CRONACA, LETTERARIA E NON, DELL'ANDAR PER MARE







mercoledì 3 dicembre 2025

Punta Ala


Il clima ormai è decisamente invernale. Questa mattina prima di uscire da sotto i piumini abbiamo aspettato che il Webasto acceso riscaldasse per bene l’ambiente. In mattinata è venuto a salutarci Alessandro, uno degli ormeggiatori del Marina con il quale abbiamo bevuto un caffè in pozzetto. Poi, a pranzo, ci hanno raggiunti Sandro e Flavia con i quali abbiamo chiacchierato fino al tardo pomeriggio. Martin non mi ha ancora risposto. Se non lo farà domani lo chiamerò al telefono. È importante sapere quando potrà spedire i pezzi che ho ordinato. Ho anche scritto all’Olympic Marina per sapere se hanno disponibilità per il prossimo mese di agosto. Mi hanno risposto di ricontattarli un mesetto prima, in quanto ora è troppo presto per avere una risposta, ma già so che difficilmente avranno posti in acqua. È invece molto probabile che dovremo, come al solito, alare Habibti per quelle 6 settimane durante le quali torneremo in Italia. Verso sera, sul pontile abbiamo incontrato Piero e Laura, proprietari di un Sunbeam 39 che in passato hanno avuto tre Hallberg Rassy: un 352, il 382 ora ormeggiato non lontano da Habibti e poi un 42 Enderlin. Sono di qualche anno più anziani di noi e ci ha fatto piacere vedere come una coppia certo non più giovane sia ancora così affiatata e come siano in barca in questa stagione. Speriamo che sia di buon augurio anche per il nostro futuro. Domani lasceremo Habibti per qualche giorno. La prossima settimana, mentre Tania sara’ a Beirut, io preparerò la barca per l’alaggio. Avrò un sacco di cose da fare. Poi, il 17 o il 18 la porterò a Porto Santo Stefano, magari insieme a Sandro, mentre Tania e Flavia ci verranno a prendere lì in automobile.

(Giornale di bordo)

martedì 2 dicembre 2025

Punta Ala


Nella notte è piovuto ancora un poco, ma nel corso della giornata, seppur il tempo rimanga perturbato, è uscito anche un pallido sole. Tania ha lavorato tutta la mattina per terminare la presentazione che poi ha fatto in remoto al corso di Relazioni Internazionali dell’UNINT di Roma alle 14. Per non disturbarla mi sono dato anche oggi alla lettura. Il tempo è volato e ci siamo ritrovati alle 17 che manco ce ne siamo accorti. Abbiamo mangiato qualcosa e poi in serata ho ricevuto l’attesa mail di Martin dall’Hallberg Rassy. Domani ci sentiremo per organizzare le modalità, ma soprattutto i tempi per far giungere i vari pezzi che ho ordinato in cantiere. La serata è piuttosto umida e non ci va proprio di uscire per fare due passi in porto. 

(Giornale di bordo)

lunedì 1 dicembre 2025

Punta Ala


Dicembre si è presentato con una giornata piovosa, ventosa e fredda. In mattinata il vento da sud soffiava tra i 20 e 25 nodi. Dopo un momento di calma ha poi ripreso nuovamente in serata. Questa mattina ho telefonato alla ditta Guidi per chiedere dove poter acquistare i loro passa scafo, prese a mare e relative valvole che intendo sostituire. Sono stati molto gentili offrendomi tutta una serie di dettagliate informazioni al riguardo. Tania ha lavorato a lungo per preparare l’intervento che le è stato richiesto dall’Università degli Studi Internazionali di Roma sul ruolo delle donne nei conflitti armati in Medioriente e che farà domani in remoto. Da parte mia, molto più banalmente, sono andato avanti nella lettura di un avvincente libro di Ken Follet. Dopo uno spuntino leggero ho fatto un salto all’Agenzia Beccucci per chiedere informazioni sulla possibilità di mettere a disposizione il nostro posto barca nei mesi estivi del prossimo anno nel caso auspicato che noi si parta alla volta della Grecia per qualche mese. La cosa sembrerebbe fattibile. Una buona notizia che ci consentirà di modulare il nostro viaggio permettendoci di ritornare a Punta Ala per l’inverno. Staremo a vedere il prosieguo. In serata, invece, andiamo a Castiglione della Pescaia a cena a casa di Sandro e Flavia. È davvero sempre un piacere stare in loro compagnia.

(Giornale di bordo)

domenica 30 novembre 2025

Punta Ala


Giornata di piccoli lavoretti. C’è il sole, anche se nel pomeriggio il cielo ha cominciato a velarsi un poco. In porto c’è sempre un po’ di movimento di quelli che approfittano del week-end per fare un salto al Marina. Qualche barca è anche uscita in mare ma di vento ce n’è veramente poco. Noi invece abbiamo fatto il bucato e poi, verso le 13, uno spuntino al sole. Sto leggendo “Per niente al mondo” un libro di Wilbur Smith uscito l’anno scorso. Avvincente. A cena ho preparato delle vongole saltate al vino bianco e poi patate con roquefort. Fa freschetto, ma con il riscaldamento a bordo si sta che è una meraviglia. In serata sono partiti tutti e in porto siamo rimasti nuovamente soli soletti. Una goduria.

(Giornale di bordo)

sabato 29 novembre 2025

Punta Ala


Essendo sabato in porto c’era un po’ più di gente. Tutti più o meno indaffarati sulle barche. Anche Roberto, l’armatore del Grand Soleil 37 ormeggiato accanto ad Habibti con il quale si è chiacchierato un poco. Ci sono anche Leonardo e il nostro dirimpettaio a bordo di “Saipan”. In mattinata ho sostituito la bombola di riserva del gas che era terminata e con Tania abbiamo sgonfiato e ripiegato il tender che che si è poi portato a Montemerano insieme al gennaker e al code zero. Abbiamo così iniziato a svuotare un po’ la barca in modo da facilitare il compito quando, prossimamente, inizieranno i lavori a bordo. All’andata siamo passati da Follonica dove abbiamo comprato una cassa di Morellino Riserva di Mazzei, mentre sulla strada del ritorno ci siamo fermati a Castiglione a comprare delle vongole che cucinerò domani. Siamo rientrati a Punta Ala che era già buio. La temperatura esterna è di 6 gradi centigradi. Domani è prevista un po’ di pioggia. Immagino che il porto si svuoterà nuovamente. Intanto ci godiamo questa ennesima serata a bordo. Per cena si è organizzato una sorta di pic nic: mozzarella e acciughe, stracciatella e mortadella emiliana, insalata e mousse al cioccolato. Peccato che in Corsica non si sia comprata qualche bottiglia in più di “Entre Deux Mers”, un vino bianco davvero notevole che ha h accompagnato la nostra cena.

(Giornale di bordo)

venerdì 28 novembre 2025

Punta Ala


Ci svegliamo alle 7,30. C’è un bel cielo azzurro e un’aria frizzante. Di fare colazione in pozzetto non se ne parla. Anche Tania, solitamente recidiva a rinunciare a questo suo rito, desiste. In mattinata facciamo un salto a Follonica: prima una sosta al caseificio Ranieri, poi a comprare del nastro per riparare le vele, un’altra sosta da Scarpamondo e infine da Conad dove riesco a trovare il Morellino di Scansano Riserva di Mazzei. Da assaggiare assolutamente. Rientrati a Punta Ala facciamo uno spuntino seduti al sole in cima al pontile. Qui facciamo la conoscenza di Maurizio e Anna, una coppia di Parma che armatori di una barca a vela ormeggiata al pontile 9. Incontriamo anche Leo e sua moglie. Essendo venerdì i fedelissimi di Punta Ala sono qui. A cena viene da noi Sandro, da solo in quanto Flavia è rimasta bloccata a Firenze a causa dello sciopero generale. A me tocca stare ai fornelli. Trascorriamo una piacevole serata a bordo.

(Giornale di bordo)

giovedì 27 novembre 2025

Punta Ala


E siamo già arrivati a fine novembre. Avevamo lasciato Punta Ala un paio di mesi fa che ancora faceva caldo e questa sera rientriamo in barca, dopo aver fatto un salto in giornata a Montemerano e poi a Canino a comprare l’olio, con un clima decisamente invernale. Non per questo il piacere di rientrare su Habibti in questa fredda serata è stato meno piacevole. In realtà è esattamente il contrario. Vedere il porto deserto per me è una sensazione unica. Trovo questa atmosfera così intima. Serena. Gli unici rumori che udiamo sono quelli del vento e quello metallico delle drizze che sbattono contro gli alberi delle barche ormeggiate. Musica per le nostre orecchie. Certo, se a bordo non ci fosse il “santo” Webasto tutto sarebbe meno fascinoso, ma al calduccio l’atmosfera stasera è davvero perfetta. Le nostre navigazioni per quest’anno credo siano sostanzialmente terminate. Continueremo comunque a goderci Habibti per qualche settimana ancora, per poi metterla in invaso, se tutto va bene, prima di Natale per un paio di mesi. Stasera, prima di rientrare a bordo, ci siamo fermati alla Conad di Castiglione della Pescaia dove al banco del pesce abbiamo comprato due tranci di tonno che ho cucinato con dei pomodorini e un pesto di pistacchio. Abbiamo accompagnato il tutto con una bottiglia di Novello toscano. Un vinello che in questo periodo dell’anno ci piace avere in tavola di tanto in tanto. Vecchie abitudini, tradizioni. Chiamiamole come vogliamo. Forse, più semplicemente, piccole cose che ci fanno sentire bene con noi stessi e con il mondo.

(Giornale di bordo)

mercoledì 26 novembre 2025

Porto Azzurro - Punta Ala


Che durante la notte il vento sarebbe girato da nord-est lo sapevo. Ma Lamma Toscana indicava un vento leggero. Così, quando alle 4 del mattino ho sentito la prua di Habibti cominciare a beccheggiare leggermente non mi sono preoccupato. Mi sono limitato a controllare di essere sufficientemente distante da terra e dal pontile galleggiante del cantiere di “Cala di Mola”. Il buio della notte, tuttavia, era rischiarato da una serie continua di fulmini poco più a sud. Sul trimarano alla fonda accanto a noi la coppia di francesi si stavano apprestando a salpare. Da parte mia, prima di decidere se seguire il loro esempio oppure no, ho preferito attendere un poco per vedere se il temporale fosse passeggero. Pertanto, sono rimasto di guardia per una mezz'oretta, fino a quando il vento dagli iniziali 10 nodi è salito a 25, senza dare per nulla la sensazione di volersi calmare a breve. Con lui è aumentato parecchio anche il moto ondoso. Un binomio che ha finito con il rendere l’ancoraggio insostenibile. E così, alle 5, salpiamo anche noi. Una decina di minuti più tardi l'anemometro segnava 34 nodi, mentre la sarabanda di lampi e tuoni non accennava a diminuire. Avanziamo con un po’ di fatica in queste condizioni per una mezz’oretta poi, nel giro di meno di un minuto, la situazione cambia totalmente: pur se il moto ondoso resta importante il vento sparisce quasi del tutto, fino a scendere a 4 nodi. Avvicinandoci a  Punta Ala si rialza nuovamente. Questa volta però senza superare i 20 nodi. Solo in porto regna una calma perfetta. Una volta terminato l’ormeggio andiamo subito da “Bamboo”. Un cappuccino e un cornetto ce li siamo proprio meritati! Recuperiamo anche le chiavi dell'auto che Sandro ci aveva lasciato da Beccucci. Benché sia rimasta ferma per un paio di mesi parte al primo colpo. Tornati in barca ci rendiamo conto che Habibti necessità di un po' di cure e quindi con Tania ci mettiamo di guzzo buono. Olio di gomito per e un paio d’ore e il gioco è fatto. Una super doccia e poi pranziamo verso le 16: tranci di pizza, mozzarella e insalata con una bottiglia di Aragosta spumante brut. Con il buio ci stendiamo sul divano con il piumone sulle gambe per stare al caldo. Ci godiamo un po’ di relax, mentre fuori sentiamo che il grecale continua a soffiare forte. Ripensiamo agli ultimi giorni, alla traversata dalla Corsica, ma soprattutto al nostro arrivo a Porto Azzurro due giorni fa e poi la ripartenza stamattina. Certo non si può dire che siano avvenute in tutta tranquillità. 

(Giornale di bordo)

martedì 25 novembre 2025

Porto Azzurro


Notte tranquilla, resa ancor più piacevole dal ticchettio della pioggia in coperta. Il tempo resta perturbato. Oggi il vento arriva da ovest e così sparisce anche quel leggero dondolio che si percepiva ieri con la barca leggermente al traverso rispetto al moto ondoso. Il trimarano francese è rimasto anche lui fermo qui tutto il giorno. Il cielo è coperto di nuvoloni che si alternano a fasi di schiarite. Trascorriamo la giornata per la maggior parte del tempo sottocoperta. Fuori l’aria è decisamente fredda. Leggiamo, ascoltiamo della musica e un po’ di tempo lo trascorriamo ai fornelli. Verso sera leghiamo il tender a prua. Domani rientreremo a Punta Ala. Lascieremo passare questi giorni di brutto tempo poi decideremo sul da farsi.

(Giornale di bordo)

lunedì 24 novembre 2025

Porto Azzurro


Pur essendo andati a dormire molto tardi, anche stamattina ci svegliamo all’alba. Nella notte si è continuato a ballare un po’, ma la stanchezza era tale che del continuo dondolio ce ne siamo solo parzialmente accorti. Al risveglio le onde nella baia si sono di molto attenuate. Ci alziamo e ci spostiamo dal posto dove ieri notte avevamo dato fondo. Siamo proprio davanti all’invaso del cantiere e benché non penso oggi debbano alare qualche barca ritengo più corretto lasciare libero lo spazio. Diamo fondo poco lontano in 10 metri d’acqua filandone 50 di catena. Avendo tutta la baia a disposizione preferisco abbondare con il calumo in quanto oggi è previsto vento forte da sud-ovest. Verso le 10 ecco che si alza, accompagnato da delle discrete raffiche. Piove anche un po’. La giornata è comunque molto piacevole. È una goduria assaporare il riposo dopo la lunga giornata di ieri. Verso la tarda mattinata da fondo accanto a noi un trimarano battente bandiera francese, mentre una seconda barca arriva nel pomeriggio ormeggiando in porto. Per pranzo cucino dei moscardini al vino rosso. Sempre una prelibatezza. Poi riposiamo un poco e termino il libro che sto attualmente leggendo. Stasera ne inizio uno nuovo. Un giallo di Simenon: “Il grande Bob”. Il titolo è già di per sé una garanzia… Il vento continua a soffiare abbastanza forte fino a tardi. Meglio così in quanto il moto ondoso che genera è stranamente perpendicolare alla direzione in cui soffia. Ne consegue che quando il vento si attenua Habibti dondola un pochino a destra e sinistra. Ma ormai,  dopo due mesi di vita in barca, ci siamo abituati a pressoché ogni tipologia di situazione senza che anche le condizioni meno favorevoli incidano sulla piacevolezza complessiva del vivere a bordo. In fondo era uno dei piccoli sogni che avevo nel cassetto quello di avere la possibilità di vivere, almeno per un periodo, in questo modo.

(Giornale di bordo)

domenica 23 novembre 2025

Porto Vecchio - Porto Azzurro


Ebbene sì. Come dico spesso, i programmi sono fatti per essere modificati. Così, invece di restare a Porto Vecchio fino a martedì mattina, come si era pensato, decidiamo di effettuare oggi la traversata fino all’isola d’Elba. Le condizioni di vento e di mare sono ideali. Tanto più che nei prossimi giorni, per almeno una settimana, è previsto il passaggio di un paio di perturbazioni. Con un vento da est-sud-est in 16 ore riusciamo a percorrere tutta la tratta in un solo bordo tutto al gran lasco. Anche oggi, tuttavia, purtroppo non sono mancate le sorprese. Infatti, dopo il problema al genoa, poi alla drizza del genoa, oggi non poteva essere che la volta della randa. Eh sì….. queste vele non ne possono proprio più! Ormai l’epex, il materiale di cui sono costruite, si sta delaminando in molti punti e sia la randa che il genoa sono veramente affaticati. E così, mentre stiamo veleggiando su un bel mare con 12 nodi di vento, alzando lo sguardo vedo che sulla randa al livello della terza crocetta si è formato uno strappo del rivestimento esterno della vela lungo circa un metro. Non mi resta che ammainarla fino al punto interessato e ripararla con il nastro che ho a bordo. Al fine di poterla tenere il più possibile tesa e potere incollare il nastro su una superficie uniforme prendo due mani di terzaroli. La riparazione esteticamente non è un granché, ma almeno il danno è riparato. Habibti solca le onde ad una media di 6 nodi. Verso sera il vento dovrebbe rinforzare girando un poco da sud. Il sole tramonta dietro le montagne innevate della Corsica poco dopo le 17. I contorni dell’isola di Montecristo si delineano all’orizzonte. Alle 20.40 siamo al traverso di Scoglio Africa. Alle 21.30 al traverso del faro di Pianosa. Il vento è rinforzato, ma purtroppo non da sud, bensì da est. Il che mi fa temere per il nostro ridosso, una volta arrivati a Porto Azzurro. Nel tratto di mare tra Pianosa e Capo Calamita incrociamo due grosse navi porta container. Ci sfilano entrambe ad un miglio di distanza davanti alla nostra prua. L’onda cresce ulteriormente. A mezzanotte siamo al traverso del citato capo che delimita la parte sud orientale dell’isola d’Elba. Giunti a Cala Mola, la baia antistante Porto Azzurro dove dobbiamo trascorrere la notte, purtroppo i miei timori sull’affidabilità del ridosso nelle condizioni di mare attuali si rivelano fondati. La baia risulta sì protetta dal vento, ma vi entrano delle onde molto lunghe e decisamente fastidiose. Proviamo ad ormeggiare all’inglese alla pompa di benzina, ma anche qui la risacca è davvero troppa. Il rischio, nonostante la sfilza di parabordi, è di fare qualche danno alla murata. Il pontile limitrofo, a cui vado a dare un’occhiata e al quale sono ormeggiate a debita distanza alcune barche stanziali, ondeggia come un dannato. D’altra parte, proprio qui alcuni anni fa avevamo avuto una pessima esperienza, da non ripetere, un giorno con forte scirocco. L’unica è dare fondo davanti al cantiere “Golfo di Mola” dalla parte opposta della baia dietro ad un piccolo pontile frangiflutti galleggiante che viene utilizzato per proteggere l’invaso di alaggio delle barche. Non è il massimo, ma è la soluzione migliore che si possa adottare. Intanto si sono fatte le 2.30 del mattino. Siamo talmente stanchi che appena ci stendiamo, io sul divano e Tania in cabina ci addormentiamo entrambi come sassi.

(Giornale di bordo)

sabato 22 novembre 2025

Porto Vecchio


Alle 7 ha cominciato a piovere e le mie speranze di poter rendere nuovamente operativo il genoa rimettendo la drizza al suo posto hanno avuto un attimo di vacillamento. Ma poiché non bisogna mai perdersi d’animo alle 8 ero ad attendere Jean Hugues al cancello del pontile, come d’intesa. Poco prima la pioggia aveva cessato di cadere. Jean Hugues arriva puntuale. Ha un viso sorridente e un atteggiamento che ispira simpatia. Saliti in barca, in meno di una mezz’oretta il problema è risolto. In due è stato decisamente tutto più semplice e veloce. Mentre, a lavoro terminato, ci beviamo un caffè ci dice che in giornata andrà a trovare la famiglia a Bastia e in serata sarà a Bonifacio dove salperà a bordo di un Solaris 44 per portarlo a Hyéres, vicino a Tolone, approfittando della breve pausa che darà il maltempo domani. Guardando Lamma Toscana, a parte un breve momento di calma di vento in serata, non mi pare che la traversata che farà il nostro amico sarà di tutto riposo. In ogni caso lo ringraziamo veramente di cuore per la disponibilità e gli auguriamo tutto il meglio. Da parte nostra, prendendo il comodo autobus gratuito che fa il periplo di tutta Porto Vecchio, facciamo un salto da Auchan per comprare delle “craqottes”, di cui Tania è golosa. Come sempre non resistiamo ad aggiungere alcune bottiglie. In questo caso di vino corso, oltre ad una di Sauternes per accompagnare la scatoletta di fois gras che abbiamo aggiunto nel cestino. Come si dice? Tanto per non farsi mancare niente! La giornata è decisamente fredda e la temperatura scende ulteriormente quando arriva l’atteso grecale che in porto arriva molto attenuato. L’anemometro arriva a segnare 25 nodi. Calcolando che ieri, mentre fuori ve ne erano 30, in porto regnava la calma di vento, faccio le debite proporzioni. Pranziamo verso le 15 e rinviamo a domani l’andata al borgo di Porto Vecchio che si trova sulla sommità della collina proprio alle spalle del porto. Il resto della giornata la trascorriamo seduti comodi in dinette con un bel piumone sulle ginocchia. In serata accendiamo anche il riscaldamento. Direi che, tutto sommato, stiamo proprio da Re.

(Giornale di bordo)

venerdì 21 novembre 2025

Rondinara - Porto Vecchio


La notte scorsa fino alle 4 c’è stato vento, poi si è calmato e finalmente siamo riusciti a dormire tranquilli. Al risveglio, dopo il solito caffè, decidiamo di spostarci a Porto Vecchio. È vero che la baia in cui ci troviamo è molto ridossata e potremmo stare qui anche nei prossimi giorni durante i quali è previsto il passaggio di due successive perturbazioni. Tuttavia, finiremmo per restare confinati tutto il tempo sulla barca. Così, dopo aver telefonato alla Capitaneria di Porto Vecchio per prenotare un posto, lasciamo Rondinara. Soffia un ponente che gradualmente rinforza: prima 13, poi 18, quindi 25 nodi. Habibti viaggia al traverso tranquilla. Il vento è sostenuto, ma ho lascato per bene la randa e soprattutto non c’è onda. Stiamo navigando tranquilli quando improvvisamente sento un forte rumore a prua e vedo il genoa che comincia a scendere lungo l’inferitura. “Che diavolo è successo?”. Questo il primo pensiero. Do una rapida occhiata e vedo che si è rotta la drizza. Metto immediatamente Habibti con prua al vento e recupero tutta la vela. Al moschettone a cui si aggancia l’asola della penna del genoa è rimaso attaccato un pezzo della drizza totalmente sfilacciato. Non avevo notato prima l’usura in quanto tutta quella parte della drizza era avvolta da uno spesso strato di agglomerante e francamente non mi ero posto il problema. Tuttavia, a pensarci bene, dopo 14 anni di lavoro ci può anche stare! In ogni caso ormai è fatta! Peccato che sia successo oggi con 25 nodi di vento, che dopo poco diventano 30. Proseguiamo con la sola randa fino all’ingresso della baia di Porto Vecchio. Qui prendiamo il vento dritto di prua e quindi per poter entrare diretti accendiamo il motore. Seguiamo le mede che indicano il canale. A Porto Vecchio stanno ampliando il porto e le carte, sia quelle cartacee che quelle digitali, non sono aggiornate. Seguiamo con attenzione le diverse boe di segnalazione che sono state posizionate temporaneamente e alle 12 siamo infine ormeggiati in banchina. A passarci le trappe troviamo Mathieu, un ragazzo molto gentile che parla anche italiano e che ci dà tutte le informazioni relative al nostro soggiorno. Poiché in porto non c’è vento decido di salire in testa d’albero per far passare il testimone a cui legare la drizza del genoa per farla risalire nell’albero. Ho tutto il necessario, ma purtroppo essendo da solo non riesco a calare la sagola dall’alto e al tempo stesso agganciarla e quindi estrarla in basso nel punto di entrata della drizza. Tania cerca di fare del suo meglio ma non ci riesce. Non mi resta che chiedere alla Capitaneria se conoscono qualcuno che mi possa aiutare. Mi danno il numero telefonico di Jean Hugues. Lo chiamo e restiamo d’accordo che passerà domattina alle 8. In serata piove un poco, ma soprattutto la temperatura è davvero molto fredda. Per la prima sera teniamo acceso il riscaldamento per tutto il tempo. Ceniamo, un po’ di lettura e poi, alle 21, siamo già a letto con la luce spenta. Speriamo che domattina non piova e che si riesca a risolvere il problema.

(Giornale di bordo)

giovedì 20 novembre 2025

Rondinara


Nonostante le previsioni indicassero vento da ponente piuttosto sostenuto la notte è trascorsa calma. Ha piovuto a tratti e la temperatura si è decisamente abbassata. Per i prossimi giorni il meteo non promette niente di incoraggiante. Ma Rondinara è una baia protetta da tutti i quadranti, tranne dal terzo, l’unico dal quale non è previsto arrivare vento almeno fino a lunedì. Almeno questo! È molto probabile che finiremo con il restare qui. Vedremo se ci sarà qualche evoluzione. Per tutto il giorno ha soffiato un ponente con raffiche sui 25 nodi. Domani probabilmente sarà peggio, ma dovrebbe essere sabato il giorno peggiore. Subentrerà infatti un grecale molto molto sostenuto. Lamma Toscana riporta raffiche a 40 nodi. L’alternativa sarebbe quella di riparare a Porto Vecchio domani, ma una vocina mi dice che nel punto in cui ci troviamo ora dovremmo poter superare la buriana senza inconvenienti. Siamo alla fonda molto in prossimità della spiaggietta settentrionale della baia con un fetch ridotto ai minimi termini. Il fondo di sabbia è buon tenitore. Ho dato fondo in 3,5 metri d’acqua con la possibilità di filare tutta la catena che ho a disposizione, cioè una sessantina di metri. Staremo a vedere. Intanto anche la fredda giornata di oggi è trascorsa. Dopo uno spuntino verso le 14, mi sono appisolato per un paio d’ore. In serata il riscaldamento rende il clima sottocoperta molto piacevole. Il nuovo libro di Valerio Massimo Manfredi è interessante. La cena è quasi pronta. Che aggiungere d’altro?…. alla via così!

(Giornale di bordo)

mercoledì 19 novembre 2025

Santa Teresa di Gallura - Rondinara


Nella notte è entrato il grecale e nel porto abbiamo sentito un po’ di risacca. Ha anche piovuto un po’ e al risveglio abbiamo trovato il cielo carico di nuvole. Guardando le previsioni realizziamo che o attraversiamo le Bocche di Bonifacio oggi o rimarremo bloccati qui almeno fino a martedì prossimo. Nei prossimi giorni, infatti, non solo è prevista una notevole diminuzione delle temperature, ma anche vento molto forte, prima da ovest e poi da nord. Vento che, inevitabilmente, si incanalerà prendendo ancora più vigore nello stretto. Così, seppur sotto un cielo plumbeo, ci apprestiamo a partire. Salutiamo Giulia, la gentile signora dell’ufficio del porto, e prendiamo il mare. I giorni trascorsi qui sono stati davvero molto gradevoli. Usciti dal ridosso troviamo il vecchio moto ondoso da ovest e un vento fresco di prua. Apriamo il genoa, che stabilizza Habibti, e avanziamo a motore per attraversare nel minor tempo possibile le Bocche. All’uscita del porto incrociamo una nave militare che, nonostante la mole, brandeggia non poco sulle onde. Dopo circa una mezz’ora di navigazione comincia a piovere. Un grande nuvolone nero ci passa sulla testa e con lui il vento, fino ad ora sui 18 nodi, aumenta fino a superare abbondantemente i 25. Le onde al traverso sono lunghe e alte e Habibti  avanza con un sali scendi non da poco tra di esse. Prendiamo una mano di terzaroli. Avvicinandoci alla costa della Corsica il moto ondoso si attenua e superiamo senza difficoltà il Passaggio della Piantarella, una zona di bassi fondali ad est di Capo Pertusato. Puntiamo sulla baia di Rondinara lasciando alla nostra sinistra il Golfo di Santa Manza. Qui le onde provengono da nord-est e le vediamo infrangersi sul promontorio meridionale che dà accesso alla baia. Al suo interno c’è già alla fonda un’altra barca a vela nella parte settentrionale della baia. Qui le profondità sono il minimo sindacale e quindi avanziamo con cautela. Diamo fondo in 3,5 metri. Una volta ridossati tutto diventa molto calmo. Pranziamo e facciamo un pisolino. Ci svegliamo che è quasi buio. Il nostro vicino, un po’ troppo vicino alle rocce, si sposta non lontano dando fondo davanti alla limitrofa spiaggia. Poiché questa notte il vento è atteso da ovest approfitto dello spazio lasciato libero per aggiungere una decina di metri di calumo. Devo comunque fare attenzione di non avvicinarmi troppo ad uno spuntone roccioso che esce dal mare ad una decina di metri dal bagnasciuga. Leggo fino alle 22,30 e poi raggiungo Tania che nel frattempo si era già addormentata sotto al piumone.

(Giornale di bordo)

martedì 18 novembre 2025

Santa Teresa di Gallura


Cornetto e cappuccino li abbiamo presi al “Bar del Porto” che tutti i giorni tranne il mercoledì apre puntuale alle 7. Serenella e suo marito Fredy accolgono gli “habitué “ e i nuovi clienti di buon umore. È bello vedere persone positive già dal primo mattino. Oltre al bar sono proprietari di una scuola per sub, “Blu Dive Center”, di cui sono anche istruttori e che ha sede lì accanto. Chiacchieriamo con Fredy seduti ad un tavolino all’interno del locale. All’esterno prima che il sole si affacci fa freschetto. Con la Panda affittata raggiungiamo Porto Pozzo per ritirare da Maria Grazia i “papassini” e le polpette. Poi lascio Tania in una lavanderia self service vicina al porto mentre vado a restituire l’auto. Oggi giornata di pulizie. Per fare il bucato impieghiamo un paio d’ore, poi è la volta della pulizia della barca. Tania passa l’aspirapolvere mentre la pulizia del bagno rimane sempre una mia prerogativa. Faccio il pieno d’acqua e infine cucino le polpette. Prima che il sole tramonti e l’aria rinfreschi facciamo una passeggiata in paese. Lungo le sue strade, tutte rigorosamente in salita, le facciate delle case sono state per la maggior parte dipinte con colori vivaci. Raggiungiamo la chiesa in cima al paese e ci fermiamo ad ammirare la vista delle Bocche dal grande piazzale limitrofo. Santa Teresa è molto migliorata dall’ultima volta che eravamo stati qui nove anni fa. Rientrati in barca pranziamo che sono le 17. La sera un po’ di riscaldamento sottocoperta non guasta. Leggiamo un po’ e poi guardiamo le notizie del telegiornale. Le previsioni non escludono che durante la notte piova un poco. In ogni caso domani vorrei spostarmi in Corsica. Nei prossimi giorni il vento nelle Bocche dovrebbe aumentare ed io vorrei già trovarmi dall’altra parte dello stretto.

(Giornale di bordo)

lunedì 17 novembre 2025

Olbia


La colazione stamattina la facciamo al “Bar del Porto”, un piccolo bar proprio alle spalle di Habibti. Sembra che sia il ritrovo di tutti coloro che qui vanno per mare e non solo. Serenella, la proprietaria, è di una estrema gentilezza. È buonissimo è anche il croissant al carbone vegetale ripieno di marmellata di frutta che prendiamo accompagnandolo con due cappuccini. Per il resto, a Santa Teresa di Gallura pare ci sia il coprifuoco, nel senso che la maggior parte degli esercizi commerciali sono chiusi. Telefonando al numero riportato sulla porta riusciamo comunque ad affittare un’auto per 24 ore. Stasera abbiamo appuntamento ad Olbia con Ferdinando e sua moglie Marzia. La strada da Santa Teresa ad Olbia in parte già la conosciamo. Attraversa anche Porto Pozzo, dove nel negozio di Maria Grazia alcune settimane fa avevamo comprato dei dolci sardi e delle polpette di carne spaziali. Non possiamo non fermarci. Maria Grazia, sempre con il suo sorriso, ci dice che ci ordinerà “i papassini”, i famosi dolci, per domani mattina. Poi proseguiamo per Olbia, dove ci fermiamo al supermercato a far spesa e quindi, raggiunto il centro, in libreria. Ormeggiata all’inglese in porto vediamo anche “Baloo”, lo sloop della coppia di danesi incrociati a Villamarina. Aspettiamo Ferdinando e Marzia seduti nella veranda di un bar sulla passeggiata. Anche ad Olbia molti negozi sono chiusi. In effetti di turisti in giro non ce ne sono più. I nostri amici, che in serata devono prendere il traghetto per Livorno, arrivano verso le 17. È qualche anno che non ci vediamo e di novità da raccontarci ne abbiamo molte entrambi. La conversazione prosegue al ristorante. Alle 21 loro si dirigono verso il porto mentre noi percorriamo a ritroso i sessanta chilometri percorsi al mattino e che separano Santa Teresa da Olbia. Arriviamo in barca verso le 10,30. Portiamo la spesa a bordo e un po’ stanchi ce ne andiamo a nanna.

(Giornale di bordo)

domenica 16 novembre 2025

Porto Liscia - Santa Teresa di Gallura


Ieri sera, quando ci stavamo apprestando ad andare a dormire accanto a noi ha dato fondo un’altra barca. Con la luce del giorno abbiamo visto trattarsi di un ketch piuttosto vecchio, con i due alberi in legno. A bordo vi era un ragazzo un francese che, prima di partire, ha alato catena e ancora a mano e ha drizzato la randa di mezzana e il fiocco con gran stridore di drizze. Ci siamo salutati, mentre ancora noi stavamo bevendo il caffè in pozzetto. Tania, con il suo spirito sempre curioso, ha rintracciato un po’ di informazioni sull’isola di Culuccia, in realtà un promontorio che qui chiamano isola, e che è proprio davanti a noi. Io ne avevo già sentito parlare in un servizio fatto dalla televisione alcuni anni fa. Casuccia è stata fino al 1996 di proprietà di una famiglia della Gallura: i Sanna. Dal 1923 al 1996 l’unico abitante è stato Angelo Sanna, conosciuto da tutti come Ziu Agnuleddu. Arrivato alla Culuccia dopo aver abbandonato il suo lavoro di ufficiale postale a Santa Teresa si ritirò, come un eremita, sulla sua isola, dove viveva con un cane e una cavalla. Senza acqua corrente, luce elettrica o altre “diavolerie” della modernità, come le chiamava lui. Ziu Agnuleddu viveva allevando maiali, capretti e mucche. Il luogo era anche una riserva di caccia autogestita; le battute erano un’occasione per lui di mantenere una rete di relazioni di alto livello. Le regole stabilite da Ziu Agnuleddu erano molto rigorose: potevano partecipare solo persone da lui invitate, ad ogni ospite veniva spiegato qual’era il territorio dove cacciare è indicato il numero di pernici e lepri che si potevano abbattere. Qualsiasi persona, comprese quelle di alto rango che venivano nella sua riserva, non seguisse le sue indicazioni veniva allontanato senza tanti convenevoli. Vista la grandezza della Culuccia Ziu Agnuleddu si muoveva sempre a cavallo. Per spostarsi dall’isola aveva due barche: un chiattino usato prevalentemente per la pesca e un gozzo in legno che usava per andare alla Maddalena o a Santa Teresa. Piantò anche una vigna. Negli anni ‘60 attirò le attenzioni di molti investitori interessati ad acquistarla per sviluppare un progetto turistico complementare alla Costa Smeralda, ma il Sanna rifiutò. Nel 1985 l’area fu dichiarata zona di rispetto ambientale totale. Alla sua morte all’età di 94 anni come indicato nel suo testamento la proprietà fu devoluta all’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Poi, dal 1998 passò a proprietari privati. Attualmente è di proprietà di un imprenditore di Torino che l’ha trasformata in azienda agricola. Una storia davvero interessante che ci fa nascere la curiosità di visitare il luogo. Purtroppo, essendo domenica, non riusciamo a contattare il numero che eravamo riusciti a reperire per organizzare una visita. Tuttavia sulle pendici della collina sentiamo dei cacciatori in azione. Spari, urla. Certamente è in corso una battuta di caccia, probabilmente al cinghiale. Per la buona pace di Ziu Agnuleddu. Salpiamo dalla baia alle 13 alla volta di Santa Teresa di Gallura dove ci fermeremo fin quando non passerà la perturbazione il cui arrivo è previsto nella notte. Per cena usciamo a mangiare una pizza. Riusciamo anche a vedere la finale tra Sinner e Alcaraz….con gran soddisfazione finale.

(Giornale di bordo)

sabato 15 novembre 2025

Cala della Chiesa (Lavezzi) - Porto Liscia


Questa volta Windguru ci ha azzeccato al minuto. Alle 4 della notte precise il vento avrebbe dovuto cessare completamente e così è stato. Questa mattina ci svegliamo sotto un cielo caliginoso a causa della forte umidità. Tuttavia le previsioni indicano che oggi sarà una bellissima giornata con temperature di 26 gradi. Lasciamo Cala della Chiesa alle 8,30. In mare ci sono già alcune barchette di pescatori. Apriamo le vele e di bolina stretta ci dirigiamo verso la costa sarda. Ci sono tra gli 8 e i 10 nodi da est. L’onda, rispetto a ieri, è decisamente diminuita. Ne restano solo i rimasugli. Il risultato è un’onda lunga ed innocua da est. La navigazione è lenta ma gradevole. In prossimità della Sardegna facciamo una serie di virate per risalire in direzione di Porto Liscia, un’ampia baia limitrofa a Porto Puddu. Il poco vento, verso mezzogiorno, cala del tutto. Il mare è diventato liscio come l’olio. Incrociamo un branco di delfini che ci segue per un po’. Accendiamo il motore e raggiungiamo la nostra destinazione. La baia è davvero molto ampia. Decidiamo di dare fondo nella sua parte più occidentale. I fondali sono profondi, ma qui saremo meglio ridossati dal ponente previsto già dal pomeriggio. Diamo fondo in 13 metri d’acqua con una cinquantina di catena. Siamo soli. La temperatura è davvero eccezionale tenuto conto della stagione. Il sole è caldo e decidiamo di fare un bagno. Sarà l’ultimo della stagione? Pranziamo al tramonto sottocoperta. Stasera, essendo nuovamente in Italia, ci guarderemo un po’ di Tv senza timore di consumare troppi giga in roaming.

(Giornale di bordo)

venerdì 14 novembre 2025

Porto Puddu - Cala della Chiesa (Lavezzi)


Il vento da est ha soffiato fino alle 2 poi una totale calma ha regnato per tutta la notte. C’è tanta umidità. Al risveglio, dopo aver guardato le previsioni decidiamo di fare una puntata a Lavezzi che dista solo 12 miglia. Facciamo una bella navigazione al gran lasco con una ventina di nodi. Usciti dal ridosso offerto prima da Spargi e poi da Budelli e Razzoli il vento aumenta fino a 25 nodi. Siamo costretti ad una piccola deviazione dalla nostra rotta per lasciare acqua ad una petroliera che proviene da ovest e che naviga nel corridoio marittimo riservato alle grandi navi e che attraversa le Bocche di Bonifacio. In questo tratto di mare c’è una discreta onda. Fatta sfilare a prua la petroliera riprendiamo la nostra rotta verso Lavezzi. Il vento aumenta ulteriormente. Lasciamo sulla nostra sinistra le due grandi mede che indicano delle secche poste a sud dell’isola. Di entrare a Cala Giunco, dove pensavo di ridossarmi per la notte non è cosa. Abbiamo già avvolto il genoa, ma abbassare la randa con l’onda che c’è, il vento quasi a 30 nodi e nello spazio non grandissimo della cala non mi pare prudente. Quindi scapoliamo il capo a sud-est dell’isola. Una volta superato il capo la situazione migliora notevolmente. Il vento rimane, ma almeno non c’è onda. Una volta effettuata la manovra entriamo in Cala della Chiesa. In questo tratto occorre davvero fare molta attenzione agli scogli, di cui tutta l’isola è cosparsa. Quelli affioranti non rappresentano un problema in quanto sono ben visibili, ma la zona è anche disseminata di altrettanti scogli a filo d’acqua. Nella cala troviamo due boe gialle con sopra riportato il segno di divieto d’accesso. Sono collocate una sulla nostra sinistra e una per evitare che con la barca si acceda alla parte più interna della cala. Non so se è stata posizionata per evitare che qualcuno, entrandovi, rischi di prendere qualche scoglietto sommerso o perché quell’area fa parte della zona del parco integrale. Diamo fondo in 7 metri d’acqua proprio al centro dell’area nella quale è concesso l’accesso. Oggi a Lavezzi siamo la sola barca presente e ciò rappresenta un vantaggio. Lo spazio disponibile è tutto per noi. La cala è ridossata dalle onde ma solo parzialmente dal vento. Fino alle 4 del mattino questo continua a soffiare tra i 15 e i 20 nodi. Tania va a letto presto mentre io termino di leggere il mio libro e spengo la luce che sono da poco passate le 23.

(Giornale di bordo)

giovedì 13 novembre 2025

Liscia di Vacca - Porto Puddu


Il vento da sud-est in aumento ci suggerisce di spostarci. Non che Liscia di Vacca non sia ridossata, ma in questa zona, più vicina alla costa orientale della Sardegna, il vento oggi soffierà più forte rispetto all’area ad ovest di Palau. E così, poiché non la conosciamo, mettiamo la prua in direzione di Porto Puddu. Si tratta di un’ampia baia ad ovest di Punta Sardegna ad una decina di miglia di distanza. La raggiungiamo con una bella andatura portante. La zona più interna della baia è una specie di lago ridossato da tutti i venti. In entrata occorre fare attenzione di non avvicinarsi troppo alle due rive in quanto sono disseminate di scogli e i fondali salgono rapidamente. Quando ci affacciamo nell’insenatura più interna vi troviamo quattro catamarani ormeggiati ad altrettanti gavitelli. A bordo non c’è nessuno e quindi è evidente che sono stati lasciati qui per l’inverno, o almeno in attesa di essere alati da qualche parte. Decidiamo così di dare fondo alle spalle dell’isolotto Costa Serena in 10 metri d’acqua. Siamo comunque ben ridossati ma, al tempo stesso, evitiamo di ammassarci accanto ai catamarani. Quando facciamo un giro con il tender ci accorgiamo che in fondo alla baia c’è ancora un gavitello libero. Sopra vi è riportato il nome e il numero telefonico di chi ha la concessione. Decidiamo comunque di restare dove siamo. Di qui abbiamo una bella vista sulla retrostante Isola dei Gabbiani e sull’itsmo che separa Porto Puddu da Porto Liscia. In giornata nella baia escono alcune derive, dei windsurf e vediamo anche un paio di kite surf. Per loro le condizioni oggi sono veramente ideali: vento e niente onda. Pranziamo in pozzetto. Poco lontano da noi, sulla terraferma c’è qualcuno che suona il saxofono. Ci tiene compagnia per una buona parte del pomeriggio fino a poco prima del tramonto. Verso sera il vento si calma: la ciliegina sulla torta prima di trascorrere qui la notte.

(Giornale di bordo)

mercoledì 12 novembre 2025

Golfo Pevero - Liscia di Vacca


Contrariamente a quella precedente la notte è trascorsa tranquilla. Ad una certa ora sentiamo il motore di una barca non lontano da noi. È quella di un pescatore. Non capisco se sta calando le reti o se le sta trascinando dietro di sé. Mi ritorna in mente quando in Turchia, alla fonda in una piccola baia, al nostro risveglio la trovammo quasi totalmente ostruita da delle reti messe durante la notte a pelo d’acqua e non segnalate. Spero non sia questo il caso. In questo periodo anche da queste parti non ci sono regole basilari che vengano del tutto rispettate. Vedi il caso delle trappe lasciate in bando e senza che vi fosse attaccato un gavitello che abbiamo incontrato recentemente a Golfo Saline. Ci svegliamo con un bel sole e un leggero vento da sud-ovest che poi gira ad est. Nonostante ciò nella baia, seppur quasi impercettibili, continua ad entrare un’onda lunga da nord-est. Golfo Pevero è veramente un posto strano. Molto bello, ma con un moto ondoso che rende il ridosso non dei migliori. Questa è in definitiva la valutazione che ne facciamo. In mattinata telefono ad una serie di amici che non sentivo da tempo. Il tempo scorre davvero per tutti. Alcuni non hanno perso la loro positività, altri li sento un po’ stanchi e invecchiati. Chissà quale impressione avrò suscitato io in loro, mi chiedo. Mi auguro non la seconda, anche se, ahimè, un po’ di acciacchi comincio a sentirli anch’io. Lasciamo l’ancoraggio spostandoci a Liscia di Vacca. A Tania non va molto di scendere più a sud. In effetti ci sono ancora tutta una serie di baie in cui non siamo stati nella zone in cui abbiamo gravitato durante questo ultimo mese. Dal punto di vista climatico, ci troviamo davvero nel periodo dell’estate di San Martino. La temperatura, quando si è al sole, è decisamente gradevole. Ne approfittiamo per scendere a terra a fare due passi una volta arrivati a destinazione. Accanto al famoso Hotel Pitrizza, uno dei più esclusivi della zona e attualmente chiuso, stanno costruendo degli enormi casermoni. I cantieri sono in piena attività. Pensiamo a chi, anni fa, ha investito qui comprando una casa con vista sulla baia e ora si ritrova davanti un muro di cemento. Sfortunatamente, spesso, o i piani regolatori non hanno una logica, oppure ce l’hanno in funzione di quanti soldi sono pronti ad incassare alcuni amministratori. Almeno in barca si ha sempre la possibilità, se un posto per qualche ragione non ti piace, di spostarsi in un altro. La serata ormai segue il suo schema collaudato: un po’ di lettura, la scrittura del diario di bordo, un po’ di Tv e poi a letto. Lasciamo a domattina decidere dove e se ci sposteremo nuovamente.

(Giornale di bordo)

martedì 11 novembre 2025

Golfo Pevero


La notte, nonostante lo stratagemma di legarsi a poppa al gavitello per tenere la prua di Habibti perpendicolare al moto ondoso che entra incessantemente nella baia, è stata comunque un po’ ballerina. Il che non ci ha impedito di dormire fino alle 6.30. Fatta colazione ci mettiamo di guzzo buono a riparare la base del genoa. A bordo ho tutto il necessario e, con l’indispensabile aiuto di Tania nella veste di rammendatrice, dopo quattro ore di lavoro rimediamo al problema. La giornata piena di imprevisti di ieri ce la siamo lasciata alle spalle. Mentre siamo seduti a prua a lavorare arriva un gommone e toglie tutti i gavitelli della baia. Compreso quello al quale ci eravamo legati ieri e dal quale ci eravamo staccati di prima mattina. Il vento gira da sud-est e ciò contribuisce a rendere la baia molto più tranquilla. Così decidiamo di fermarci qui anche questa notte. È una bella giornata di sole e verso le 16 pranziamo seduti in pozzetto. Erano alcuni giorni che avevo voglia di spaghetti al pomodoro e peperoncino. Aggiungo anche due acciughe che ci stanno sempre bene. Nella baia da fondo per alcune ore un’altra barca a vela che però se ne va in serata in direzione di Porto Cervo. Ci godiamo il tramonto e poi, una volta scesi sottocoperta, ci dedichiamo alla lettura dei due avvincenti libri che abbiamo iniziato da alcuni giorni. Il libeccio dovrebbe durare per un paio di giorni. Domani mattina decideremo cosa fare. Per ora ci godiamo questa serata tranquilla, in pace con Dio e con gli uomini.

(Giornale di bordo)

lunedì 10 novembre 2025

Porto Palma - Golfo Pevero


E poi arrivano anche le giornate NO. Quelle durante le quali se c’è qualcosa che può andare storto di sicuro lo farà. Come insegnava Murphy. Ci siamo svegliati presto, come al solito, dopo una nottata tranquilla a Porto Palma. In giornata e per le prossime 48 ore è previsto vento da ovest. Guardiamo la carta, consultiamo un paio di siti e decidiamo di spostarci a Golfo Pevero. Un’ampia baia sulla costa orientale, poco a sud di Porto Cervo. Lasciamo il gavitello e apriamo il solo genoa. Nel canale prima di arrivare all’isola delle Bisce ci sono una ventina di nodi e Habibti corre sui 6 di velocità. Per attraversare a vela il passaggio tra l’isola delle Bisce e la terraferma devo cambiare bordo. Faccio una strambata e il fiocco, accidenti a lui, si incattivisce sul pulpito di prua. Il tempo di rimettere la barca sul bordo precedente e noto che la base del genoa, per la verità già un po’ stanco, si è scucita per un paio di metri. Niente di grave. La vela fortunatamente è intatta, ma è comunque una seccatura. Superiamo la secca di fronte a Porto Cervo ed entriamo nell’ampio golfo Pevero. Diamo fondo nella sua parte finale sul lato sud-ovest in 5 metri d’acqua tenendoci a debita distanza da un paio di gavitelli. Il golfo, sulla carta, è ottimamente ridossato dai venti occidentali. Tuttavia, nonostante il vento soffi da ovest sempre sui 20 nodi nel golfo continua ad entrare un’onda lunga da nord-est. Risultato: Habibti oscilla da un lato e dall’altro in modo decisamente fastidioso. Penso che di lì a poco l’onda vecchia si attenui sopraffatta dal vento nuovo. Aspettiamo qualche ora e invece niente. Così, poiché per spostarci comincia ad essere un po’ tardi, do fondo nuovamente all’ancora e prendo uno dei gavitelli legandovi una cima a poppa, in modo da tenere la prua di Habibti in direzione delle onde. La situazione migliora, ma la scelta non è risolutiva. Intanto la chiusura del mezzo marinaio con il quale avevo preso e tenuto il gavitello in modo da permettere a Tania di farvi passare la cima, forse perché sottoposto a troppa tensione si blocca e mi ci vuole un buon quarto d’ora a forza di WD40 e colpi di martello per sbloccarlo. Poi è la volta degli occhiali che poso un attimo su una delle sedute in pozzetto. Me ne dimentico e ci metto un piede sopra piegando una delle stanghette. Ci manca solo che questa sera il gas finisca mentre si sta cucinando e il gioco è fatto. Vabbè domani ricuciremo la vela e se il moto ondoso continua così ci sposteremo da un’altra parte. Per oggi meglio non prendere altre iniziative. Quando non è cosa non è cosa.

(Giornale di bordo)

domenica 9 novembre 2025

Porto Palma


Sempre a Porto Palma. In mattinata siamo scesi sul pontile a fare un po’ di bucato. Nella baia ha dato fondo vicino a noi una barca a vela con a bordo una coppia di francesi. Mentre scendevano a terra ci hanno salutato. Per pranzo preparo due valdostane che accompagniamo con l’ultima bottiglia di vino bianco greco comprata a Kos. C’è l’aveva consigliata Kostas, il simpatico proprietario del negozio di alimentari del porto. L’unico negozio incontrato in un porto a mia memoria, che avesse dei prezzi più bassi rispetto ai supermercati che si trovavano in città. Dopo pranzo scendo nuovamente a terra, questa volta da solo, e raggiungo a piedi Stagnali per buttare il sacchetto dell’immondizia. Sulla strada del ritorno incontro un ciclista e una famigliola che sta facendo una passeggiata. Nel frattempo nella baia è arrivato un enorme catamarano di 60 piedi. Una specie di condominio. Come la maggior parte degli equipaggi che si trovano a bordo di questo genere di barche, appena dato fondo all’ancora mettono la musica sparata a palla. Poiché sto rientrando con il tender mi avvicino. A bordo ci sono solo uomini, dalla lingua probabilmente russi. Dopo averli salutati gli chiedo gentilmente di evitare di tenere la musica a così alto volume. Gli faccio notare che il posto è molto tranquillo e che è un peccato turbarne il silenzio, soprattutto ora che di barche in giro ve ne sono davvero poche. Mi aspetto che mi mandino a quel paese, invece dopo un po’ abbassano il volume della musica. Sarò un rompiscatole, ma la calma è ristabilita. Dal pozzetto di Habibti, guardando la base del CVC deserta mi tornano in mente tanti ricordi. Tante delle persone incontrate quando molti anni fa la frequentavano con assiduità. Tra le persone alle quali sono rimasto più legato vi è Guido Conaghi, uno dei fondatori del centro, che quest’anno avrebbe compiuto 100 anni. È mancato alcuni anni fa, ma il suo ricordo resta indelebile. Mi assale un po’ di malinconia e decido di scrivere un post su “velisti in Facebook” in suo ricordo. Magari qualche altro suo allievo lo leggerà e forse gli farà piacere questo piccolo omaggio alla memoria. Non mi ero sbagliato. A leggere le mie poche ma sentite righe vi è anche la figlia di Guido, Monica, che mi risponde in privato. Un bel incontro, anche se per ora solo sul web e che è stato un ulteriore bel regalo che mi ha fatto, da dove si trova ora, il suo caro papà.

(Giornale di bordo)

sabato 8 novembre 2025

La Maddalena


Da Stagnali ci siamo spostati a Porto Palma. Il Centro Velico Caprera con oggi ha chiuso i battenti per quest’anno. La baia ha riacquistato tutta la sua tranquillità. Scesi a terra percorriamo a piedi la strada bianca che porta alla fermata dell’autobus per La Maddalena. Verso le 11 arriva puntuale, esattamente all’orario riportato sulla tabella appesa al cartello della fermata. Alla guida c’è Franco. Ci chiede da dove veniamo e quando Tania gli dice che è nata a Beirut, lui ci risponde che c’è stato verso la fine degli anni ‘90 quando era imbarcato e lavorava per la compagnia marittima Messina. “Purtroppo”, aggiunge, “non ci lasciavano scendere a terra e quindi la città l’ho potuta vedere soltanto dal porto, a bordo della nave”. La Maddalena è sempre carina. Nel complesso non è molto diversa da come la ricordavo. Nella via principale alcuni negozi sono chiusi. D’altra parte la stagione turistica è definitivamente terminata. Anche per mare, oramai, le barche che si incrociano si contano sulle dita di una mano. Facciamo una passeggiata in centro dando un’occhiata a Cala Gavetta, il piccolo porto del paese. Poi facciamo un salto al supermercato per ricomprare quelle poche cose che abbiamo consumato negli ultimi giorni. Le previsioni oggi danno pioggia nel primo pomeriggio, ma riusciamo a scamparla. Ritorniamo sempre con l’autobus e facciamo un rapido bagno una volta nuovamente in barca. L’acqua non è proprio quel che si dice caldissima. Restiamo seduti in pozzetto godendoci il sole fino a quando non scompare dietro a dei grandi nuvoloni neri che si sono ammassati sulla terraferma. Qui, comunque, continua a non piovere. Per cena cucino delle polpette al sugo. Ormai è già da un paio di sere che accendiamo per un po’ il riscaldamento. La sera l’aria è divenuta frizzante e stare al calduccio rende la serata decisamente più gradevole. 

(Giornale di bordo)

venerdì 7 novembre 2025

Stagnali


Oggi abbiamo deciso di restarcene a Stagnali. Il posto ci piace molto perché non è molto frequentato. Oggi, poi, lo dovrebbe essere ancora meno, non solo in quanto ormai le barche in circolazione sono notevolmente diminuite, ma anche perché con il vento odierno si crea all’interno della baia una leggera onda. Non è fastidiosa, ma non lontano ci sono certo baie più ridossate dal libeccio. Forse è anche per questo motivo che i nostri vicini danesi stamattina se ne sono andati. La giornata è trascorsa tranquilla. Di tanto in tanto ha piovigginato un poco quando alcune nuvole nere sono passate velocemente sulle nostre teste. Non fosse stato così non avremmo potuto goderci un arcobaleno che pareva essere uscito tutto per noi: iniziava e terminava proprio in corrispondenza dei due capi della nostra baia. Si è letto e si sono fatti un po’ di cruciverba per far passare il tempo. Tra le cose belle di questo periodo che abbiamo deciso di trascorrere in barca è proprio l’assenza di programmi. Nessun desiderio di fare lunghe navigazioni, bensì quello di goderci in tutta calma le varie zone dell’Arcipelago, spesso le stesse, seguendo nei brevi spostamenti cosa ci suggerisce il vento. Il mare è piacevole viverlo anche così.

(Giornale di bordo)

giovedì 6 novembre 2025

Cala Villamarina (Isola di Santo Stefano) - Palau - Stagnali


Ieri sera, con la luna piena che si vedeva dall’osteriggio della cabina sembrava di aver la luce accesa. Ciò non ci ha impedito di addormentarci subito e di fare una bella dormita. Questa mattina, i nostri vicini danesi a bordo di “Baloo” sono partiti poco dopo che il sole si è affacciato nella cala. La notte, senza vento, è stata estremamente umida e al risveglio la coperta di Habibti grondava acqua. Abbiamo atteso che i raggi del sole la asciugassero un po’. Poi siamo salpati anche noi alla volta di Palau. Dobbiamo fare un po’ di spesa approfittando per gettare l’immondizia. Cosa che a Palau è una vera impresa. I cassonetti sono tutti automatizzati e per potervi accedere o devi essere residente o devi possedere una carta che è rilasciata solo agli utenti del porto. Tutti gli altri altri sostanzialmente si attaccano. Il caso vuole che incrociamo un operatore ecologico - un po’ di tempo fa si chiamava semplicemente spazzino, senza che nessuno si offendesse. Ci dice che sul piazzale in direzione del campo sportivo c’è “un’isola” - un tempo era il deposito della spazzatura - al cui interno si trovavano dei cassonetti a cui si può accedere liberamente in quanto al momento la porta d’accesso è rotta. Troviamo il posto e mentre stiamo provvedendo ad effettuare la “suddivisione dei pani e dei pesci” con il vetro gettato in un bidone, la plastica e l’alluminio in un altro e l’umido in un altro ancora, a bordo di un motorino arriva un abitante del posto. Questi, senza scendere dal suo mezzo, compie un lancio nemmeno fosse stato il “quarter back” dei Chicago Bears gettando il sacchetto della sua immondizia direttamente nel locale a pochi passi dai nostri piedi. Altro che differenziata. D’altra parte questi sono i tempi!!! Chi desidera attenersi a certe regole non le può rispettare e chi, invece, dovrebbe e potrebbe farlo se ne infischia. Dopo aver mandato qualche accidenti all’amministrazione comunale di Palau per l’assurdità di certe sue regole, facciamo le nostre commissioni percorrendo a piedi tutto il paese. Il che, viste le distanze tra tabaccaio, farmacia e supermercato, ci ha preso un paio d’ore abbondanti. Carichi come somari rientriamo su Habibti, che avevamo lasciato alla fonda non lontano dal porto. Sistemiamo le varie cose a bordo e verso le 13 salpiamo alla volta di Stagnali. Questa volta decidiamo di raggiungere la nostra meta seguendo il canale che separa La Maddalena dall’isola di Santo Stefano invece che percorrendo quello tra Santo Stefano e Caprera. Nel punto più stretto il vento incanalandosi raggiunge i 25 nodi. In più si aggiunge anche una forte corrente che ci fa progredire molto lentamente. Passiamo tra i segnali verdi e rossi che ti fanno evitare gli scogli e la zona di bassi fondali davanti all’Ammiragliato e dopo un altro po’ entriamo a Stagnali. Nella baia c’è già un’altra barca a vela battente bandiera danese. Inizialmente pensiamo sia “Baloo”, invece non è lei. In un primo tempo do fondo leggermente a sinistra dei danesi, ma poi decido di spostarmi un po’ più in centro della baia. Non solo i fondali qui sono molto bassi, ma ai lati della baia ci sono anche numerosi scogli. Il vento, sempre da ovest, continua a soffiare forte, ma con i nostri 30 metri di catena su un fondale di sabbia e fango di 2,5 metri non potrò che dormire un sonno tranquillo.

(Giornale di bordo)

mercoledì 5 novembre 2025

Porto Palma (Isola di Caprera) - Cala Villamarina (Isola di Santo Stefano)


Nella notte il leggero vento da sud-ovest che entrava nella baia ha fatto in modo che Habibti restasse ben scostata dal gavitello al quale è ormeggiata. Quest’ultimo, diversamente dalla notte precedente, ha così evitato di urtare di tanto in tanto contro la prua della barca svegliandoci ogni volta. La mattina, prima che il sole illumini la baia, fa piuttosto fresco. La notte è stata molto umida e la coperta di Habibti è tutta bagnata. Aspetto di vedere i primi raggi prima di uscire dal letto e aspettiamo che la temperatura si riscaldi prima di partire alla volta della vicina Cala di Villamarina, sull’isola di Santo Stefano. Quando arriviamo al suo ingresso è quasi mezzogiorno. Al suo interno ci sono già alla fonda due barche a vela: una battente bandiera danese e la seconda un piccolo 26 piedi con una persona a bordo che non risponde al nostro saluto. Va a capire com’è fatta certa gente! Scendiamo a terra e come prima cosa ritorniamo a vedere il busto di Costanzo Ciano nella vicina cava di granito. L’ultima volta che eravamo stati qui erano con noi Marco e la nostra amata Elena. Il busto era stato commissionato da Mussolini allo scultore Arturo Dazzi per il mausoleo dello stesso Ciano presso Livorno. In realtà la scultura, che doveva essere composta da diverse parti, per un totale di 12 metri di altezza, venne scolpita dagli scalpellini che lavoravano presso la cava. Ma l’opera rimase incompiuta. Ridiscesi al molo imbocchiamo la strada sterrata che conduce a Forte San Giorgio, a poco più di un quarto d’ora di cammino. Il forte venne costruito nel 1809, successivamente a quello di Carlo Felice posto sull’isola di La Maddalena. La struttura è abbastanza ben conservata. Al piano terra, oltre al piccolo corpo di guardia, vi sono due sotterranei di modeste dimensioni. Molto bello è il panorama che si può ammirare dal piazzale superiore al quale si accede attraverso una piccola rampa. Dalle feritoie che danno verso est possiamo vedere Habibti alla fonda in rada. È poi la volta della visita alla Torre Quadra, anche chiamata Torre Napoleonica, che si trova un po’ più in basso verso il mare. Il nome di Torre Napoleonica deriva dal fatto che durante l’attacco all’arcipelago del 22 febbraio 1793, l’allora tenente colonnello di artiglieria Napoleone Bonaparte se ne impossessò e da lì bersagliò il centro di La Maddalena. La Torre è a base quadrata, con murature molto spesse ed è circondata da un fossato largo all’incirca tre metri. Il ponte in legno che vi dà accesso non è in buone condizioni e per questo preferiamo non avventurarci al suo interno. Lungo il percorso incontriamo la coppia di danesi della barca alla fonda accanto ad Habibti, anche loro alla scoperta di questi luoghi. Ci dicono di aver raggiunto il villaggio turistico che si affaccia su La Maddalena. Lo vediamo anche noi dall’alto. Al momento è chiuso ma non ci pare particolarmente attraente. Rientrati in barca facciamo un piccolo bagno e poi pranziamo in pozzetto. Terminiamo di mangiare poco prima che il sole scompaia dietro la collina alle nostre spalle. In pochi minuti la temperatura da molto gradevole diventa decisamente fresca e noi scendiamo sottocoperta. Stasera inizierò la lettura di un altro libro di Wilbur Smith, che credo sia la continuazione di quello che ho terminato ieri sera. Credo che sempre di storie di mare si tratti.

(Giornale di bordo)

martedì 4 novembre 2025

Porto Palma (Isola di Caprera)


Ci accoglie una bella giornata di sole e un leggero vento da nord-est, dal quale la baia di Porto Palma risulta completamente ridossata. Alcune barche del CVC lasciano il pontile. Solo tre per la verità. Credo che questa sia l’ultima settimana di attività. Infatti su uno dei due pontili del Centro Velico è arrivata una piccola gru e durante tutta la giornata un gruppo di persone ha lavorato per disalberare e tirare fuori dall’acqua la maggior parte delle barche. Noi decidiamo di scendere a terra facendo una bella camminata fino alla casa di Garibaldi. Al momento di fare il biglietto scopriamo che oggi è gratuito. Ci spiegano che è in occasione della Giornata delle Forze Armate. La visita è molto interessante e il percorso all’interno della casa e dei suoi annessi è facilitato da una serie di pannelli che illustrano le varie aree in cui si sviluppa la visita. Ritorniamo sui nostri passi facendo una deviazione fino alla non lontana Stagnali, nella cui baia eravamo stati alcuni giorni fa. Alcune delle case che costituiscono questo piccolo insediamento sono abitate da sottufficiali della Marina e da personale della Guardia Forestale, ormai, come noto, inglobati nell’Arma dei Carabinieri. A darci queste informazioni è Pasquale, un signore ottantaduenne che troviamo sul molo intento a pescare. Ci dice anche che la maggior parte delle cose che si trovavano nella casa di Garibaldi sono state sottratte dopo la morte, nel 1959, di Donna Clelia, l’ultima delle figlie dell’eroe dei due mondi, che Pasquale aveva conosciuta quando era bambino. A portarle via, continua, sono stati alcuni comandanti che negli anni sono stati di stanza alla base di La Maddalena, nonché alcuni famosi politici di cui ci ha fatto anche i nomi. Italiche vicende, molto verosimili! Ritornati in barca facciamo un breve bagno. La temperatura dell’acqua è ancora più che accettabile. Pranziamo verso le 18 seduti in pozzetto. Ma il sole ormai tramonta presto e appena scompare la temperatura scende immediatamente. Ci rintaniamo sottocoperta. Il libro che sto leggendo è avvincente e mentre sono assorto nella lettura non mi accorgo che Tania si addormenta sotto un plaid stesa sul divano. Sono solo le 19,45, ma che dire? Ormai i nostri ritmi sono questi.

(Giornale di bordo)

lunedì 3 novembre 2025

Poltu Quatu - Porto Palma (Isola di Caprera)


L’atteso maestrale è arrivato verso le 20. Prima leggero e poi sempre più forte. Nella notte, nonostante il marina sia ottimamente ridossato, sono arrivate raffiche di traversia che facevano inclinare non poco Habibti su un lato. Le due trappe e gli spring hanno fatto il loro dovere e quindi è stata una vera goduria sentire soffiare forte il vento all’esterno mentre noi si stava al calduccio sotto il piumone. Il vento forte è durato quasi tutta la giornata. In mare si vedevano un’infinità di creste bianche. Le abbiamo guardate per un’oretta seduti sui massi della diga foranea. Le previsioni davano comunque vento in attenuazione in serata e quindi, prima che l’ufficio del marina chiudesse, siamo andati a pagare. Una notte con elettricità e acqua 19,20 euro. Uno dei vantaggi di navigare fuori stagione! Attendendo che il vento diminuisse abbiamo pranzato con due panini seduti al sole in pozzetto. Sempre per fare passare il tempo ho lavato la barca e fatto il pieno d’acqua, mentre Tania faceva un po’ di bucato. Alle 14,30 ancora si vedeva il mare mosso. Così ho letto qualche capitolo del nuovo libro iniziato qualche giorno fa: “Onda di tempesta” di Wilbur Smith, i cui scritti sono sempre molto avvincenti. Abbiamo lasciato Portu Quatu alle 16.30. In mare c’erano ancora una ventina di nodi. Siamo risaliti di bolina stretta fino alla meda verde posta davanti al capo Testa Rossa per entrare poi nella baia di Porto Palma che il sole era già tramontato. Qui troviamo ormeggiate altre due barche ai gavitelli, tra cui anche “Malou”, il Moody 425 incontrato qualche giorno fa a golfo delle Saline. Salutiamo la coppia di svizzeri a bordo. Un po’ più in là c’è anche una goletta all’ancora che per un paio d’ore ci delizia con il suo generatore a benzina messo in coperta. Per cena mangiamo una sempre pratica minestra liofilizzata della Knorr. Un piatto veloce, caldo e, tutto sommato, oserei dire anche buono. Benché oggi non abbiamo fatto un granché il vento ci ha comunque stancato. Così, dopo un po’ di Tv, ce ne andiamo volentieri a letto presto.

(Giornale di bordo)

domenica 2 novembre 2025

Cala Portese (Isola di Caprera) - Poltu Quatu


Notte tranquilla. Anche se pure in questo angolo remoto di Caprera siamo comunque riusciti a sentire per alcune ore della serata della musica in lontananza. Il silenzio sta veramente diventando qualcosa di sempre più raro. Mi chiedo se non stia diventando vecchio!  Il cielo questa mattina era leggermente velato. In quota ci deve essere molta umidità e parecchio freddo in quanto è tutto striato dalla condensazione del carburante lasciato dagli aerei che passano sopra le nostre teste. Quando il sole fa finalmente capolino facciamo un po’ di stendarella appendendo su una cima tirata tra lo strallo e l’albero i piumini della nostra cabina. Il catamarano dei norvegesi è sempre lì. Devono avere acceso il riscaldamento perché sentiamo il classico rumore del webasto in funzione. In mattinata, mentre seduti in pozzetto stiamo leggiamo uno degli ultimi capitoli de “Alla ricerca dei porti romani dell’amico Roberto Soldatini, entra nella baia un grande yacht a motore che dà fondo vicino a noi. È lo stesso che avevamo incontrato a Cala Lunga qualche settimana fa. È immatricolato a Olbia e probabilmente esce solo la domenica. Infatti anche a Cala Lunga era arrivato proprio una domenica mattina per ripartire poi in serata. Questa volta partiamo prima noi di lui. In serata è prevista un po’ di pioggia e durante la notte il passaggio di una perturbazione che porterà vento da ovest sui 30 nodi. Per questo abbiamo deciso di spostarci a Portu Quatu, un marina poche miglia a sud. Vi arriviamo verso le 14. Francesco, l’ormeggiatore, è molto gentile. Ormeggiamo al pontile ovest. Portu Qualtu si trova in un fiordo stretto e profondo. In fondo c’è un piccolo villaggio un po’ “finto”. Sono seconde case e al momento sono tutte chiuse, come tutti chiusi sono gli esercizi commerciali. A noi va benissimo così in quanto ci guadagnamo in tranquillità. Non esattamente così deve essere durante l’alta stagione. Di certo è un luogo perfettamente ridossato. Facciamo due passi fino alla diga foranea. Poi, verso le 17.30, ceniamo. Questa sera cercheremo di andare a dormire un po’ più tardi del solito. Ieri sera alle 20 avevamo già spento la luce e all’1 di notte ero già sveglio. Ho dovuto impormi di non alzarmi e così mi sono riaddormentato fino alle 6.30. Stiamo facendo una specie di cura del sonno. Forse un po’ troppo…..

(Giornale di bordo)

sabato 1 novembre 2025

Isolotto del Porco - Cala Portese (Isola di Caprera)


Ed è arrivato novembre. Ieri sera siamo andati a dormire presto. Ci siamo addormentati subito nel bel tepore della nostra cabina. Nella notte mi sveglio. Guardo l’orologio. Sono le 2. Sento un sordo rumore di musica. Penso siano gli allievi del Centro Velico Caprera che, come ogni venerdì sera, al termine del loro corso, stiano facendo un po’ di meritata baldoria. Poi mi viene in mente che la “boom boom music” di cui, benché attenuati, si sentono i bassi non sono esattamente nello stile del CVC. Che il rumore provenga da una barca che ha dato fondo vicino a noi mentre eravamo già a letto? Mi affaccio in pozzetto per controllare e mi rendo conto che la musica proviene dalla costa sarda, all’altezza di Capo Orso. Il vento la propaga in mare per alcune miglia. Mi auguro che nelle vicinanze del locale non ci abiti nessuno. Mi viene in mente che tra i vari modi di festeggiare e far baccano ormai si è inserito anche Halloween. Un’americanata che per puri motivi commerciali ormai si è diffusa ampiamente anche da noi. Me ne torno a letto e mi risveglio alle 7.15. “Oggi sei 5 minuti in anticipo”, mi dice Tania che ha già preso il suo caffè seduta in pozzetto e che mi fa notare che in tutti questi ultimi giorni esco regolarmente dalla cabina alle 7 e venti. Sta soffiando un leggero vento da sud-ovest. Quasi un classico a quest’ora in questa parte dell’arcipelago. Guardiamo le previsioni e, in attesa della perturbazione che transiterà a partire da domani pomeriggio, decidiamo di spostarci a Cala Portese, una baia con dei gavitelli sulla costa orientale di Caprera. Quando vi arriviamo non c’è nessuno. Tutti gli 8 gavitelli che sono stati posizionati dall’Ente Parco sono liberi. In più, dal primo novembre non è più nemmeno dovuta la tassa di accesso al parco. Ormeggiamo sul gavitello più isolato. Il tempo è splendido. Seduti al sole fa addirittura caldo. Essendo sabato, sulla spiaggia arrivano alcuni bagnanti. Ci godiamo questo bel clima seduti in pozzetto a fare un po’ di cruciverba, ad ascoltare un po’ di musica e a chiacchierare. Curiosando su internet scopriamo che affacciato sulla cala c’è un ristorante aperto solo l’estate. Un altro “acchiappa turisti”, come quello che si trova su Santa Maria. Prezzi astronomici per piatti ordinari. Se poi ci si azzarda ad ordinare pietanze più sofisticate si superano tranquillamente i 1000 euro per quattro persone. Anche qui le recensioni dei poveri malcapitati mettono in guardia, ma purtroppo non tutti le leggono. Non so se sia possibile, ma credo che ci dovrebbe essere un maggiore controllo su questo genere di attività. Non pare il caso a La Maddalena. Per noi è l’ennesima conferma che in estate in questa parte della Sardegna è meglio tenersi alla larga. Per pranzo Tania prepara un’ottima insalata “niçoise”. Al tramonto ormeggia nella baia un catamarano battente bandiera norvegese. A bordo c’è una famiglia con un bambino che a bordo gioca ai pirati e canticchia felice. Noi ci godiamo questo bel quadretto e, non da ultimo, questa bella serata.

(Giornale di bordo)