martedì prossimo per montare il nuovo tendalino e per verificare la fattibilità di alcune altre idee che ho in mente da tempo. Habibti è tutta pulita ed ormeggiata al suo pontile. Eleonora l’ha curata per noi durante i nostri quattro mesi di assenza. Salutiamo anche Alessandro che ci regala una bottiglia di rosso di Bolgheri come benvenuto. Ceniamo in pozzetto. Finalmente, dopo anni, abbiamo trovato una lampada da esterno che fa la luce che piace a noi. Il nostro è solo un rapido passaggio. Infatti domattina già dobbiamo partire per Milano e poi, a seguire, in montagna. Andiamo a letto presto ed è un vero piacere essere nuovamente a bordo della nostra barchetta.

(Giornale di bordo)

venerdì 6 settembre 2024

Vicino al mare


Il tempo è più complesso vicino al mare, che in qualsiasi altro posto, perché oltre al transito del sole e al volgere delle stagioni, le onde battono il passare del tempo sulle rocce e le maree salgono e scendono come una grande clessidra.

(Johnatan Steinbeck, Scritti)

sabato 24 agosto 2024

Elogio della fuga


Quando non può più lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità: andare alla deriva o fuggire davanti alla tempesta. La fuga è spesso il solo modo di salvarsi.

(Henri Laborit, Elogio della fuga)

sabato 3 agosto 2024

Cuore marinaio


Dal tanto amarti, mare,
il mio cuore è divenuto
marinaio.
E mi inizia a cantare
sui pennoni d'oro
della luna, nel vento.
Qui la voce, il canto.
il cuore lontano
dove risuonano i tuoi passi
lungo le rive del porto.
Dal tanto amarti, mare,
la tua assenza mi fa soffrire
fin quasi a farmi piangere.
Mare!
Ed è come se, all'improvviso,
fosse tutto chiaro.
Angeli nudi. angeli
di brezza e luce. Il canto
dell'acqua che danza
sarabanda di cristallo
Isole, onde, conchiglie.
Bianco grido di sale…
E il cuore, battito
dopo battito, dice Mare!"

(Merita Del Mar, Mare Verde)

 

venerdì 26 luglio 2024

La libertà del mare


Ciò che conta di fronte alla libertà del mare non è avere una nave, ma un posto dove andare, un porto, un sogno, che valga tutta quell'acqua da attraversare.

(Alessandro D'Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue)

mercoledì 17 luglio 2024

Sic transit


Il mare non trattiene le linee tracciate dagli uomini. Cancella quei confini in una danza di onde. Sa i pesci liberi di muoversi e le dimentica. Le isole sono pause di terra, perché il mare è fatto per passarci, non per restare.

(Marco Aime, L'isola del non arrivo)

venerdì 26 aprile 2024

Punta Ala


Una volta caricati i bagagli in macchina partiamo alle 9.30. C’è la prendiamo con calma in quanto l’aereo per Riad partirà solo nel pomeriggio. Per strada c’è traffico. Molta gente è in giro approfittando del ponte del primo maggio. Ci godiamo il paesaggio della Maremma. La primavera, nonostante ancora la temperatura sia piuttosto fredda, è esplosa. Ci riempiamo gli occhi di verde. A partire da domani e per i prossimi mesi fino a settembre saremo nuovamente circondati dal deserto e di verde ne vedremo davvero poco. Facciamo un breve bilancio del nostro recente trasferimento dalla Grecia. Tutto è andato davvero nel migliore dei modi. Ora non ci resta che tenere duro e pazientare per gli ultimi mesi in Arabia Saudita. Un’esperienza professionale molto interessante ma della quale comincio ad essere un po’ stanco. Una volta ritornati in Italia mi resteranno pochi mesi fino alla fine dell’anno per completare alcuni adempimenti amministrativi prima di andare in pensione. Ma in questo periodo contiamo comunque di passare un po’ di tempo con Habibti. Mi attende un nuovo e importante giro di boa, che con Tania viviamo come l’inizio di un nuovo capitolo della nostra vita che sarà senz’altro altrettanto ricco ed interessante.

(Giornale di bordo)

giovedì 25 aprile 2024

Montemerano


Sul parabrezza posteriore dell’auto che abbiamo affittato e che ieri sera avevamo parcheggiato in porto troviamo un bigliettino nel quale ci viene intimato di spostarla entro quattro ore pena trovarla con le ganasce alle ruote. Sono le 8 del mattino e il biglietto deve essere stato messo da poco dal personale della società che effettua la sicurezza nel Marina. Lo stesso biglietto è stato posto anche sulle auto vicine. In passato la regola di non poter lasciare permanentemente l’auto nei parcheggi a rotazione veniva applicata durante i mesi estivi, quando effettivamente il porto è molto frequentato. È vero che oggi è il 25 aprile e che nei prossimi giorni molta gente farà il ponte fino all’1 maggio, ma comunque trovare questo genere di avvertimento in questa stagione mi lascia un po’ perplesso. Soprattutto in quanto  pare che in questi ultimi anni questa disposizione venga applicata durante ogni fine settimana anche nei periodi fuori stagione. Il che, francamente, mi pare un poco esagerato. A Montemerano la casa è in ordine. Lasciamo in garage la passerella in carbonio e il telo in plastica che eravamo soliti utilizzare per coprire lo sprayhood e il pozzetto nei periodi in cui non siamo in barca. Entrambi, almeno per un po’, non ci serviranno. Per le strade del paese incontriamo qualche persona di conoscenza con la quale ci fermiamo a scambiare due parole. Poi andiamo a casa di Dino e Rosaria a Braccagni. Ros con alcune amiche motocicliste è in partenza per la Corsica, mentre Dino sta lavorando su due Harley che deve consegnare a Torino nei prossimi giorni. È sempre una gioia rivedere questi due cari amici. Ritornati a Punta Ala parcheggio l’auto in cantiere. Pranziamo in pozzetto e facciamo una telefonata per salutare Dominique e Anne, due amici velisti con i quali siamo rimasti in contatto. Nelle scorse settimane hanno percorso più o meno la nostra rotta. Dopo essere rimasti fermi alcuni giorni a Siracusa a causa del cattivo tempo ora sono nuovamente in navigazione. Stanno facendo rotta su Procida e poi verso il nord della Sardegna, prima di raggiungere la Camargue dove metteranno la barca in secco fino all’autunno. Anche loro non amano navigare in estate, un periodo nel quale, ormai più o meno ovunque, per mare c’è davvero troppa gente. In autunno porteranno la barca alle Canarie in attesa di decidere quali saranno i loro nuovi programmi. Il giro del mondo lo hanno già fatto una volta e chissà che non gli venga in mente di ripeterlo. Da parte nostra, dopo una passeggiata in porto, prepariamo i bagagli. Domani si rientra a Riad.

(Giornale di bordo)

mercoledì 24 aprile 2024

Punta Ala


Altra mattinata di pioggia e aria fredda. Incontriamo Alessandro, uno degli ormeggiatori storici di Punta Ala e conosciamo anche Eleonora, la sua compagna. Quest’ultima si occuperà di Habibti durante la nostra assenza. Mi dicono che il posto barca che occupavamo in passato sul pontile 5 molto probabilmente verrà messo in vendita dall’attuale proprietario. L’eventuale acquisto mi alletta, tenuto conto dei prezzi annuali per l’affitto di un posto barca a Punta Ala e in Italia in generale. Il fatto che ogni anno occorra pagare all’incirca 2500 euro all’anno per le spese di condominio, nonché il possibile aumento di capitale che potrebbe essere richiesto ai proprietari dalla società che detiene il Marina in vista di un suo sempre più probabile ampliamento e, infine, il fatto che ancora non sappiamo se in futuro con la barca resteremo in Italia, costituiscono altrettanti dubbi che dovrò ancora chiarire al riguardo in prospettiva di un eventuale acquisto. Inoltre, l’essere ritornati a Punta Ala ci fa un enorme piacere, come pure ci fa piacere aver la barca vicina nei prossimi mesi, quando ritorneremo in Italia e andrò finalmente in pensione. Ci piace l’idea di navigare nuovamente da queste parti. Tuttavia, in tutti questi ultimi anni ci siamo abituati a spostarci per mare da un posto all’altro. Una dimensione, quella del viaggio, che ci è più conforme rispetto alla stanzialità. Almeno per il momento. Ed è anche alla luce di questo importante aspetto che davvero non so se ci convenga fare un investimento per l’acquisto di un posto barca. Nei prossimi anni c’è sempre l’idea di andare a navigare per qualche stagione nei mari del nord Europa e poi ci piacerebbe ritornare in Grecia. Chissà! Ci penseremo. In giornata le nuvole se ne vanno e ritorna il sereno. Nel pomeriggio ci raggiunge Stefano. Ci mettiamo d’accordo su alcuni lavoretti che dovrà fare in estate per farci trovare Habibti bella in ordine a settembre, quando saremo di ritorno. Lavare i divani e i cover dei materassi, fare un nuovo bimini e altre piccole cose a bordo. Prima di sera facciamo una passeggiata in porto. Riconosciamo alcune delle barche che erano già qui nei cinque anni durante i quali anche Habibti era fissa qui a Punta Ala. Nel pomeriggio Lele ci accompagna a Follonica a ritirare l’auto che abbiamo affittato e che restituiremo in aereoporto venerdì prossimo, giorno del nostro volo di rientro a Riad. La sera andiamo a cena da “Bernardo” con Fabrizio, Sandro e le rispettive consorti. Trascorriamo una piacevole serata. Poi rientriamo in barca. Domani, approfittando di avere l’auto a disposizione, faremo un salto a Montemerano per controllare la casa e portare in garage un po’ di cose che abbiamo in barca e che da tempo non utilizziamo.

(Giornale di bordo)

martedì 23 aprile 2024

Punta Ala


Per tutta la mattinata piove. Passiamo in cantiere per lasciare il doppione delle chiavi a Lele. Parlo anche con Eugenio, il falegname, impegnato nel rifare la coperta in teak a un Baltic. Vorrei sostituire l’asse che da anni utilizziamo come passerella e che oramai è messo piuttosto male con uno nuovo un po’ meno “rustico” e un po’ meno pesante. La passerella in carbonio comprata al momento dell’acquisto della barca sono ormai anni che non la usiamo più. La trovo molto meno pratica. Ricevo una telefonata da Giovanni che in questo periodo sta accompagnando un amico, armatore di un Hallberg Rassy 48, nel trasferimento della barca da Brindisi a Lavagna. Stanno per arrivare a Scarlino e mi chiede se in giornata riusciamo a vederci. Purtroppo siamo entrambi appiedati e non sarà possibile. Dalla spiaggietta del porto, dove ci siamo seduti su di una panchina per mangiarci due pezzi di focaccia per pranzo, scattiamo un paio di foto alla loro barca mentre sfila a motore davanti al Marina. Poi facciamo una passeggiata lungo la diga foranea. Il tempo continua ad essere instabile. Per tutta la giornata si alternano sprazzi di sereno e grandi nuvoloni neri che minacciano pioggia. La temperatura continua ad essere molto più bassa rispetto alla media stagionale. Ceniamo in barca e non tardiamo ad andare a dormire.

(Giornale di bordo)

lunedì 22 aprile 2024

Punta Ala


Nel corso della notte c’è stato parecchio vento, ma il nostro pontile si trova in una delle aree più riparate del porto. Ormai siamo abituati a svegliarci prestissimo e anche oggi è così. Ne approfitto per lavare la barca. Tolgo tutte le scotte e le lavo con l’acqua dolce. Fa piuttosto freddo. Verso le 9 facciamo un salto in cantiere a salutare Fabrizio e Lele che, come al solito, ci fanno una calorosa accoglienza. Facciamo la conoscenza di Marco, l’armatore di Calypso, il Grand Soleil 40 che è ormeggiato in quello che, a partire dal primo maggio, sarà il nostro posto. Ha comprato la barca lo scorso settembre e nei prossimi giorni la porterà a Lerici, dove vive con la famiglia. Mi dice che il suo sogno sarebbe stato comprare una barca come Habibti e mi chiede se può salire a bordo a vederla da vicino. Nel corso della mattinata faccio un po’ di lavoretti a bordo. Il tempo è instabile e nel pomeriggio è prevista un po’ di pioggia. Pago all’agenzia la prima rata del posto barca. È un mezzo salasso. L’altra metà del salasso la pagherò nel mese d’agosto. Il pontile al quale siamo ormeggiati è di una categoria superiore a quella in cui eravamo stati per alcuni anni prima di partire da Punta Ala per il nostro viaggio. Per quest’anno è andata così. L’anno prossimo decideremo cosa fare. Invitiamo Marco a cena in barca. Preparo una pasta al pesto e pomodorini. Stiamo a chiacchierare fino a tardi trascorrendo una piacevole serata.

(Giornale di bordo)

domenica 21 aprile 2024

Porto Ercole - Punta Ala


Ci svegliamo presto. L’aria è fredda. Salpiamo alle 8. Il vento soffia da nord-est sui 20 nodi. Usciti dal ridosso dell’Argentario facciamo una bella navigazione a vela di bolina. C’è ancora un po’ di onda residua dei giorni scorsi che prendiamo al mascone. In questo tratto, incrociamo solo una barca a vela che procede in senso contrario al nostro. All’altezza delle Formiche di Grosseto il vento gira da nord-ovest. Il capo dietro al quale si trova il Marina di Punta Ala si delinea sempre meglio. Tra Castiglione della Pescaia e Punta Ala il traffico delle barche a vela aumenta leggermente. Attraversiamo il passaggio tra l’isolotto della Troia e lo scoglio Sparviero. Ormai siamo arrivati. Al momento di abbassare le vele ricevo una telefonata di lavoro importante. Così, per un po’ siamo costretti a proseguire la navigazione a vela allontanandoci dal porto. Davanti a Scarlino c’è una regata. Entriamo a Punta Ala con un po’ di emozione. Dopo 7 anni dalla nostra partenza siamo nuovamente qui. Ormeggiamo in testa al pontile 4. Un posto provvisorio prima di spostarci, l’1 maggio, a quello definitivo che al momento è ancora occupato da Calypso, un Grand Soleil 40. Ci accoglie sul pontile un gruppo di signori che hanno notato l’ingresso di Habibti in porto. Tra questi c’è anche Massimo, l’ex armatore di un Hallberg Rassy 36 che avevo conosciuto anni fa. Facciamo due passi a piedi nel Marina. Ci assale un po’ di tristezza quando passiamo di fronte al locale che una volta era il negozio di Guido, un caro amico che ci ha lasciati un paio di anni fa. La vita deve necessariamente andare avanti e quindi cerchiamo di pensare ai tanti amici che invece qui ritroveremo: Fabrizio, Lele, Varis, Sandro, Giovanni e altri ancora. Ritornati in barca cucino un sugo per la pasta con il resto delle alici comprate a Porto Ercole, dei pomodorini secchi, capperi e cipolle. Verso sera si alza un po’ di vento, ma oramai siamo giunti a destinazione. Faccio un conto approssimativo delle miglia che abbiamo percorso in 13 giorni di navigazione effettiva. Sono quasi 1100. Il che significa che, comprese le soste notturne, che di tanto in tanto abbiamo fatto, si è mantenuta una media di quasi 85 miglia al giorno.

(Giornale di bordo)

sabato 20 aprile 2024

Porto Ercole


La notte trascorre calma. Il tempo è ancora perturbato, quindi, non avendo premura di arrivare a destinazione, la decisione presa ieri di restare qui un altro giorno è perfetta. Approfitteremo della giornata per andare a fare una passeggiata fino al Forte la Rocca. Insieme al Forte Filippo e Forte Stella la fortificazione ha costituito per secoli il baluardo difensivo di Porto Ercole contro chiunque volesse effettuare razzie e scorribande, sia dal mare che da terra. Nello stato attuale furono tutti costruiti sotto la dominazione spagnola per difendere lo Stato dei Présidi, un governatorato creato per volontà del re di Spagna Filippo II come appannaggio dei viceré spagnoli di Napoli in occasione del Trattato di Londra del 1557 che sancì la spartizione della Repubblica di Siena. Fu quindi sottoposto alla Spagna dal 1557 al 1707, passò alla Corona d’Austria dal 1708 al 1773 e, infine, fino al 1801 ai Borbone delle Due Sicilie. Seppur costituito in limiti territoriali angusti, permetteva ai suoi vari dominatori di esercitare un controllo sui traffici del Tirreno verso l’Italia meridionale. Oggi, all’interno dei forti la Rocca e Filippo vi sono delle residenze private, mentre forte Stella, quello architettonicamente più particolare, è stato utilizzato recentemente per uno spot pubblicitario della TIM. Di ritorno dalla nostra passeggiata facciamo un salto in pescheria a comprare dei gamberoni che cucinerò con aglio, olio e prezzemolo. Una bontà. Pagati i 35 euro giornalieri a Edoardo, trascorriamo il resto della giornata in barca. Verso sera, sulla parte opposta del pontile ormeggia una barca con dei ragazzi e ragazze francesi e uno italiano a bordo. Hanno un piccolo problema ad uno dei carrelli della randa e mi chiedono in prestito il banzigo. I due ragazzi vanno in paese dal ferramenta lasciando sole due delle tre ragazze che fanno parte dell’equipaggio. Nel frattempo da est vediamo arrivare velocissimi dei nuvoloni nerissimi che non preannunciano niente di buono. Ed infatti dieci minuti più tardi in porto si scatena il finimondo. Habibti è ormeggiata alla perfezione, ma non così la barca dei francesi. Nel tentativo concitato di mettere una seconda trappa una delle ragazze si fa un bel taglio alla mano e a bordo si crea il panico. Salto a bordo della loro barca e aiuto l’altra ragazza a recuperare la seconda trappa. L’operazione non è facile in quanto il vento violento spinge con forza la poppa della barca contro la banchina. In qualche modo riusciamo a recuperare quel tanto necessario per evitare danni. Poi con acqua ossigenata, garza e cerotti disinfetto il taglio alla mano della ragazza ferita. Il taglio non è profondissimo ma esce molto sangue. Le dico di tenere compresso il punto della ferita e le propongo di accompagnarla dalla guardia medica. Nel frattempo sopraggiunge la terza ragazza che mi dice essere un medico e quindi lascio a lei decidere cosa sia meglio fare. La buriana dura solo una quindicina di minuti, poi, passati i nuvoloni, ritorna la calma. A questo punto dalla barca dei francesi sentiamo provenire delle risate. Segno che la tensione si sta allentando. Con il buio l’aria rinfresca parecchio e noi ci rintaniamo al caldo sottocoperta.

(Giornale di bordo)

venerdì 19 aprile 2024

Porto Ercole


Per tutta la notte il vento ha soffiato forte. Si è calmato solo all’alba. Nonostante ciò il tendalino, così come lo avevo imbragato ieri sera, non si è mosso. Tuttavia, devo necessariamente smontarlo se voglio tentare di rimettere al loro posto i due tubolari usciti di sede. Per prima cosa tolgo i due pannelli solari. Poi, con l’aiuto di Tania, smonto le staffe in alluminio che tengono tesa la tela e infine la tela stessa. Faccio più volte l’andirivieni nel negozio di ferramenta prima di accorgermi che la chiave a brugola che mi serve (e che naturalmente è l’unica che non ho a bordo) è in pollici. Ma come si dice? Chi non ha testa ha gambe! Purtroppo anche con la chiave giusta non riesco a risolvere il problema. Dopo dodici anni di onorato servizio è  ora di chiedere al fabbro di revisionare per bene la struttura in alluminio del tendalino, magari sostituendo le attuali viti con dei rivetti, in modo da irrobustire ulteriormente i suoi punti di snodo. Chiuso il tendalino vado a recuperare le alici ordinate ieri in pescheria. Cucinate al gratin sono davvero squisite. Dopo pranzo restiamo in barca a bighellonare. Mentre Tania riposa un poco, riguardo sull’i-pad “Eva contro Eva”, uno dei capolavori del cinema americano degli anni ‘50. Porto Ercole in questo periodo fuori stagione è davvero un luogo molto gradevole, tanto che decidiamo di fermarci qui un altro giorno.

(Giornale di bordo)

giovedì 18 aprile 2024

Riva di Traiano - Porto Ercole


Lasciamo l’ormeggio alle 8 spostandoci al distributore del carburante. Il benzinaio, a cui Tania telefona per chiedergli l’orario di apertura, arriva poco prima delle 9. Facciamo il pieno e salpiamo. Sul pontile di fronte sono ormeggiati alcuni “mini” che hanno partecipato alla “Roma per uno, per due, per tutti”. In considerazione delle condizioni del mare dei due giorni precedenti gli organizzatori, solo per questa classe, avevano spostato il giro di boa da Lipari a Ustica, in modo da farli navigare più alle portanti. In mare c’è poco vento e il moto ondoso si è finalmente calmato. Tuttavia da domani è previsto l’arrivo di una nuova perturbazione. Facciamo una navigazione tranquilla lungo costa incrociando un paio di barche a vela e una flotta di pescherecci. Si vedono chiaramente Giannutri e il Giglio sulla nostra sinistra e la centrale di Montalto di Castro a dritta. Come destinazione odierna optiamo per Porto Ercole piuttosto che il più anonimo Marina di Cala Galera, dove peraltro non è possibile prenotare in anticipo. Vorremmo fermarci qui per un paio di giorni lasciando passare la perturbazione. Telefono ad un primo pontile. Chi mi risponde mi dice che stanno aspettando il sub che deve mettere in ordine le trappe al momento tutte ingarbugliate. Gentilmente mi suggerisce di chiamare l’approdo Santa Barbara che si trova appena entrati in porto sulla sinistra, a pochi metri dalla diga foranea. Mi risponde Edoardo Teodori, il proprietario, che mi conferma la disponibilità di un posto per un paio di giorni. Raggiunto Porto Ercole, al momento di dover ormeggiare si alza un discreto vento al traverso. Il che, visto il poco spazio a disposizione, rende la manovra non proprio facilissima. Va tutto bene, anche grazie all’assistenza che ci offrono Andrea e Zizo, i due giovani ormeggiatori del pontile. Quest’ultimo è un ragazzo egiziano che ormai parla l’italiano con accento toscano. Mi da una mano a tirare per bene la trappa. È vero che il vento intraversa la barca, però purtroppo mi rendo conto che la forza delle mie braccia non è più quella di un tempo. Scesi a terra facciamo un po’ di spesa alla Coop e in una pescheria ordiniamo per domani mezzo chilo di alici che chiediamo di pulirci. Poco prima che scenda il buio vediamo arrivare dei grandi nuvoloni neri da sud-est. Meno di cinque minuti e l’anemometro segna 30 nodi. Avvolgo una cima intorno al copri randa e aggiungo rapidamente due spring a poppa e, essendoci spazio sufficiente, un terzo dal pontile alla galloccia di prua. Mentre sto facendo queste operazioni Tania mi dice che i due tubolari posteriori del tendalino sono usciti dalla loro sede. Poiché sul tendalino sono fissati i due pannelli solari non mi pare il momento per mettermi a smontarli e quindi poter richiudere il tendalino al fine che offra meno tela al vento. Fisso i tubolari con due stroppini e per maggiore sicurezza faccio passare tutt’intorno al tendalino una cima legandola stretta alla battagliola. In questo modo non c’è rischio che si muova più e domani ci penseremo. Una volta messa la barca in sicurezza scendiamo sottocoperta e non ci resta che andarcene a letto.

(Giornale di bordo)

mercoledì 17 aprile 2024

Riva di Traiano


Ormai il nostro orologio biologico fa sí che ci si svegli sempre molto presto. Ce la prendiamo con calma in quanto anche oggi resteremo fermi qui. Il vento è girato leggermente. Ora soffia da nord portando aria decisamente fredda. Il mare si sta gradualmente calmando, anche se per tutta la mattinata le onde continuano ad infrangersi abbastanza violentemente sulla riva. Nel negozio di nautica del Marina compro un grillo di piccole dimensioni per sostituire quello della ritenuta che si è leggermente piegato, un paio di coppiglie e qualche altro ammennicolo. Scartavetro le suole delle scarpe da vela di Tania il cui “grip” lascia un po’ a desiderare. Il risultato è accettabile. Per pranzo cucino una pasta di lenticchie con zucchine e mozzarella. Intanto, nel  pomeriggio, arrivano un po’ alla volta alcune delle barche che hanno partecipato al tratto lungo della “Roma per uno, per due, per tutti”. Fanno un gran casino sul pontile. Uno degli ormeggiatori ci dice che prima della partenza della regata hanno lasciato i bagni che sembravano un porcile, che c’era gente che si lavava nuda sul pontile, qualcuno pisciava direttamente in acqua. Insomma, un vero schifo. Oggi, a parte l’atteggiamento di chi avesse compiuto chissà quale impresa (che poi, chi le imprese le compie veramente è quasi sempre molto modesto), si sono limitati a lasciare un po’ di sporcizia per terra, tra cui i cocci di una bottiglia di champagne vicino a una colonnina. Comincia a piovere un poco e noi ce ne stiamo sottocoperta a sentire musica e leggere un poco. Poi, verso sera, la pioggia smette e ne approfitto per fare il pieno d’acqua. Domattina si riparte.

(Giornale di bordo)

martedì 16 aprile 2024

Riva di Traiano


Nel corso della notte sono arrivate altre barche che hanno partecipato alla tratta breve della “Roma per uno, per due, per tutti”. Noi per prima cosa andiamo a pagare il soggiorno negli uffici del Marina. In totale trascorreremo qui tre notti. Nei prossimi due giorni, infatti, vi sarà vento forte da ovest-sud-ovest. Approfitto della sosta per salire in testa d’albero. Voglio mettere due fascette in plastica autostrozzanti intorno al moschettone sulla penna del genoa. È da quando il primo giorno del trasferimento in navigazione si era aperto il moschettone sul punto di mura che ci penso. Do anche una controllata ai bozzelli in testa d’albero, alle sartie, crocette, alloggiamento del radar. Tutto mi pare in ordine. Pranziamo in uno dei ristoranti del Marina: polpo e patate, tonno alla piastra e pezzogna al forno. È la prima volta che assaggiamo questo pesce dalla carne tenerissima. Nel pomeriggio raggiungiamo a piedi Civitavecchia, che dista qualche chilometro dal Marina. Non ne conoscevo il lungomare, che si rivela una bella sorpresa. Raggiungiamo l’imponente fortezza Michelangelo, che si trova poco lontano dagli uffici della Capitaneria di porto, dove avevo sostenuto l’esame teorico per la patente nautica, e al bacino del porto commerciale, dove avevo fatto la successiva prova in mare per il conseguimento della stessa. Proseguiamo facendo altri due passi in centro percorrendo la via pedonale dove si trovano il teatro comunale e la sede compartimentale della Guardia di Finanza. Qui incrociamo diversi turisti stranieri, sbarcati da una delle grandi navi da crociera ormeggiate in porto. Facciamo un po’ di spesa in un supermercato, un salto alla Wind per comprare una carta SIM per l’i-pad e poi qualche altro acquisto. Rientriamo al Marina in taxi. Il vento forte sta alzando grosse onde sul litorale. L’ingresso nel Marina con queste condizioni sarebbe davvero impossibile, a meno di correre il serio rischio di andare a scogli. I bassi fondali rendono i frangenti estremamente pericolosi. Aggiungo due spring a poppa per stabilizzare Habibti. Dopo il lauto pranzo, nonostante la lunga camminata, non ce la sentiamo proprio di cenare. Così trascorriamo la fredda e ventosa serata al calduccio sottocoperta.

(Giornale di bordo)

lunedì 15 aprile 2024

Nettuno - Riva di Traiano


Mi sveglio alle 9. Nelle ultime 24 ore ho dormito solo 4 ore, ma non mi sento stanco. Come ogni mattina controllo le previsioni. La finestra di bel tempo si protrae per le prossime 24 ore, poi ritornerà l’instabilità che spesso caratterizza questo periodo dell’anno. Così rinunciamo al programma che prevedeva di effettuare una sosta a Nettuno e decidiamo di ripartire immediatamente alla volta di Riva di Traiano. Salpiamo alle 9.30. Il mare è calmo e il vento quasi assente. Navigare a motore non è il massimo, ma il nostro obiettivo in questo trasferimento continua ad essere quello di fare più miglia possibili approfittando del bel tempo. Tanto più che, a questo punto, non solo ci stiamo avvicinando sempre di più alla nostra meta, ma abbiamo anche già comprato i biglietti aerei di ritorno a Riad per il 26 del mese. Una data che non posso assolutamente procrastinare a causa di alcuni impegni di lavoro. Nel tratto fino a Fiumicino ci imbattiamo in moltissimi gavitelli che segnalano la presenza di reti da pesca. Davanti a Fiumara il mare assume il solito colore grigio a causa delle acque del Tevere. Qui l’aria ha un odore caratteristico, che mi riporta indietro di molti anni quando, alle prime armi, con Meltemi ero solito fare bordi in questo tratto di costa. Raggiungiamo Riva di Traiano alle 18. Il personale del Marina è molto gentile. Poco dopo il nostro arrivo ormeggiano poco lontano da noi due delle barche che hanno partecipato alla tratta breve della regata “Roma per uno, per due, per tutti”. Quella che prevede di raggiungere Ventotene e ritorno. Coloro che competono sulla tratta lunga dovranno circumnavigare Lipari prima di ritornare al punto di partenza. L’atteggiamento del regatante non mi appartiene proprio. E detto questo preferisco non elaborare oltre. Facciamo due passi in porto, mangiamo qualcosa e andiamo a dormire. Oggi abbiamo percorso altre 50 miglia.

(Giornale di bordo)

domenica 14 aprile 2024

Ogliastro Marina - Nettuno


Ci svegliamo alle 4.45 salpando una quindicina di minuti più tardi. C’è poco vento. Lasciamo sulla dritta e a debita distanza le secche di Capo Licosa, segnalate da una meda e due fanali. Puntiamo verso il canale che separa Capri da Punta Campanella. Il mare è calmo e il vento, che gira in continuazione, ci obbliga a lavorare molto sulle vele. La navigazione procede tranquilla fino alla prossimità di Capri. Poi, nell’attrevarsare il golfo di Napoli, dobbiamo prestare una grande attenzione ad alcuni yacth a motore e motoscafi con potenti fuoribordo che sfrecciano a tutta velocità spesso a poche decine di metri davanti a noi. Un paio di volte sono costretto a modificare rotta all’ultimo minuto per evitare che questi bolidi ci passino troppo vicino sfiorando la rotta di collisione. È domenica e il popolo dei motoscafari della zona sta raggiungendo Capri per trascorrervi la giornata. Non ho nulla contro che va per mare con le barche a motore, ma l’arroganza con cui alcuni di essi affrontano la navigazione è veramente biasimevole. E oggi, in questo tratto di mare,  di questi personaggi il mare davvero pullula. Quando, avvicinandoci a Procida e a Ischia, la situazione ritorna normale chiamo al telefono l’amico Antonio. Non posso passare di fronte a Napoli, dove egli vive, senza fargli un saluto. Ci eravamo conosciuti alcuni anni fa ad Amalfi e durante tutto questo periodo siamo sempre rimasti in contatto. Incrociamo una nave porta container che si dirige al porto di Napoli. Con Tania commentiamo che tra pochi mesi anche tutte le nostre cose saranno stipate in uno di quei contenitori d’acciaio percorrendo esattamente la stessa rotta per raggiungere il porto di Napoli dall’Arabia Saudita. Fortunatamente sarà per l’ultima volta. Facciamo uno spuntino e poi a turno andiamo un poco a riposare. Attraversiamo il canale che separa Procida da Ischia nel tardo pomeriggio. Per proseguire ancora un tratto a vela siamo obbligati a puntare verso Gaeta, anche se la nostra destinazione è Nettuno. Modifichiamo la rotta proseguendo a motore quando scende il buio. A mezzanotte siamo al traverso del Circeo. Per mare, a parte le luci di Ponza sulla nostra sinistra, non c’è molto traffico. Solo qualche nave al largo della costa. Per qualche ora il vento aumenta fino a 13 nodi e potremmo riprendere a navigare a vela bordeggiando. Ma vogliamo arrivare a Nettuno il prima possibile e quindi, avendo il vento diritto sulla prua, continuiamo a motore. Alle 5 del mattino diamo fondo accanto alla diga foranea del Marina di Nettuno. Siamo perfettamente ridossasti e l’unica cosa che a questo punto vogliamo fare è dormire. Nelle ultime 24 ore abbiamo percorso 130 miglia.

(Giornale di bordo)

sabato 13 aprile 2024

Stromboli - Ogliastro Marina


Verso le 1 di notte il rollio ci sveglia. Un’onda lunga da ovest entra nella baia. Trascorrere la notte in questo modo non ci farà riposare bene, pertanto decidiamo di salpare. Lascio Strombolicchio sulla sinistra e metto la prua in direzione di Capo Palinuro. Dico a Tania di andare a riposare. Seduto in pozzetto mi godo le eruzioni di Stromboli che a ritmo regolare creano uno spettacolo pirotecnico sulla cima del vulcano. C’è una totale assenza di vento e dopo un po’ l’umidità diventa fastidiosa. Così ogni 15-20 minuti mi affaccio in pozzetto per controllare la situazione in mare. La notte è totalmente buia e le luci delle poche navi all’orizzonte si distinguono chiaramente. Inoltre l’AIS funge da prezioso aiuto. All’alba Tania mi da il cambio e così riesco a riposare un paio d’ore. Al mio risveglio controlliamo le previsioni. A partire da martedì prossimo sono previsti venti forti da ovest-sud-ovest. Di conseguenza decido di guadagnare più miglia possibili sfruttando le 48 ore di bel tempo che ancora abbiamo a disposizione. Come prima cosa allungheremo la tappa odierna fino a Ogliastro Marina, una ventina di miglia a nord di Capo Palinuro. Ciò ci permetterà, dopo una notte di riposo, di raggiungere Nettuno con un’altra sola notturna. Al riparo in quel Marina potremmo aspettare che la perturbazione passi per poi proseguire verso nord. Telefono per prenotare un posto ad una delle agenzie del porto e approfittiamo anche per fare i biglietti aerei di rientro a Riad per il 26 aprile, in netto anticipo su quanto avevamo originariamente previsto. Diamo fondo ad Ogliastro in 7 metri d’acqua alle 16.30. Ci eravamo fermati qui brevemente per pranzare durante il nostro viaggio da Punta Ala a Corfù nel 2017. Il posto è molto carino e ci godiamo l’ultimo sole cenando in pozzetto. Poi, appena sceso il buio, ce ne andiamo a letto. Oggi abbiamo percorso altre 90 miglia.

(Giornale di bordo)

venerdì 12 aprile 2024

Messina - Stromboli


Sveglia alle 6. Dobbiamo superare la parte settentrionale dello Stretto di Messina con la corrente montante. La meta odierna è Stromboli che di qui dista 45 miglia. Abbiamo optato per la via più diretta per risalire il Tirreno meridionale approfittando della finestra di bel tempo che ci accompagna. Alle 7.50 siamo al traverso di Capo Peloro, dopo aver superato qualche piccolo gorgo innoquo. Il mare è calmo e c’è un vento leggero da sud-ovest. Apriamo il code 0 che tuttavia dobbiamo richiudere quasi subito per accendere il motore. Lasciamo sulla dritta una petroliera alla fonda che si trova al largo della costa. La sagoma del vulcano si delinea sempre di più man mano che ci avviciniamo. Raggiungiamo l’isola alle 16. La novità a bordo è che il plotter comincia a fare le bizze. Lo spengo, lo riaccendo e fortunatamente riprende a funzionare regolarmente. Le stranezze dell’elettronica! Dirimpetto alla spiaggia nera ci sono molti gavitelli. Vorrei evitare di incagliare l’ancora nel fitto reticolo di cime che so esserci sul fondale in questo punto. Preferisco dare fondo in Cala Fico, anche se con il vento odierno, che ora proveniente da ovest, il ridosso è un po’ meno protetto rispetto al moto ondoso. Sul pontile in ferro poco prima della baia c’è seduta una ragazza che ci saluta al nostro passaggio. Diamo fondo in 10 metri d’acqua. Sulla spiaggia di sabbia vulcanica sono sedute un paio di coppie di stranieri che prendono il sole. Il posto è sempre magico. Mentre ci godiamo lo spettacolo di “Iddu” sopra di noi, sul lungomare passeggiano alcuni sparuti gruppi di turisti, per la maggior parte stranieri. Il loro “look” è inconfondibile. Pranziamo in pozzetto: frittata di cipolle e insalata. Verso sera la ragazza che ci aveva salutato al nostro arrivo si siede allo stesso posto sul pontile in compagnia di un’amica. La vita per i giovani dell’isola è fatta di piccole semplici abitudini. Dal mio punto di vista si tratta di un privilegio. È vero che vivere permanentemente su un’isola come Stromboli non deve sempre essere sempre facile ma, per come la vedo io, ti offre la possibilità di restare maggiormente a stretto contatto con alcuni aspetti essenziali della vita. Mi assale un po’ di malinconia pensando a come scorre in fretta il tempo e come tutto cambia. Dalla prima volta che sono stato qui sono trascorsi più di quarant’anni. A parte l’essere giovani, a quel tempo si poteva ancora salire su Stromboli senza essere accompagnati. Che bello era stato dormire sul bordo del cratere dopo esserci goduti lo spettacolo delle eruzioni e quello trovato al risveglio sopra un mare di nuvole. Ma anche la nostalgia di essere  stati qui alcuni anni fa con Marco e Elena che, purtroppo non c’è più. Scende il buio. La temperatura rinfresca e aumenta l’umidità nell’aria. Così scendiamo sottocoperta e ci rintaniamo al caldo nei nostri piumini. La vita va avanti e domattina presto si riparte.

(Giornale di bordo)

giovedì 11 aprile 2024

Roccella Ionica - Messina


La sveglia è alle 5.30. Oggi ci attendono una settantina di miglia per arrivare al Marina di Nettuno a Messina. Salpiamo appena fa chiaro. Sulla barca di Guy e Natasha tutto tace. Il loro tragitto odierno è molto più breve e giustamente non hanno necessità di partire presto come noi. Usciamo dal Marina prestando la dovuta attenzione a causa del fondale molto basso del suo ingresso. Il vento da nord-ovest sui 15 nodi ci consente una bella navigazione a vela fino a Capo Spartivento. Lungo il tragitto si sente il profumo di zagara proveniente dagli aranceti sulla terraferma. Capo Spartivento conferma il suo nome. Qui, infatti, il vento gira e ora lo prendiamo diritto sulla prua. Accendiamo il motore e prendiamo la solita mano di terzaroli per evitare lo sfregamento della vela contro il patarazzo. Intorno al capo c’è un vero cimitero di relitti che giacciono sul fondo. Sono tutti segnalati dal plotter cartografico. Con mare grosso questo punto della costa deve diventare davvero molto impegnativo e pericoloso. In poche miglia il fondale passa da 2000 metri di profondità a meno di una quindicina. Si può allora capire che genere di onde si possono formare in caso di tempesta. Oggi lo superiamo nelle migliori condizioni di mare. Incrociamo un catamarano che procede anche lui a motore poco prima di arrivare al traverso di Capo d’Armi. Qui il vento, che si incanala prendendo forza nello Stretto, ci consente di riprendere la navigazione a vela. Dobbiamo prestare attenzione alle numerose navi che lo percorrono in entrambi i sensi. Attraversiamo lo Stretto nella sua parte meridionale mantenendo un’andatura di bolina larga. Non ci sono più di 25 nodi, ma la progressione è abbastanza impegnativa a causa delle onde. La situazione migliora man mano che la costa siciliana funge da ridosso. Anche la corrente è a nostro favore. Avevamo calcolato di raggiungere questo punto nel periodo di corrente montante consultando uno specifico sito su internet. Poco prima di entrare nel Marina chiudiamo le vele. In questo ultimo tratto facciamo molta attenzione ai numerosi traghetti che uniscono la Sicilia e la Calabria. Entriamo nel Marina poco prima della chiusura del suo ufficio riuscendo a pagare il soggiorno. Ciò ci eviterà di dover attendere la sua apertura domattina e quindi essere più liberi di partire quando vogliamo. Ormeggiamo ad uno dei finger con l’aiuto di un ormeggiatore. Al passaggio di ogni traghetto all’interno del Marina si crea un po’ d’onda. Anche per questo allontano a dovere la murata di Habibti dal finger proteggendola con tutti i parabordi che abbiamo a bordo. Nel ristorante in cui avevamo cenato l’ultima volta che siamo stati qui c’è una festa privata, quindi ci facciamo consigliare da Marco, l’estroverso impiegato del Marina, un ristorante tipico non lontano dal porto. Lo raggiungiamo a piedi dopo una camminata di una ventina di minuti. Prima, però, in una pasticceria compriamo un po’ di dolci siciliani e una bottiglia di liquore alla cannella. Da “Zia Katia” ordino delle ottime braciole di maiale alla messinese. Tania si sente più tranquilla nel prendere quelle di pesce. Ottime anche queste. Gli avventori del locale hanno tutti a modo loro un’aria un po’ particolare, il che rende il locale originale anche sotto questo punto di vista. Rientrati in barca faccio il pieno d’acqua. L’aria è fredda e umida e la stanchezza a questo punto si fa davvero sentire.

(Giornale di bordo)

mercoledì 10 aprile 2024

Roccella Ionica


Oggi ci prendiamo una giornata di riposo. Una veloce perturbazione porterà forti venti da sud-ovest lungo tutta la costa meridionale della Calabria e a Roccella sono previsti almeno 30 nodi. Nel tardo pomeriggio di ieri ha ormeggiato nel finger accanto al nostro un Sun Odissey 440 con una coppia di francesi a bordo. Sono Guy e Natasha, due pensionati originari del Vars che da qualche anno vivono sulla loro barca. In mattinata Tania raggiunge nuovamente a piedi Roccella Ionica dov’è ha preso un appuntamento dal parrucchiere. Nel frattempo io studio le possibili alternative per risalire il Tirreno una volta raggiunta Messina. Guy e Natasha ci invitano sulla loro barca per un aperitivo. Il salame corso che ci offrono è davvero squisito. Noi gli regaliamo una delle ultime bottiglie di Sauvignon turco che ci restano a bordo. Domani proseguiranno verso la Grecia. Vorrebbero fermarsi al Marina di Catanzaro, con la speranza che quel porto sia stato dragato. Ci dicono che l’anno scorso lo avevano trovato inaccessibile a causa dell’insabbiamento. Hanno svernato in Sicilia e ci raccontano della terribile burrasca che li ha colpiti nel porto di Trapani solo poche settimane fa. Insieme commentiamo lo stato di abbandono in cui si trovano le barche, alcune a vela altre a motore, utilizzate dagli scafisti, che sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza e che si trovano allineate all’inglese sulla banchina all’ingresso del Marina. Purtroppo offrono uno spettacolo desolante. Una di queste ha il genoa lacerato che sbatte a prua. Ci vorrebbe poco a toglierlo. Il personale del Marina probabilmente non può salire a bordo ma qualcuno del grande distaccamento della Guardia di Finanza che si trova proprio lì davanti potrebbe farlo. Sempre accanto al Marina c’è anche una struttura utilizzata come centro di accoglienza per gli immigrati clandestini. Per un periodo è stata gestita da Medecins sans Frontieres, ma al momento è chiusa. Tutto ciò purtroppo contribuisce a rendere il Marina della Grazie un porto piuttosto desolato. Per cena cucino al vino rosso dei calamari che Tania ha comprato in paese. Li accompagniamo con una bottiglia di “Calabria” IGT, alla quale inizialmente non avevo dato troppo credito e che Tania aveva comprato al negozio di alimentari del Marina. Invece il vino si rivela essere molto buono, tanto che decidiamo di comprarne alcune bottiglie. Ma purtroppo si è fatto tardi e troviamo il negozio già chiuso. Prima di andare a letto vorrei fare il pieno d’acqua. Non so se sia un’effetto dell’eccessiva pressione, ma l’acqua della colonnina mi pare un po’ torbida. Così preferisco rinunciare. Riempiremo il serbatoio dell’acqua domani a Messina.

(Giornale di bordo)

martedì 9 aprile 2024

… - Roccella Ionica


Lascio dormire Tania fino all’1 di notte. Il mare è calmo e senza luna il buio è totale. Fa piuttosto freddo, ma soprattutto c’è molta umidità. Resto sottocoperta affacciandomi in pozzetto per controllare la situazione intorno a noi ogni 10-15 minuti. Ogni volta inserisco la sveglia nel caso in cui inavvertitamente mi addormentassi. Alla velocità con cui procediamo, in questo spazio temporale copriamo una distanza di 1 miglio e mezzo. Più che sufficiente per mantenere il controllo della situazione in totale sicurezza. Tanto più che intorno a noi continua a non esserci la minima luce. Purtroppo il radar continua a non funzionare. Di elettronica non ci capisco un granché, pertanto, una volta controllato che i cavi siano connessi e gli spinotti inseriti, preferisco non metterci le mani. Non essendoci vento continuiamo a procedere a motore. Alle 1 Tania mi da il cambio. Poiché l’aria è fredda e umida le suggerisco di adottare anche lei il sistema dei 10 minuti, ma mi dice che si sente più tranquilla a restare in pozzetto. Come è nostra abitudine mi tiene sempre informato di ogni novità che riscontra durante la navigazione notturna. Così mi sveglia una prima volta per segnalarmi che c’è una barca a vela che procede in senso contrario al nostro a qualche miglia di distanza. Oltre alla luce rossa di navigazione che si vede chiaramente sulla nostra sinistra, sul plotter vediamo il suo AIS. Alle 3 mi sveglia nuovamente, questa volta preoccupata, dicendomi che è da un po’ che teneva sotto controllo quello che le sembrava essere un fronte molto scuro davanti a noi. Cinque minuti più tardi entriamo in un banco di nebbia fittissimo. La situazione non è per nulla piacevole, soprattutto con il radar inutilizzabile. È vero che abbiamo l’AIS che segnala le grandi navi, ma il rischio di imbattersi in una barca a vela o di pescatori priva di questo sistema c’è sempre. Decido di spegnere il motore riducendo così la velocità a meno di due nodi. In questo modo percepiamo anche meglio gli eventuali rumori intorno a noi. L’ultima cosa che mi resta da fare è di utilizzare di tanto in tanto il corno da nebbia. Il suo suono si perde ogni volta nel silenzio ovattato che ci circonda. Non ci resta che incrociare le dita e sperare che Murphy non si accorga di noi. Purtroppo la nebbia si infittisce, tanto che per circa un’ora l’unica cosa che riusciamo a vedere intorno a noi è il riflesso delle luci di navigazione su uno strato nero e inconsistente. Lentamente le cose migliorano fino a quando, usciti dal banco, la visibilità ritorna accettabile. Il cielo, che vediamo nuovamente stellato sopra di noi, ci conforta. Accendo il motore e Tania scende a riposare. Il sorgere del sole, dopo una notte non proprio rilassante, solleva ulteriormente lo spirito. Verso le 9.30 si alza il vento da sud-ovest e finalmente possiamo progredire a vela. Poco prima di Roccella Ionica ci imbattiamo in un altro banco di nebbia, ma meno fitto di quello precedente. Inoltre, la luce del giorno rende l’effetto meno opprimente. Scopriremo che i locali chiamano questo fenomeno “la lupa di mare” o anche “caligo”. Lo si può osservare nelle zone costiere siciliane e calabresi nel periodo primaverile. Questa nebbia si origina quando una massa di aria calda e umida spinta da venti deboli scorre su una superficie marina caratterizzata da temperature relativamente fredde. Esattamente le condizioni in cui siamo incappati noi. Verso le 11.30 avvistiamo il Marina delle Grazie di Roccella Ionica. Chiamo sul canale 9 e chiedo indicazioni su come entrare in porto. Il suo ingresso, infatti, è noto per l’insabbiamento di cui è costantemente affetto. Le istruzioni del personale del Marina sono di tenersi a circa 200 metri di distanza dal molo di sopraflutto e poi di mantenere la rotta al centro del canale a bassa velocità. In alcuni punti la profondità rilevata è di 1.8 metri. Ormeggiamo all’inglese al distributore di carburante e facciamo il pieno. Poi ci spostiamo su uno dei finger. Come prima cosa andiamo a farci una doccia calda. I bagni del Marina non sono un granché, ma lasciar scorrere a lungo l’acqua calda sulle membra ancora intrise di umidità è una sensazione piacevolissima. Nell’ufficio del Marina facciamo la conoscenza di una coppia di Bergamo che ha deciso di fare qui un contratto annuale per la propria barca. Ci dicono che è uno dei pochi marina in Italia i cui prezzi sono rimasti accettabili. Ne sono convinto, visto quanto pagheremo noi a Punta Ala per i prossimi 12 mesi, ma è anche vero che questo punto della costa calabrese è veramente in mezzo al nulla. Nel tardo pomeriggio raggiungiamo a piedi l’abitato di Roccella Ionica che dista qualche chilometro dal Marina. Compriamo qualche prodotto locale e poi ceniamo “da Checco”, un ristorante che fa anche una buonissima “pizza al metro”. Sempre a piedi rientriamo in barca. Siamo veramente stanchi, ma domattina potremo dormire e prendercela comoda. È previsto l’arrivo di una perturbazione da sud-ovest con venti molto forti e noi ci fermeremo qui per un giorno.

(Giornale di bordo)

lunedì 8 aprile 2024

Argostoli (Cefalonia) - …


La sveglia suona alle 2 di notte. Il vento si sta calmando. Alle 3 salpiamo. Poco prima della nostra partenza, poco distante da noi, da fondo una barca a vela. Ridiscendiamo al gran lasco con un vento sui 15 nodi il canale risalito faticosamente il giorno prima. Per il momento apriamo il solo genoa. Non c’è la luna è il buio è pressoché totale. All’uscita del canale il vento molla. Quel poco che c’è lo prendiamo in poppa piena. Qui il mare è ancora parecchio formato a causa dei forti venti della notte e procedere a questa andatura con le vele a riva è complicato. Così avanziamo a motore con la barca che, a causa dell’assenza di vele, rolla in modo fastidioso. Scendo sottocoperta a riposare un poco e quando mi sveglio, una mezz’ora più tardi, ho una leggera nausea. Quasi inevitabile considerato come si dondola sottocoperta. Nel frattempo è arrivata la luce del giorno. Issiamo la randa e la barca si stabilizza un poco. Prendiamo anche una mano di terzaroli per evitare che la balumina sbatta continuamente contro il patarazzo, rovinandosi. Non ci sono più di 3 nodi di vento e piano piano il moto ondoso si calma. Procediamo con rotta 274 gradi puntando su Roccella Ionica per tutto il giorno. Da Argostoli sono circa 200 miglia. In mare non incrociamo nessuno. Ci alterniamo per riposarci un po’ e sceso il buio ci prepariamo per i turni notturni che programmiamo a partire dalle 22.30. 

(Giornale di bordo)