Diario di bordo di
martedì 2 aprile 2024
domenica 17 marzo 2024
Viaggiare per mare
Viaggiare per mare non si improvvisa. Ci vogliono perizia e sagacia per trasformare la linea sinuosa segnata con un dito sulla carta in manovre puntuali quand’anche improvvise, inventate al momento. Viaggiare per mare è la condanna feroce a costruire per sempre un viaggio che non sarà mai completamente tuo. Decide il vento. Decide il mare. Poi, solo poi, arrivi tu. Perché non è possibile uscire indenni dal viaggio per mare, dal viaggio per mare lungo una vita. Non è possibile giungere nel profondo del proprio mare, li dove mille cose indicibili vibrano sotto la superficie, e non portarne i segni per sempre.
(Salvatore Magri, dalla sua prefazione di “Il mare è il tuo specchio” di Giovanni Acquarone)
sabato 16 marzo 2024
Piezz ‘e core
Le barche sono cose strane. Non sono neanche cose, perché i loro proprietari sono convinti che abbiano la loro brava animuccia e guai a contraddirli. Cosí le si apostrofa col pronome femminile, per l'appunto, perché la barca è sicuramente di genere femminile. Di cosa non si sa peró lo è, prendi e porta a casa. Gente strana, i proprietari di barche: si baloccano con l'ultimo dei giocattoli dell'infanzia, abbandonato quando si è cominciato ad inseguire le altre cose della vita. Costoro hanno peró mantenuto un angolo "incolto", dove far crescere indisturbata, selvaggia e caotica l'idea di custodire un sogno, quello di un'infanzia che si portano appiccicata addosso. Una fissazione.
(Marco Di Giulio, Pensieri)
lunedì 4 marzo 2024
Maestri d’ascia
giovedì 29 febbraio 2024
martedì 27 febbraio 2024
Divinità marine
venerdì 23 febbraio 2024
Viaggiatori
venerdì 16 febbraio 2024
Incertezza
martedì 13 febbraio 2024
L’incantamento
Guido io vorrei che tu e Lapo e io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna o altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse il disiò.
(Dante Alighieri, Poesie)
martedì 16 gennaio 2024
Stagioni
domenica 31 dicembre 2023
Cruiser 2024
mercoledì 6 dicembre 2023
Passione
martedì 5 dicembre 2023
Il mare ci rende uomini
lunedì 30 ottobre 2023
Il punto d’equilibrio
venerdì 27 ottobre 2023
Mare d’Islanda
martedì 10 ottobre 2023
Kaflavik
venerdì 1 settembre 2023
Olympic Marina
giovedì 31 agosto 2023
Olympic Marina
mercoledì 30 agosto 2023
Ormos Kastri (Eubea) - Olympic Marina
martedì 29 agosto 2023
Ormos Renes (Skyros) - Ormos Kastri (Eubea)
lunedì 28 agosto 2023
Skiropoula - Ormos Renes (Skyros)
domenica 27 agosto 2023
Peristeri - Skiropoula
sabato 26 agosto 2023
Peristeri
Verso le 3 del mattino, come indicavano le previsioni, il vento comincia a soffiare più forte. La baia è ben ridossata e penso che bene abbiamo fatto a spostarci qui ieri sera. Fossimo rimasti a Ormos Tzorzi avremmo sicuramente ballato tutta la notte. Ci alziamo che sono le 8 e decidiamo di restare fermi qui un'altra giornata. Domattina il vento dovrebbe diminuire e restare moderato fino alla metà della prossima settimana. Dopo di che Meteo Greece indica altri sette giorni di vento molto forte da nord. Mi rendo conto che se risalissimo verso Nisos Kyra Panagia, dove mi sarebbe piaciuto fermarmi un paio di giorni nella baia di Planitis, perderemmo questa finestra di bel tempo e ci toccherebbe attraversare lo stretto di Kefira, un passaggio delicato tra l'Eubea e Andros, con vento molto forte. Cosa che tutti sconsigliano ampiamente di fare, essendo uno dei passaggi più delicati dell'Egeo in caso di cattivo tempo. Così prendiamo la decisione che l'indomani inizieremo la nostra discesa verso sud. Per evitare che i sacchi dell'immondizia stivati nel gavone di prua attirino le vespe che fino ci avevano ronzato intorno ieri sera metto in atto un pratico sistema che consiste nel comprimere tutta la spazzatura non organica nelle bottiglie di plastica vuote dell'acqua e nel ridurre in pezzettini tutto ciò che è organico. A nuoto porto a terra la parte commestibile che lascio ammucchiata su un masso piatto nel posto in cui la sera prima avevamo visto pascolare alcune capre. L'idea si revela davvero brillante in quanto in questo modo abbiamo ridotto di molto l'ingombro della spazzatura a bordo, reso felici le capre che poco dopo hanno mangiato tutto quanto gli avevo lasciato ed eliminato il problema della presenza delle vespe. In mattinata arriva nella baia un barcone di turisti che ormeggia sulla spiaggia. Due delle tre barche a vela che avevano trascorso qui la notte se ne vanno e nel corso della giornata la baia si riempie gradulamente di nuovi arrivati. Tra questi c'è anche un cahrter con un gruppo di italiani a bordo che impiegano più di un'ora per ormeggiare portando le cime a terra. La maggior parte delle barche resterà qui solo per la giornata e la sera ritorna nuovamente la calma.
(Giornale di bordo)
venerdì 25 agosto 2023
Ormos Limonari (Skopelos) - Ormos Tzorizi (Alonissos) - Peristeri
Nel fare le solite duecento bracciate mattutine passo accanto al catamarano che ieri aveva tenuto il generatore acceso fino a tarda serata. Questa mattina, nonostante sia molto presto, il generatore è nuovamente in funzione ed è veramente rumoroso. Mi chiedo come si possa trascorrere un'intera giornata in mare su una barca che, almeno teoricamente, dovrebbe usare le vele come mezzo di locomozione ed avere questo rumore infernale nelle orecchie. Una domanda retorica, me ne rendo conto, ma davvero inevitabile. Salpiamo verso le 11. Apriamo subito le vele, anche se sotto costa il vento gira continuamente. Avanziamo di bolina larga fino al traverso di capo Ak. Kioutro. Qui il vento da nord-nord-ovest diventa costante e aumenta fino a 20 nodi, il che permette ad Habibti di raggiungere una velocità di 8 nodi. Puntiamo su Alonissos. Un primo traghetto ci sfila sulla dritta in senso contrario al nostro e, quasi contemporaneamente, un'altro traghetto ci supera a sinistra a meno di un paio di centinaio di metri di distanza. Le rispettive onde incrociate ci sballottano parecchio. Superato il capo Ak. Kokkinokastro chiudiamo le vele ed entriamo nella baia di Ormos Tzorizi dove ci sono alcune barche alla fonda. Diamo fondo in 6 metri d'acqua tra una vela battente bandierea inglese e un'altra con bandiera polacca. Quest'ultima se ne va dopo una mezz'oretta. Nella baia il vento soffia da terra ma, stranamente, l'onda entra dalla direzione opposta. Probabilmente si incanala nel passaggio tra l'isola di Alonissos e quella di Peristeri e seguendo la conformazione della costa provoca questo fenomeno. Per pranzo cucino due milanesi che mangiamo con un'insalata verde. I polacchi che se ne erano andati la mattina ridanno fondo sulla nostra sinistra. L'onda, che continua ad entrare dal lato del mare aperto, aumenta e rende la permanenza sempre più scomoda. Di trascorrere tutta la notte ballando in questo modo proprio non ci va e quindi decidiamo di spostarci in una baia che già conosciamo nella vicina isola di Peristeri, che si trova a sole tre miglia di distanza. La raggiungiamo in una mezz'ora di navigazione. Nella baia, decisamente ben ridossata, ci sono tre vele alla fonda: due charter e una terza barca con lo scafo blu con le cime a terra. Diamo fondo al centro della baia in 15 metri d'acqua filandone cinquanta di catena. C'è qualche ape che ci ronza intorno, credo a causa dei sacchetti dell'immondizia che abbiamo messo nel gavone di prua, ma queste spariscono al tramonto. Trascorriamo la serata seduti a prua godendoci questa bella baia immersa nel verde. A terra, a parte un paio di case che al momento sono disabitate, vediamo pascolare solo un gruppetto di capre che danno davvero l'impressione di essere le incontrastate padrone dell'isola.
(Giornale di bordo)
mercoledì 23 agosto 2023
Skiathos - Ormos Limonari (Skopelos)
Come al solito ci svegliamo presto. Lavo la barca e faccio il pieno d'acqua. Scendiamo a terra per comprare le ultime cose per la cambusa. Alle 10, orario nel quale i charter giornalieri salpano dalla banchina, ci spostiamo su quest'ultima dove Kostas con la sua autobotte ci fa il pieno di gasolio. Salpiamo quasi contemporaneamente ad un'altra barca. Lo skipper ci saluta. Ci sembra che sia Vassili, che avevamo conosciuto alla trattoria nella quale avevamo pranzato l'altro giorno. Facciamo una bella navigazione a vela fino al capo meridionale di Skopelos. Il vento da nord ci consente un comodo gran lasco. Il mare è calmo e Habibti scivola sull'acqua a 5 nodi di velocità. Come al solito, la costa meridionale di Skopelos è battuta dal vento catabico. Diamo fondo ad Ormos Limonari. Nella baia troviamo ormeggiate alcune barche, tra cui un Ovni con bandiera italiana. Nessun saluto da parte dell'equipaggio. Sulla spiaggia c'è uno stabilimento balneare pieno di gente. Nel pomeriggiono arrivano altre barche e per la prima volta quest'anno finiamo con il trovarci in una baia affollata. Tra i nuovi arrivati ci sono anche due catamarani. Uno di loro tiene il generatore acceso tutto il tempo. Per fortuna non è troppo vicino a noi. Come spesso accade assistiamo al solito circo al momento in cui gli equipaggi dei charter devono dare fondo. Uno di questi rischia anche di venirci addosso. Pranziamo verso sera. Preparo delle penne di lenticchie con un sugo al peso e pomodorini. Ne approfittiamo anche per fare il biglietto aereo Atene-Roma per l'8 di settembre. La serata la trascorriamo seduti a prua godendoci un bicchiere di retsina. Il catamarano, fortunatamente, ha anche spento il suo noioso generatore e con il buio arriva anche il silenzio.
(Giornale di bordo)
Skiathos
martedì 22 agosto 2023
Kotte - Skiathos
Lasciamo Kotte di buon'ora. I polacchi accanto a noi ci dicono che intendono restare qui un'altro giorno. Il che non mi pare un'eccelente idea. In giornata il vento da nord-ovest dovrebbe aumentare parecchio e la banchina risulterà parecchio esposta. Margherita e Jean-Francois invece si sposteranno a Ay Apostoloi, il che mi pare molto più saggio. Risaliamo il primo tratto a motore superando capo Ak. Dhrapaio e poi Ak. Trakhili. Dopo quest'ultimo prendiamo il vento che si incanala nel passaggio tra l'isola di Palaio Trikeri e la terraferma. Apriamo le vele e risaliamo di bolina larga a buona andatura. Abbandoniamo il programma originario di trascorrere la notte a Ormos Loutro. Il vento ci facilita la discesa dello Stenon Volou, l'ampio passaggio che da accesso al golfo di Volos. Lo ridiscendiamo al gran lasco raggiungendo una vela che procede davanti a noi con il solo genoa. Lasciato il paesino di Ormos Trikeri sulla sinistra risaliamo l'omonimo canale, che separa la terraferma dall'Eubea. L'intenzione è di raggiungere Platania, un abitato di fronte al quale c'è una baia ben ridossata dal Meltemi. Prendo una mano di terzaroli. Una decisione azzeccata in quanto dopo una decina di minuti il vento gira da nord-ovest e aumenta fino a 25 nodi. Habibti avanza dolce sull'onda anche se questa è piuttosto disagevole. Decido di cambiare ulteriormente programma e di proseguire fino a Skiathos. Nello Steno Skiathou il vento prende ulteriore forza e il mare diventa formato. Habibti, come al solito, è perfetta. Superiamo, lasciandola velocemente alle nostre spalle, un'altra barca a vela che procede a motore e che con questo mare soffre tantissimo. Mantengo la bolina larga che ci permette di progredire velocemente in direzione del capo occidentale dell'isola. Appena possibile mi metto al traverso e poi al gran lasco. Una volta ridossati dietro l'isola la situazione migliora. Il vento rimane, ma l'onda si riduce parecchio. Costeggiamo la parte meridionale dell'isola, tenendoci lontani dal banco di secche che si trova tra Ormos Koukounaries e Platanià. Entriamo nella baia di Skiathos verso le 14. Nel porto c'è un notevole via vai di traghetti. Ormeggiamo su un pontile galleggiante prendendo il posto di un Hanse 58 appena salpato. Ci aiuta nell'ormeggio il titolare di una compagnia di charter che ha due delle sue barche ai nostri lati. Ci teniamo ben distanziati da terra in quanto i traghetti in fase di ormeggio alzano spesso un'onda piuttosto alta, con il rischio di fare danni a poppa sbattendo contro il pontile. Una volta sistemata la barca scendiamo a terra. Pranziamo nella trattoria nella quale eravamo stati in occasione del nostro passaggio qui nel marzo del 2019. Vassili, il cameriere, è molto gentile e il pranzo ottimo. In giro ci sono tanti turisti e moltissime barche. E pensare che l'ultima volta eravamo la sola barca ormeggiata in banchina. Dopo pranzo andiamo a fare un po' di cambusa al supermercato. Il piede mi fa sempre male e nonostante sia quasi una settimana che prendo gli antibiotici l'infezione della ferita non è del tutto passata. La spesa ci viene portata da un inserviente del supermercato con un cammioncino del supermercato fino all'inizio del pontile. Gli strappiamo un passaggio. Sul pontile facciamo la conoscenza di un brasiliano che parla un buon italiano e che è proprietario di un 50 piedi con il quale, ci dice, è transitato anche in Italia. Poi scambiamo due parole con Sergio, un bolognese armatore di un attempato ma sempre elegante Solaris 47. La sua famiglia partirà domani in aereo per rientrare in Italia, mentre lui, insieme al ragazzo di una delle figlie, porterà la barca a Salonicco dove la lascerà a svernare. A bordo hanno un problema con la pompa di uno dei due gabinetti di cui è riuscito fortunosamente a trovare il ricambio. Domani verranno a montarla. Ci diamo appuntamento per il giorno dopo. Verso sera la banchina si riempie delle barche a noleggio che portano i turisti a fare dei giri giornalieri. Dopo le 18 non c'è più un buco libero e qualche charter ritardatario è costretto a dare fondo nella parte diametralmente opposta al porto. Dico nella parte diametralmente opposta in quanto nelle immediate vicinanze del pontile vi è il divieto di ormeggio e sappiamo di barche che, proprio in questi giorni, hanno preso delle multe molto salate. Trascorriamo la serata a bordo.
(Giornale di bordo)
lunedì 21 agosto 2023
Ay Apostoloi - Kotte
Trascorriamo un'altra notte tranquilla in rada. Nel golfo di Volos il Meltemi arriva molto attutito rispetto alle limitrofe Sporadi nelle quali in questi giorni continua a soffiare molto forte. Sono quasi le 10 quando salpiamo. Insieme a noi partono anche le altre due barche a vela accanto a noi. Superiamo capo Ak. Kefalos e puntiamo verso ovest in direzione di Kotte, un porticciolo che si trova a circa 6 miglia di distanza. Ce ne avevano parlato bene Claudio e Francesca, la coppia di italiani conosciuti a Ormos Vathilikou alcuni giorni fa. Il vento è da nord-ovest sui 5 nodi. Ormeggiamo in banchina accanto ad una piccola barca a vela con una coppia di tedeschi a bordo che non ci danno il minimo aiuto nella manovra d'ormeggio. A guardarli con un po' di attenzione, mi paiono due squinternati. La poppa della loro barca di tanto in tanto tocca contro la banchina, senza che nemmeno vi sia un parabordo a proteggerla. Sembrano del tutto incuranti del fatto, tanto che scendono a terra sedendosi ad un tavolo del ristorante limitrofo per bersi una birra lasciando la barca a sbattere. Partiranno una mezzora più tardi. Quando alano l'ancora mi accorgo che hanno dato a malapena una decina di metri di calumo su un fondale di quasi 5 metri. Poco più tardi ormeggia accanto a noi un Oceanis 393 con bandiera polacca. Con Tania li aiutiamo con le cime. Anche loro danno poca catena e quindi in mattinata saranno costretti a ripetere la manovra. A differenza dei tedeschi, almeno questo equipaggio è simpatico ed educato. Facciamo anche la conoscenza di Margherita e Jean-Francois. Il loro Oceanis 411 è ormeggiato all'inglese al molo che si trova sulla nostra destra. Sono una coppia molto simpatica. Ci dicono che da alcuni lasciano la barca a svernare al Lividitis Yacht Yard, un cantiere economico ed affidabile che si trova a Limini. Ci facciamo lasciare il numero telefonico, nel caso in futuro ci potesse servire. Jean-Francois mi dice che nella zona di Limini il mare è quasi sempre calmo, anche quando nel canale dell'Eubea il vento alza parecchia onda. Un'altra cosa da tenere presente in futuro, nel caso ci capitasse ancora di risalire la parte settentrionale dell'Eubea in estate, quando il soffia forte il Meltemi. Sospendiamo l'interessante conversazione quando arriva il taxi che li porterà a Trikeri, il paese che si trova sulla collina retrostante ad una decina di chilometri di distanza. Nel corso della mattinata il vento aumenta leggermente di intensità e sulla banchina si crea un po' di risacca. Pranziamo nel ristorante che si trova poco lontano da Habibti. Il cameriere, all'inizio un po' bubero, piano piano si addolcisce. Tania, con il suo solito modo di saper trattare con le persone, prima della fine del pasto riesce addirittura a farlo sorridere. Spesso abbiamo constatato che questo atteggiamento, all'apparenza un po' chiuso da parte di alcune persone, dipende esclusivamente dal fatto che parlando solo la loro lingua, in questo caso il greco, hanno difficoltà nel comunicare. E così si trincerano dietro ad una maschera severa che, tuttavia, cade in fretta se dall'altra parte si fa un piccolo sforzo. Il pranzo di pesce è davvero ottimo. Nonostante la caviglia ferita decidiamo comunque di andare a camminare un poco. Risaliamo lungo un sentiero che si inerpica lungo il fianco della collina fino a raggiungere la strada checonduce a Trikeri. Il primo tratto è pavimentato poi diventa sterrato e quindi un po' più disagevole. Ci imbattiamo nei ruderi di alcune case e in una fontana in pietra dalla quale sgorga dell'acqua freschissima. Raggiunta la strada asfaltata la percorriamo per un paio di chilometri fino ad un tornante. Di qui la vista sulla costa e sul mare sottostante è davvero panoramica. Da questa posizione sopraelevata assistiamo alla manovra d'ormeggio di una barca a vela che da fondo nella parte più ridossata del porticciolo legando le cime a due bitte che si trovano proprio davanti ai tavoli del ristorante. Ripercorriamo a ritroso la strada dell'andata. Dopo questa lunga camminata la caviglia mi fa decisamente male, tanto che non riesco a camminare senza zoppicare. Mi rendo conto di aver esagerato. La sera ci ritroviamo con Margherita e Jean-Francois e proseguiamo la conversazione interrotta la mattina. Ci raccontano di essersi conosciuti alcuni anni fa in Indonesia. In estate girano l'Egeo in barca e trascorrono l'inverno in India dove, a bordo della loro Royal-Enfield, viaggiano alla scoperta di quel'enorme paese. Si tratta di una coppia decisamente originale, con la quale sentiamo di condividere alcuni punti in comune. Nel corso della conversazione scopriamo che una zia di Margherita, la cui famiglia è originaria e vive a Roma, era solita trascorrere le vacanze estive a Cesana, il piccolo paese in montagna dove sono nato e ho trascorso la mia infanzia. Un altro di quei casi che ti confermano di quanto, a volte, sia davvero piccolo il mondo.
(Giornale di bordo)
domenica 20 agosto 2023
Nisis Alatas - Ay Apostoloi
Notte calma. Appena sveglio faccio una lunga nuotata fino a riva. La caviglia morsa dal cane fa male, ma soprattutto l'infezione è evidente. Spero che gli antibiotici facciano il loro effetto. Ci spostiamo nella limitrofa baia di Ay Apostoloi attraversando il passaggio a sud di Nisis Atalas. In questo punto il fondale non supera i 3,5 metri di profobdità. Procediamo lentamente tenendoci per bene al centro. Nella baia troviamo due barche a vela e un grande yacht a motore. Quest'ultimo con bandiera italiana. Diamo fondo in 5 metri d'acqua tenendoci un po' scostati da tutti. Il fondale è costituito essenzialmente da poseidonia. Mi assicuro che l'ancora abbia agguantato a dovere, ma in ogni caso la baia è ridossata perfettamente a 360 gradi. Sulla riva vi sono alcune case sparse. Un paio sulla nostra sinistra sono davvero a pochi metri dal mare. I proprietari sono tedeschi e due piccoli motoscafi sono ormeggiati alla banchina antistante. Un poco più a destra c'è un'altra abitazione in pietra con il tetto di tegole rosse. E' stata ristrutturata anche questa e anche questa è di proprietà di una coppia tedesca che nel corso della giornata ci passa accanto con un grande gommone nero a tutta velocità. Due veri cafoni. Infine, sul lato più a nord, della c'è un pontile a cui è ormeggiato un piccolo yacht a motore con bandiera danese. Lo raggiungiamo a nuoto. Alle sue spalle, nascoste dalla vegetazione ci sono due piccoli prefabbricati. Nel giardino antistante ad uno di essi vediamo una signora seduta su una sedia a sdraio. Essendo proprietà privata ritorniamo sui nostri passi. A parte la coppia di cafoni tedeschi tutti gli altri nostri vicini si godono in tranquillità questo piccolo angolo di paradiso. Per pranzo mangiamo un po' della caponata che avevo preparato ieri. E' sempre un piatto delizioso, soprattutto se, in questa stagione, viene mangiato fresco. Delizioso, ma non proprio leggero. Dopo pranzo è inevitabile una pennichella. Quando ci svegliamo le due barche a vela se ne sono andate. Al loro posto ne arrivano altre due: una è quella della coppia bretone incontrata nei giorni scorsi, l'altra ha bandiera tedesca. Le accumuna il fatto che entrambe hanno un cane a bordo. All'ora del tramonto, come nostra abitudine, ci sediamo a prua godendoci il momento in compagnia di un bicchiere di retsina.
(Giornale di bordo)